due

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<<oi ire ricordati che dopo ti devo pagare eh>>mi avvisò la bionda.
<<come potrei dimenticarmi>>dissi facendole la linguaccia mentre lavavo le tazzine.
<<sempre la solita>> disse martina.
ridemmo entrambe.
<<vado a vedere nei tavoli fuori se c'è qualcuno>>comunicai alla ragazza asciugandomi le mani nel grembiule.
afferrai il block notes, la penna e vidi anas.
non appena uscii avevo già il suo sguardo addosso, io per educazione (o forse no) sorrisi.
<<cosa posso portarvi?>>domandai sempre con un sorriso da ebete.
sta volta era insieme al ragazzo con gli occhiali.
<<ezza vai tu per prima>>sentenziò.
<<ah per me sempre la birra>>scelse.
<<lo stesso>>disse anas facendomi l'occhiolino.
tornai al bancone e li servii.
stavo spazzando dietro al bancone dato che era abbastanza sporco di patatine e rimasugli di qualsiasi cibo, quando una voce mi richiamò.
<<ah quindi è qui che lavori>>disse l'uomo che ieri mi violentò.
<<b-beh s-si>>risposi guardandolo un attimo per poi continuare il mio lavoro.
nei miei occhi si leggeva il terrore, rivolsi il mio sguardo verso il tavolino del moro il quale stava osservando la situazione.
<<sei tanto bella sai?>>disse appoggiandosi al tavolino davanti a me.
annuii senza aprire bocca.
mi avvicinai ad un tavolino per prendere altri ordini, lo superai però lui mi afferrò per il braccio facendo sbattere la mia schiena contro il bancone.
<<non mi ringrazi neanche?!>>sbraitò accarezzandomi la guancia.
<<ancora qua sei?! non t'è bastato ieri?>>domandò anas con un tono incazzato.
<<oh scusa, tutta per te questa puttanella>>disse ridendo senza umorismo.
il moro gli sferrò un pugno per poi spingerlo verso l'uscita del bar.
<<grazie>>sussurrai sorridendo senza mostrare i denti.
non rispose e si accomodò in una sedia davanti al bancone.
presi l'ennesimo ordine e tornai dal moro che stava giocherellando con una sigaretta.
lo guardai e non so con che coraggio me ne uscii
<<sai, ti devo una birra, dopo tutto questo>>
<<io preferirei un'uscita>> disse facendo un sorriso sghembo seguendo ogni mio movimento con i suoi occhi.
<<ci sto>>dissi ridendo
<<vabbene allora a sta sera, ti aspetto sotto casa tua alle 20>>disse facendo il saluto del soldato(🫡 )porgendomi una banconota rossa.
<<ehi, tieni il resto>>alzai il tono di voce.
<<già lo sai ragazzina>>rispose chiedendosi la porta alle spalle.

non posso crederci, ho un appuntamento con un ragazzo, e che ragazzo diciamocelo

non nego che passai il resto del turno con un sorriso sghembo stampato in faccia.
<<che è quel sorrisetto?>>chiese martina contando i soldi.
<<mah niente>>risposi ridendo.
<<pensi che non l'abbia notato>> continuò alzando lo sguardo, porgendomi diverse banconote arancioni.
<~grazie marti>>disse afferrandole.
<<ma grazie di cosa? ti sei spaccata il culo>>rispose aggrottando le ciglia.

••••

<<eccolo l'ho trovato!>>esclamò bianca alzandosi dal letto.
<<vai vai dimmi come si chiama>>dissi euforica.
<<prima preparati che tra dieci minuti è qua e ti devi ancora vestire>>mi rimproverò la bionda.
<<ok va bene>>dissi sbuffando alzando gli occhi al cielo.
mi infilai una gonna in jeans con un body a canottiera a spalline larghe.
indossai un paio di jordan alte nere.
mi ingioiellai e mi misi tre quintali di profumo.
<<credo che possa bastare>>disse bianca tossendo
"dai b non rompere" risi
sentii il clacson suonare.
<<no, non posso farcela>>dissi con il cuore a mille.
<<dai dai>>rispose porgendomi la borsa spingendomi verso la porta di casa.
<<mamma io esco>>dissi con voce tremante dall' agitazione.
<<stai attenta>>mi rimproverò con tono dolce.
<<bianca tu rimani qua a mangiare?>>domandò.
<<ovvio che si carla>>rispose la bionda fiondandosi sulle braccia di mia madre.
<<ciaoo>> le salutai.
<<si chiama bene.530>>urlò bianca.
sorrisi e scesi le scale di corsa, mi accesi una sigaretta per calmarmi un po'.
aprii la porta di casa e vidi il moro guardarmi da capo a piedi portandosi gli occhiali sulla punta del naso.
gettai il mozzicone e salii nella sua mercedes.
<<ciao>>dissi dandogli un bacino sulla guancia
<<ciao cherie>>rispose.

morta

lo sentii parlare in francese, probabilmente mi stava facendo dei complimenti.

anas ti sei fregato da solo

<<sei poco sgamabile>>dissi ridendo.
<<perché?>>chiese accelerando
<<perché io il francese lo capisco>>risposi.
<<oh cazzo>>rise guardandomi.

cazzo avere il suo sguardo addosso mi fa rabbrividire

<<beh non facciamo tanto tardi, domani dovrai andare a scuola>>se ne uscii con tono dispiaciuto.
<<non preoccuparti, io a scuola non ci vado da due anni>>dissi strizzandogli l'occhiolino.
<<come mai?>>domandò curioso.
<<beh diciamo che ho preferito lavorare così da aiutare mamma>>abbassai lo sguardo.
<<capisco>>disse annuendo.

dopo una decina di minuti arrivammo al locale.
prima di entrare avvolse il mio fianco con la sua mano abbassandomi la gonna.
a questo sguardo arrossii e per cercare di nasconderlo mi sistemai gli occhiali.
<<t'ho vista eh, cambia tecnica>>disse ridendo per poi guardarmi e leccarsi le labbra.

••••

<<ti porto in un posto>>disse aprendomi la porta della macchina.
<<dove?>>chiesi curiosa.
<<sorpresa>>rise.
<<sai che io odio le sorprese>>affermai.
continuó a ridere.

arrivammo in un posto disperso, nel mezzo del nulla, immerso nel verde
<<dai vieni>>mi invitò prendendomi la mano.
camminammo per un po' e poi ci sedemmo per terra,
restammo in silenzio.
dopo un po' vidi il moro fissarmi.
<<che c'è?>>chiesi.
<<tu es magnifique>>ammise guardandomi le labbra avvicinandosi al mio viso pericolosamente.

se io vado tu che fai? // anasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora