Capitolo 6

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Mentre salgo le scale di casa, penso a come ho risposto poco fa a Mirko e mi sento un po' in colpa.
In fondo lui non mi ha fatto niente, anzi ha provato in tutti i modi di essere gentile... Non so cosa sia successo realmente con quella ragazza, forse lo sto giudicando male. Dovrei almeno provare a conoscerlo meglio.
No... aspetta! Marika ma che dici?? Se lo meritava.
Sono confusa... Non so cosa sia più giusto da fare. Devo chiarirmi le idee.
Non appena apro la porta sento un profumo buonissimo provenire dalla cucina, lo riconosco subito, ma certo!
Pasta alla carbonara, la mia preferita!
Mi siedo a tavola, e mangio tutto mentre racconto ai miei di come è andato il mio primo giorno di scuola qui.
Finito il pranzo, vorrei riposare un po' ma decido che è meglio iniziare a prepararmi, anche se Mirko verrà a prendermi fra circa un'ora.
Sanno tutti del mio essere ritardataria, ma questa volta faccio del mio meglio per essere pronta in orario. E ci riesco.
Guardo la sveglia sul mio comodino, sono le 15:27. Perfetto, almeno non dovrò subire le sue lamentele.
Sistemo velocemente la borsa con i libri da portare a casa di Mirko e sento suonare al campanello.
«Mamma apro io!»
Urlo per farmi sentire da mia madre e scendo velocemente le scale.
Mi sistemo i capelli prima di domandare "chi è?" e nel momento in cui lo faccio mi stupisco del mio gesto.
Perchè ti stai preoccupando tanto del tuo aspetto?
Apro la porta e me lo ritrovo davanti, non appena mi vede mi sorride.
«Lo sai che sei bellissima?»
«Si certo, come no?! Conosco il tuo giochetto, non ci casco!»
Marika! Potevi essere più gentile!
«Ma io ti ho soltanto fatto un complimento...»
«Okay, okay...»
Prendo il casco che mi sta porgendo, lo indosso e salgo sul suo motorino, cercando qualcosa a cui aggrapparmi.
Non trovo niente, l'unico modo è stringermi a lui. Sono imbarazzata, non so che fare, ma mi precede.
«Dovresti stringerti! Vuoi arrivare sana e salva o vuoi volare?»
Non mi lascia nemmeno il tempo di rispondere perché prende le mie mani e le stringe intorno alla sua vita, poi mette in moto e parte.
Quando nota che allento la presa però accelera e io mi ritrovo a doverlo abbracciare fortissimo per non rischiare di cadere!
Non dice niente, ma dallo specchietto vedo che sta sorridendo.
Lo so che neanche a te dispiace stare così!
Questa volta devo dare ragione alla mia vocina interiore...
Sento il suo profumo e il calore del suo corpo, anche se mi costa molta fatica ammetterlo, è una bella sensazione abbracciarlo.
«Ehi! Ti sei addormentata? Adesso devi lasciarmi andare eh!»
Pronuncia queste parole ridendo e io mi accorgo solo adesso che siamo fermi davanti casa sua.
Scendo subito dal motorino levandomi il casco e accenno qualche parola
«Ehm... s-scusami»
Che figura! Iniziamo proprio bene...
Saliamo a casa sua e viene ad aprirci una ragazza che, anche se non ho mai visto prima d'ora, conosco già.
«Ma perché non ti porti le chiavi di casa quando esci?»
Penso che non si sia ancora accorta della mia presenza così la saluto con la mano attirando la sua attenzione e Mirko ci presenta.
«Marika, lei è mia sorella. Sorella lei è Marika»
Mi fa ridere questo suo modo di parlare, ma non voglio darlo a vedere e provo a nascondere il viso nella mia sciarpa, ma con scarsi risultati.
«Piacere, Erika»
Mi porge la mano e io la stringo
«Piacere mio!»
Mi sorride e poi si rivolge al fratello
«È la tua ragazza?»
Arrossisco mentre vedo che Mirko esita, temo quello che potrebbe dire così mi affretto a rispondere al posto suo.
«No! Siamo in classe insieme. Mi sono trasferita qui da qualche giorno!»
Lei annuisce mentre Mirko mi prende per un braccio e mi conduce nella sua stanza.
Ho visto questa camera tantissime volte in video, ma adesso che sono veramente qui, mi rendo conto che è davvero bellissima!
Mi guardo intorno osservando tutto e Mirko se ne accorge. Non gli sfugge nulla!
«È bella la mia stanza, vero?»
«Tantissimo!»
Rispondo senza riflettere e per la prima volta dico ciò che penso realmente.
«Finalmente ti sento dire qualcosa di carino!»
Ride, poi mi ringrazia facendo una delle sue solite battute.
«Non ti abituare però!»
Per tutta risposta continua a ridere.
La sua risata è contagiosa, ma non posso cedere così facilmente.
«Allora che vuoi fare?» mi chiede come se non si ricordasse del compito che ci è stato assegnato stamattina dal professore
«Dobbiamo studiare! Ricordi?»
Mi guarda sbuffando e alza le mani in segno di resa prima di accendere il computer e prendere due fogli.
Sembrava fosse pronto per svolgere la ricerca, ma si rigira verso di me e tenta ancora una volta di sviare l'argomento "studio"
«Dobbiamo proprio?»
Crede che facendo gli occhi dolci riuscirà a convincermi, ma si sbaglia.
«Certo! Per quale motivo credi che io sia qui?»
Dal sorriso malizioso che fa, però capisco subito che era una domanda da evitare. Pensiero che trova conferma nella sua risposta.
«Non lo so... Magari per stare un po' con me?»

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