𝐶𝐴𝑃𝐼𝑇𝑂𝐿𝑂 17 - 𝘪𝘭 𝘯𝘰𝘴𝘵𝘳𝘰 𝘱𝘪𝘤𝘤𝘰𝘭𝘰 𝘴𝘦𝘨𝘳𝘦𝘵𝘰

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La mattina seguente mi svegliai con i raggi del sole che mi solleticavano gli occhi e lo sguardo brillante e sorridente di Brandon.
Ricordavo ogni attimo di quella notte e, benché mi rendevo ancora conto che si trattava di un Sacrilegio, non riuscivo a pentirmene nemmeno un pò. Non mi ero mai sentita cosí tanta al sicuro fra le braccia di qualcuno.
«Che sia chiaro, io vorrei che tu restassi qui per sempre. Ma fra poco i corridoi saranno affollati e non devono vederti uscire da qui» disse con la voce ancora impastata dal sonno.
Aveva ragione.
Mi alzai con molta calma pettinando i capelli con le dita per dargli una sistemata veloce.
Stavo per abbassare la maniglia quando una mano si avvinghiò al mio polso. Mi voltai verso il Demone che mi stampò un dolce bacio sulle labbra.
«Ora puoi andare, Fiamma»
Quel nomignolo lo avevo sempre odiato ma decisi di non dirgli nulla, almeno per quella volta, e uscì chiudendomi la porta alle spalle.
Mi affrettai ad entrare nella mia stanza per non farmi vedere da nessuno e, una volta dentro, mi sfilai la maglia e i jeans per cambiarmi.
All'improvviso un pensiero alquanto spaventoso mi attraversò la mente: quando Brandon era venuto qui aveva patito la stessa sofferenza fisica che era toccata a me la notte scorsa, ma non solo. Tra le sue piume rosse delle ali ne era apparsa una bianca come simbolo della trasgressione.
Io non avevo ancora le ali.
Come poteva apparire anche a me?
Sarebbe successo in un modo diverso?
Magari Maximus ne era già al corrente?
Presa dal panico cominciai a controllarmi dappertutto ossessivamente fino al momento in cui non la trovai: il simbolo del mio errore impresso sulla pelle.
Si trovava sul fianco ed era una piuma di un rosso scarlatto, sembrava un tatuaggio.
Portai le mani ai capelli mentre sedevo disperata sul letto.
Dovevo mantenere la calma, era un punto facile da nascondere dagli occhi indesiderati e nessuno se ne sarebbe accorto.
Con quella convinzione mi vestì, stando attenta a scegliere una maglietta abbastanza lunga in modo da coprirlo.
Più tardi avrei parlato con Brandon riguardo alla faccenda.
Per il momento decisi di uscire a cercare Emilia e parlare dato che si era persa un pò di cose.
Non le avrei detto di me e quel Demone, naturalmente, ma di James si.
La incontrai nella Biblioteca, ultimo posto in cui speravo di trovarla dopo averla cercata per tutta la struttura.
«Luce! Non ti ho più vista dopo che sei andata da James, ho saputo da Rio che sta gia molto meglio, sta in piedi ed ha recuperato quasi tutte le forze. Accidenti, quel tipo lo ha proprio distrutto ma ancora non...»
«Emilia» la interruppi.
Sapevo esattamente cosa stava per dire: "ancora non capisco perchè lo abbia fatto, non ci credo che si sia trattato solo di puro divertimento. Beh, cose del genere ce le si deve aspettare dai Demoni, ma qualcosa in questa storia mi puzza".
Non faceva altro che ripertelo da quando c'era stata la rissa. Ormai sapevo ogni singola parola a memoria.
«A proposito di James, ci siamo lasciati»
La sua faccia stupita faceva quasi scoppiare a ridere.
«E perchè mai? Ti ha fatto qualcosa? Devo picchiarlo anch'io? Perchè se ti ha fatto soffrire io giuro che...»
«Emilia» la bloccai per la seconda volta.
Era la classica ragazza che riusciva a parlare pure con i muri. Non potevo negare che certe volte risultava fastidiosa -specialmente per me che odiavo i rumori e le troppe parole- ma con il tempo mi ero talmente tanto affezionata a quel buffo viso pieno di lentiggini e incorniciato di rosso vivo che quasi cominciavo a non farci più caso. La sua compagnia era abbastanza piacevole. Lei era stata la mia prima amica, non solo su Destiny, ma proprio nella mia vita. Quando ero sulla Terra non piacevo a nessuno dei miei compagni di scuola, mi evitavano tutti.
Si era avvicinata a me il primo giorno che ero arrivata qui e non se n'è più andata.
Le volevo bene.
Dovevo ammetterlo a me stessa, quel mondo mi stava cambiando.
Mesi fa non sarei stata così aperta all'amicizia, a dire ad un ragazzo di volerlo, non ero nemmeno mai stata fidanzata.
Avevo degli amici e amavo profondamente un ragazzo, anche se avevo provato a negarlo a me stessa fino alla scorsa notte.
Stavo piano piano diventando una persona migliore.
«James non mi ha fatto assolutamente nulla. Abbiamo capito di non amarci davvero, stiamo meglio comd amici. Tutto qui»
Lei stava per riprendere a parlare ma il mio braccialetto la precedette cominciando a brillare.
«Matt ha bisogno di me, devo scappare. Continuiamo il discorso appena torno»
Rapidamente mi precipitai al portale e poi giù per la Terra, dove Brandon mi stava già aspettando.

𝑯𝑬𝑳𝑳 𝑨𝑵𝑫 𝑯𝑬𝑨𝑽𝑬𝑵Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora