Sembriamo davvero un covo di depressi

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- Thomas? - la voce di Korall mi riscosse dai miei pensieri. Mi trovavo sul divano, seduto accanto a Korall che guardava la tivù. Lei mi guardava con i suoi occhioni verdi, che brillavano curiosi. Doveva chiedermi qualcosa?

Mi resi conto di essermi estraniato dalla realtà. Stavo pensando a Fuokirya e a quanto fossi preoccupato per lei. Avrei voluto fare qualcosa per aiutarla ad affrontare gli incubi, la preoccupazione per la cugina e l'ansia per il destino della madre, ma sembrava non ci fosse nulla da fare. - Sì?

Lei mi guardò a lungo, esitante, e spostò lo sguardo al tavolo, dove Micheal stava preparando qualcosa. Alternò lo sguardo tra noi due, il viso scuro. Erano passate già due settimane da quando l'avevamo salvata e il livido sul viso era scomparso, ma il petto continuava a farle male, perciò doveva muoversi poco.

In quelle due settimane io e Michael avevamo continuato a tenerci il broncio. Ero arrabbiato con lui perché si curava solo di Korall senza pensare minimamente a come dovesse sentirsi Fuoki, soprattutto quando Korall non voleva che la vedesse avere gli incubi. Si sentiva tagliata fuori e nessuno dei due faceva niente per farla stare meglio.

La cosa era peggiorata quando la notte successiva all'incubo, Korall aveva voluto dormire in camera sua per non disturbare Michael. Io e lui eravamo stati svegliati dalle sue urla in preda agli incubi. Mi aveva spezzato il cuore trovare lì Fuokirya, sconvolta e in lacrime, che cercava di svegliarla senza successo.

Lei continuava a urlare e a piangere, era straziante per me, figuriamoci per loro, ma Michael aveva mantenuto il sangue freddo. Era corso da lei e aveva cominciato a parlarle con un tono dolce, come quello con cui parla ai bambini, ad accarezzarla e a stringerla a sé. Questa volta non ci mandò via, quasi come a farci vedere la scena per farci capire perché aveva mandato via Fuoki la prima volta.

Korall doveva aver notato questo gelo tra noi due, soprattutto quando prima stavamo cominciando a fare amicizia. Certo, era spesso con la testa tra le nuvole e capitava che rimanesse a fissare il vuoto per interi minuti senza dire niente, tanto che a volte mi inquietava, ma chiunque avrebbe notato che c'era tensione tra di noi.

Infatti, si sistemò la coperta con una smorfia e tornò a guardare me. - Si può sapere che succede tra te e Michael? - il suo tono era curioso, ma anche urgente. Ne dedussi che aveva cercato di chiederlo a Michael ma lui non le aveva risposto, quindi ripiegava su di me. - É dal mio primo incubo che sembra che vogliate saltarvi al collo a vicenda.

Non aveva tutti i torti. Michael aveva già chiesto scusa a Fuoki e lei aveva accettato le sue scuse, ma di fatto non aveva cambiato per niente il suo comportamento. Non aveva nessuna intenzione di scusarsi e io nessuna intenzione di andare a cercare di risolvere la cosa, anche se cominciava a mancarmi avere un amico maschio con cui parlare.

Mi strinsi nelle spalle. - Abbiamo litigato e nessuno di noi ha la minima intenzione di cedere - mi limitai a rispondere. Avrei potuto spiegarle il motivo del nostro litigio, ma non volevo che con tutto quello che doveva affrontare si preoccupasse per Fuoki. A quello ci pensavo io. - Non preoccuparti, prima o poi la risolveremo.

Lei mi guardò scettica, alzando un sopracciglio, poi sospirò contrariata. Era chiaro che avrebbe voluto sapere cosa diavolo era successo, ma non le avrei dato altro peso. A differenza di Michael, mi importava di entrambe. - Risolvetela in fretta, la situazione é pesante. - detto questo, si chiuse nel silenzio e tornò alla sua serie TV.

L'aveva detto abbastanza forte perché Michael potesse sentirla dal tavolo, infatti mi rivolse un'occhiata infastidita e tornò a quello che stava facendo. - Korall, posso chiederti una cosa? - Michael continuava a dire che lei non avrebbe voluto che Fuoki la vedesse avere gli incubi, che si sarebbe vergognata e volevo capire se fosse davvero così.

Fuoky e Korall: Missione TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora