𝟝𝟚 - 𝕀𝕥'𝕤 𝕞𝕖 𝕒𝕟𝕕 𝕪𝕠𝕦, 𝕒𝕝𝕨𝕒𝕪𝕤.

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26 gennaio 1991, New York

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26 gennaio 1991, New York.

«Sei pronta?»

Con gli occhi strizzati, un po' come a mostrare in pieno la sua concentrazione, e le ginocchia piegate in posizione di ricezione, Zoe poggiò entrambe le mani sale sulle gambe pronta a qualsiasi movimento. Lo guardò, quasi con aria di sfida, mentre di tanto in tanto stirava le ginocchia quando si stancava un po' troppo velocemente di quella posizione. Infine, senza parlare, alzò il pollice in aria per dargli segno di esser pronta.

Non c'era nessun rumore attorno a loro, il che la aiutò a rimanere ancora più concentrata osservando l'oggetto che Tony teneva tra le mani. Lui esitò per un bel po' di tempo, il che la faceva innervosire. Ed ogni tanto scattava leggermente verso destra e sinistra, quasi come a volerla distrarre. Ma lei, nonostante seguisse la traiettoria delle sue mani con attenzione, non si lasciava distrarre neanche un secondo. Era decisa, particolarmente attenta a non lasciarsi battere da lui, soprattutto perché il suo obbiettivo era vincere.

Ormai Tony la conosceva, sapeva che spesso lei diventava competitiva, eppure però a volte quella fermezza che mostrava nei suoi occhi lo faceva ancora rimanere piuttosto sorpreso. Zoe era così piccola, così minuta, ma allo stesso tempo così determinata a portare a casa sempre la vittoria.

«Dai, tirala!» gli urlò quasi spazientita, con la sua vocina quasi stridula, notando che Tony stava ancora esitando dal tirare quella palla. La bambina sbuffò più volte, fin quando non vide finalmente il suo migliore amico alzare le braccia e tirare la palla nella sua direzione.

Zoe seguì la traiettoria con attenzione, studiando velocemente il modo più veloce per non farsi prendere. La palla andò dritta verso di lei e, se solo lei si fosse mossa di un centimetro, probabilmente l'avrebbe colpita in pieno stomaco e lei avrebbe perso. Ma Zoe, invece, irrigidì le dita e tese le mani di fronte a lei, riuscendo ad afferrare quella palla senza lasciarsi colpire rispettando le regole del gioco. Una volta essersi resa conto di essere riuscita a prenderla guardò di nuovo Tony, che nel frattempo aveva assunto la stessa posizione di ricezione, e mettendo in atto tutta la sua forza e potenza tirò di nuovo quella palla nella sua direzione.

Il tiro che fece Zoe fu molto diverso da quello che fece Tony. Mentre lui l'aveva tirata quasi con delicatezza, lei non si era fatta nessun problema a metterci tutta la sua potenza e velocità con l'obbiettivo di colpire Tony. Lui lo sapeva che quella particolare forza da parte della bambina fosse dovuta ai suoi poteri, ma non glielo disse.

Nonostante ciò, però, lei fu piacevolemente soddisfatta di essere avvantaggiata dai suoi poteri che le davano un po' più forza. Si, lo sapeva che molte delle cose che faceva con più decisione erano anche dipese dai suoi poteri, ma questa le piaceva.

Ed infatti, sul suo viso comparì un sorriso più che felice quando vide Tony non riuscire ad essere in grado di capire dove palla stesse arrivando.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora