Ancora mi chiami "migliore amico"?...

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[Drriiin!]
-Su alzati tesoro mio<3
-Arrivo amore!
Ciao a tutti, lasciate che mi presenti, io sono George e, quella voce che avete appena sentito dire me di alzarmi, è quella del mio ragazzo, Dream.
So che probabilmente non vi interesserà ma, per chi volesse saperlo, oggi vi racconterò come ci siamo conosciuti io e lui, e come tutto è iniziato.
Quindi, se non vi interessa la storia, non siete costretti ad ascoltarmi per forza, se invece siete interessati, continuate pure ad ascoltare quello che sto per raccontarvi...
Era una fresca mattina d'autunno, si udiva il dolce fruscio delle foglie che cadevano pian piano dagli alberi, accompagnate dal cinguettare delle rondini che iniziavano già a migrare verso luoghi più ospitabili. Tutto magnificamente bello e rilassante, finché ad un tratto, sentii un brivido di freddo percorrermi la schiena. In seguito ad esso, la porta di camera mia si aprì improvvisamente, accompagnata da delle grida.
-GEORGE! Quante volte ti avrò detto di non tenere la finestra aperta di notte che in autunno entrano le foglie degli alberi, e poi, ti lamenti pure che c'è freddo in camera!
Eh già, quella che avete appena sentito era mia madre che, come ogni mattina, tende a svegliarmi bruscamente, rendendomi di pessimo umore.
-Dai mamma, si stava talmente bene! Un po' di freschetto non mi fa mica male.
Le risposi con tono disturbato.
-Certo... Però poi non venire da me dicendomi che stai male e che ti sei preso il raffreddore sai!
Mi fulminò con un solo sguardo.
-Ora vestiti! Che non voglio che arrivi in ritardo il primo giorno nella tua nuova scuola!
-Sisi, ora arrivo.
Mia madre uscì dalla stanza, io mi alzai dal letto, e mi misi una delle mie tante felpe blu, con un paio di pantaloni neri e delle scarpe da ginnastica.
Non feci nemmeno in tempo a fare colazione, da quanta pressione mi mise mia madre.
Arrivato in soggiorno potei notare mio padre gridare alla vista del telegiornale «Ragazzi e ragazze manifestano per le strade a favore dei diritti della comunità LGBTQIA+. Gli omofobi come la prenderanno a riguardo?»
- Oh santo cielo...Come sono cresciuti i ragazzi al giorno d'oggi? Tutto questo è inconcepibile. L'amore che dà alla luce un figlio è dato dall'unione tra un uomo ed una donna! I loro "esperimenti strani" di persone dello stesso sesso non le voglio nemmeno sentir nominare!!
Disse mio padre furibonda. Eh già... Che ci crediate oppure no, lui era omofobo.
E mia madre pure.
- Cambiamo canale va, che è meglio...
Disse con tono deluso mia madre.
- Su, sali in auto che andiamo a scuola.
Feci come mi era stato detto e ci iniziammo a dirigere verso la scuola.
Arrivati nel luogo, uscii dall'auto e vidi il cortile pieno di studenti. E, mentre varcavo l'ingresso della struttura, mia madre mi disse:- Vedi di comportarti bene. Non farmi fare brutte figure proprio il primo giorno!- poi mise in moto la macchina e tornò a casa.
Io intanto entrai a scuola.
Mentre giravo per i corridoi, guardandomi attorno un po' spaesato, mi scontrai contro qualcuno, e ci ritrovammo entrambi per terra.
Mi rialzai in piedi e gli porsi la mano per aiutarlo ad alzarsi pure lui.
- Scusami, non volevo, è stato un incidente, davvero!
Dissi molto dispiaciuto.
- Tranquillo, ma la prossima volta vedi di fare più attenzione!
Annuii col capo.
-Senti, ma... Sei nuovo? Non ti avevo mai visto prima d'ora.
- Ehm, sì! Sono appena arrivato in questa scuola.
Si capiva dal mio tono che ero ancora imbarazzato per via dello scontro accidentale.
- Come ti chiami?
Mi domandò.
- Chi? Io?
Mi resi subito conto, che era una domanda stupida. Eravamo praticamente gli unici in quel corridoio.
- No, quello dietro di te. Sto scherzando dai, è ovvio che parlo con te, con chi sennò?!
- Bhe, hai ragione.
Al susseguirsi di questa frase feci una risatina nervosa.
- Comunque, mi chiamo George!
- Piacere io sono Clay, ma puoi chiamarmi Dream!
Disse sorridendo.
Ci guardammo per qualche secondo, non sapevo cosa dire per rompere il ghiaccio e la tensione. Ma per fortuna, a farlo, fu la campanella che si mise a suonare annunciando l'inizio delle lezioni.
- Te sei uno del 1º anno giusto?
Mi chiese abbastanza convinto.
- In realtà... Sono del 3º anno.
- Ah. Sembravi più piccolo sai?
- E invece.. eheh
Sorrisi leggermente nonostante fossi ancora nervoso.
- Ad ogni modo, mi sapresti dire dov'è la 3ªA?
- Certo! A quanto pare sei in classe con me.
Mi disse facendo un sorrisetto.
- Seguimi, ti ci porto io.

«Amare è forse un crimine?»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora