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Nel secondo trimestre del primo anno accadde una cosa alquanto strana alla scuola superiore di Nagoya. Un ragazzo sconosciuto era stato trasferito nella 2-A, classe di merito dell'istituto, senza nemmeno aver fatto il test di valutazione iniziale nello stesso modo in cui lo avevano fatto il resto degli studenti.
Si era sparsa voce che era stato scelto per la sua nota intelligenza, rimarcata più volte dal preside della sua vecchia scuola, ma la verità era un'altra. Quel ragazzo non era altro che un raccomandato, Bakugou Katsuki ne era più che certo e per quel motivo si era ripromesso di rendere la vita di quel ragazzo un vero inferno. 
Quella mattina, infatti, si era svegliato più carico del solito e invece di impiegare i suoi soliti venti minuti per vestirsi e fare colazione ne aveva utilizzati solo quindici lasciandogli comunque il tempo di ingurgitare una tazza di caffè e di mettere qualcosa sotto ai denti prima di uscire di casa. Aveva camminato con velocità, venendo inseguito dal suo migliore amico Kirishima e da Mina, una loro amica. Inutile anche solo provare a farlo rallentare, era come se per lui non esistesse altro oltre il suo obiettivo. Nonostante le lamentele dei suoi compagni lui non si fermava, raggiungendo la scuola a grandi passi e varcando il cancello d'entrata consapevole del fatto che aveva bisogno di sfogarsi in qualche modo. Non gli andava giù che un ragazzino qualsiasi, solo per chissà quali agganci, fosse riuscito ad entrare nella scuola più prestigiosa del Giappone; non quando lui aveva faticato tanto per essere ammesso. Per la testa aveva ancora impressi i pomeriggi trascorsi sui libri, quando l'unico sentimento che lo muoveva oltre alla sua solita ira era l'agitazione. Quando ancora era uno studente appena uscito dalle medie che sentiva che quello che stava per compiere era un grande passo e che era da quel momento che iniziavano le conseguenze per il proprio futuro. Si era quindi ripromesso di impegnarsi con tutto sé stesso, per dimostrare non solo ai suoi genitori ma anche a tutti coloro che conosceva che lui era in grado di farcela. Voleva far passare il messaggio che Bakugou Katsuki non era una comparsa qualunque; lui era il fottuto personaggio principale e quello davanti a sé si prospettava come un roseo futuro. Per questo non riusciva a tollerare uno scherzo simile, come a dimostrare ancora una volta che il mondo era governato dai ricchi e che ai poveri non spettava altro che agonia.
Entrò con quei pensieri in cortile, lì dove la maggior parte degli studenti era radunata, ignorando completamente i saluti dei suoi compagni e dirigendosi verso il suo 'posto segreto'. Non era poi molto sconosciuto dato che molti ragazzi andavano lì, più che altro era frequentato da molte coppiette e utilizzato per avere un po' di privacy. Lì però era dove si rifugiava spesso il ragazzo dai capelli biondi, soprattutto quando aveva bisogno di liberare la mente. Era come una camomilla per lui, riuscendo a placare la sua ira in modo inevitabile e a trasmettergli quella quiete di cui aveva tanto bisogno. Una volta arrivato, infatti, nel punto in cui il cortile sul retro si chiudeva con tanti alberi di pino si appoggiò a uno di essi, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un lettore MP3. Nella lista delle canzoni ce n'era solo una, l'unica che riusciva a calmarlo: Get out alive dei Three days grace. Nonostante il ritmo fosse quasi malinconico riusciva sempre a toccare le corde giuste e ad aiutarlo a trascorrere il resto della giornata in armonia. Ovviamente la canzone non poteva fare miracoli, ne era consapevole anche Bakugou, e quindi non riusciva a trasformarlo in un docile agnellino ma di certo contribuiva a placare le sue emozioni soprattutto quando quelle lo portavano a dare di matto. Si mise le cuffiette nelle orecchie, facendo partire la canzone a tutto volume perdendosi nuovamente nella sua solita routine. Cominciò così a fare quello che faceva tutte le mattine prima di entrare a scuola: respiri profondi, sgranchire le ossa e perdersi nei propri pensieri. Lo sguardo rivolto in un punto indefinito mentre compiva tutti quei passaggi che da tre mesi riuscivano sempre a placarlo. Nonostante la musica a palla, però, non poté fare a meno di notare un ragazzino dai capelli verdi e gli occhi dello stesso colore camminare per il campo da basket in quella che era considerata l'area 51 della scuola di Nagoya. Non ci si poteva avvicinare a quel posto perché altrimenti si finiva, in un modo o nell'altro, nel mirino dei bulli: un gruppetto dell'ultimo anno che si divertiva a prendere di mira i più piccoli e a perseguitarli. Anche Bakugou, nonostante il suo temperamento, era consapevole che aggirarsi in quella zona era come una condanna a morte e per quel motivo si sentì un po' in pena per quel ragazzino che con l'aria sperduta si aggirava per il campo. Delle figure gli si avvicinarono, facendo provare a Katsuki una stretta al cuore, consapevole che di lì a poco avrebbe assistito a una scena orribile. Non solo picchiavano le proprie vittime ma rubavano loro anche i soldi per il pranzo. Si voltò dall'altra parte quando il capo del gruppetto, Tenko Shimura, si avvicinò al verdino rimanendo però stupito nel vedere un sorriso adornare i volti dei quattro ragazzi più grandi. Vide Touya Todoroki scompigliare i capelli di quello studente più piccolo e Kai Chisaki passare un braccio intorno alle sue spalle. Inutile dire che per Bakugou quella visione era completamente assurda, non aveva mai visto un avvenimento simile soprattutto quando Toga Himiko si buttò completamente addosso al ragazzo dagli occhi smeraldo facendolo quasi cadere a terra, venendo poi rimproverata da Tenko. Katsuki si tolse entrambe le cuffiette dalle orecchie, riscoprendosi ad osservare quella scena con la bocca spalancata e gli occhi sbarrati; incredulo di aver assistito ad una dimostrazione d'affetto da parte di quei quattro. Chi era quel ragazzino? Una punta di curiosità attraversò il volto del ragazzo dai capelli biondi, sentendo il bisogno di ottenere più informazioni riguardo a quello studente misterioso che in quel preciso momento era intento a gesticolare e parlare velocemente. Era troppo lontano per essere udito da Bakugou ma di una cosa era certo: era davvero carino. 
Nonostante i propri pensieri Katsuki non era riuscito a calmare la rabbia verso il nuovo arrivato, che si immaginava come un mostro con quattro occhi e dei tentacoli. Per quel motivo quando entrò in aula si andò a sedere al proprio posto velocemente, venendo adocchiato dai suoi compagni di classe che curiosi gli chiesero che fine avesse fatto. 
"Lasciatelo stare, oggi ha il ciclo" disse Denki, facendo scoppiare il resto della classe in una fragorosa risata. Nonostante il cipiglio sul volto del ragazzo degli occhi color scarlatto, non poteva dire di non essere grato al suo amico per aver distolto l'attenzione da lui; non si sentiva dell'umore per avere a che fare con tutte quelle comparse. Non se doveva mantenere la concentrazione sull'inizio della lezione e così l'arrivo del nuovo studente. 

Il professor Aizawa entrò in aula con il suo solito sguardo annoiato, non riuscendo a credere di essersi svegliato in tempo per venire a lezione. Era una cosa che accadeva molto raramente eppure non aveva potuto fare altrimenti; Toshinori lo aveva letteralmente buttato giù dal letto contento di sapere che un nuovo studente sarebbe entrato a far parte della 2-A. Non ne sapeva bene il motivo ma a quanto pareva il suo amico provava un certo affetto per quei ragazzi e in parte ne capiva il motivo. Erano dei ragazzi diligenti, molto intelligenti e soprattutto rispettosi delle regole nonostante ci fossero alcune teste calde nella classe. Abbandonò il proprio borsone in un angolo remoto della classe, sperando di poterlo utilizzare come cuscino durante l'intervallo, lasciandosi poi cadere sulla sedia. Aprì il registro, con l'intenzione di fare l'appello per prendere del tempo mentre il preside Nezu faceva fare il giro della scuola al nuovo arrivato. Non ne sapeva molto ma gli faceva strano sapere che due dei suoi più cari amici si stavano comportando in modo strano per via di quel nuovo studente. Cominciò ad elencare il nome dei ragazzi, senza aspettare veramente una loro risposta, ignorando il fatto che dovesse mettere presente e assente nella spunta del registro. Sospirò quanto pronunciò il nome dell'ultimo ragazzo, non sapendo che altro fare prima dell'arrivo del nuovo ragazzo il cui nome era Izuku Midoriya. Non poteva di certo cominciare a spiegare e sapeva che non poteva aspettare in eterno. 
A pochi passi di distanza, vicino alla porta di entrata dell'aula un ragazzo dagli occhi smeraldo e i capelli dello stesso colore ascoltava pazientemente il preside, chiedendosi quanto tempo ci volesse per fare il giro della scuola. Lo aveva portato nelle aree principali, nonostante comunque sapesse che prima di imparare dove fosse cosa ci avrebbe messo dei giorni interi, parlando di continuo senza mai fermarsi. Non era che ad Izuku non interessasse ciò che quel signore stava dicendo, anzi gli faceva piacere sapere che la scuola fosse gestita da una persona tanto loquace, ma aveva davvero bisogno di sedersi. Per quel motivo quando vide che si stavano avvicinando all'aula della sua nuova classe Midoriya provò un profondo senso di pace, consapevole che di lì a breve avrebbe finalmente scoperto qual era il posto a lui assegnato. 
"Signorino Midoriya, vorrei congratularmi nuovamente con lei per la sua ammissione. So che potrà essere difficile per lei ambientarsi e per questo vorrei farle sapere che la porta del mio studio sarà sempre aperta se vorrà parlare - concluse così il preside non aspettandosi alcuna risposta da parte dello studente ed aprendo la porta dell'aula, lieto di vedere così tante facce giovani scalpitare nell'attesa di scoprire l'identità del loro nuovo compagno di classe - Professor Aizawa lo lascio a lei, spero veramente che possa essere una bella esperienza per lui e che possa andare d'accordo con i suoi compagni. Buona giornata ragazzi" disse semplicemente, alzando una mano in segno di saluto e lanciando un'occhiata in direzione dell'insegnante che recepì immediatamente il messaggio. Izuku dal canto suo si stava sentendo male, sentiva gli occhi di tutti quei ragazzi sul proprio corpo, i loro sguardi giudicarlo e le loro labbra incurvarsi per prenderlo in giro. Sentiva il cuore scalpitare nel suo petto, il respiro divenire irregolare e le sue guance imporporarsi lievemente. 
"Ragazzi, questo sarà il vostro nuovo compagno. Il suo nome è Izuku Midoriya e a seguito dei suoi punteggi nella prova di apertura è filato al primo posto nella graduatoria. Vuoi presentarti?" chiese il professore inconsapevole di aver appena messo il ragazzo dagli occhi color smeraldo in una posizione difficile. Non era solito parlare, soprattutto con persone che non fossero i suoi amici, e in realtà non sapeva nemmeno più quale fosse il suono della propria voce. Soprattutto quando provava un'ansia simile. Si trovò così ad inchinarsi, come a salutare tutti i suoi nuovi compagni, dirigendosi subito dopo sotto l'occhio vigile degli altri ragazzi al proprio posto. Voleva davvero che le cose per quella volta andassero bene ma la sua asocialità e la sua incapacità di relazionarsi con il prossimo lo stavano di nuovo mettendo alla prova. 

~ Val 🍃

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