Di Bart, di Theo e di noi

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Martedì, 4:20

"Alex! Alex apri questa porta!"

L'incessante bussare alla porta di ingresso aveva fatto svegliare Mattia in preda al panico. Si era tirato su a sedere e aveva sbloccato il telefono per vedere che ore fossero. Quattro e venti. Chi diavolo era a quell'ora? Si era allungato di nuovo nella speranza che quel frastuono finisse, ma non aveva fatto in tempo a toccare il cuscino che il rumore era tornato più forte. Si era alzato contro voglia, ormai completamente sveglio e anche un po' spaventato, lasciando una piccola carezza sulla testolina dei suoi due cuccioli per poi andare a piedi scalzi verso l'ingresso.

"Alex, se non mi apri subito giuro... non lo so che giuro, poi vediamo."

Mattia si era alzato sulle punte per guardare dallo spioncino chi ci fosse dall'altra parte della porta. Un ragazzo moro, con dei discutibili occhiali da sole poggiati sul naso, se ne stava lì, pronto a bussare un'altra volta.

"Non sono Alex", aveva detto titubante.

"Che significa che non sei Alex?"

Mattia si era portato una mano alla bocca per lo spavento non aspettandosi che quel ragazzo riprendesse a bussare più forte di prima.

"Chiunque tu sia esci dall'appartamento di Alex, chiamo la polizia."

Mattia aveva strabuzzato gli occhi rendendosi conto che con quel tono alto il ragazzo avrebbe svegliato tutti su quel piano e infatti, pochi minuti dopo, la signora Demetris, dell'interno 9, era uscita in pigiama sul pianerottolo.

"Ma cosa urli che sono le quattro e mezza!"

"Ma cosa urla lei signora, c'è qualcuno in casa del mio amico e devo sapere chi è!"

Mattia si era affrettato ad aprire la porta e mortificato aveva guardato la sua vicina di casa.

"Scusi signora, ci penso io."

"Vede, non è Alex!" Il riccio aveva continuato a blaterare e Mattia si era reso conto dal modo in cui biascicava che fosse ubriaco. Aveva alzato gli occhi al cielo e lo aveva tirato dentro casa.

"La smetti di nominare questo Alex? Non so nemmeno chi sia e questa è casa mia."

"Ma cosa stai dicendo? La vedi questa?" Aveva detto prendendo dall'appendiabiti una giacca.

"Questa è di Alex... no, non è di Alex, Alex non profuma così."

Sembrava parlare tra sé e sé e Mattia aveva fatto un passo indietro spaventato quando aveva visto un dito puntarsi contro di lui.

"Cosa hai fatto ad Alex?"

"Non conosco nessun Alex, sei ubriaco e sto per chiamare la polizia."

"Oddio hai ucciso Alex? Dov'è il suo corpo? La chiamo io la polizia", aveva detto toccando ripetutamente i suoi vestiti.

"Dov'è il mio telefono? Oddio vuoi uccidere anche me."

Mattia era rimasto in silenzio a osservare quella scena esilarante, voleva ridere ma aveva anche un po' paura di avere un estraneo in casa sua, tecnicamente l'aveva fatto entrare lui, ma era un dettaglio a cui non aveva pensato preso dall'imbarazzo e dalla figuraccia che stava per fare con la sua vicina.

"Senti, facciamo così. Ora mi dici il tuo nome, ti siedi e bevi un bicchiere d'acqua."

"Non mi dire cosa dev... oh un cagnolino!"

Quel ragazzo aveva la concentrazione di un pesciolino rosso. Mattia aveva portato lo sguardo a terra osservando il ragazzo chinarsi per accarezzare quel batuffolo dorato.

Di Bart, di Theo e di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora