CAPITOLO 8
Il giorno del processo scese dal suo jet privato per recarsi al tribunale di Portland, la città in cui era avvenuto l'attentato e in cui il colpevole era detenuto in via cautelativa. Era vestita con un sobrio ma elegante tailleur pantalone nero che le conferiva un'aria da avvocatessa facendola sembrare estremamente autorevole e sicura di sé. Nonostante ciò le mani le tremavano mentre apriva la porta d'ingresso del tribunale ed entrava con passo deciso nell'edificio.
Eccolo lì: occhi di ghiaccio, aria fiera e indomabile, capelli brizzolati e ciuffo ribelle. Un bell'uomo. Micaela sentì un brivido tra la paura, l'emozione, l'angoscia e un antichissimo sentimento che aveva dimenticato, ma che faceva ancora male. Era vestito elegantemente, come ci si aspetterebbe più da un avvocato difensore che da un imputato, e stava ritto in piedi con sguardo fisso davanti a sé. Aveva un'espressione impenetrabile. Non si era voltato a guardare chi fosse entrato nella sala anche se ovviamente doveva sapere di chi si trattava visto che era l'ultima persona che mancava all'appello.
Dall'altro lato della stanza un uomo alto, muscoloso, con la barba di due giorni, capelli e occhi scuri e un'espressione buona e generosa, ma decisamente poco a suo agio in quel contesto. Pareva francamente un pesce fuor d'acqua, ma anche lui suscitò un'emozione in Micaela. Fu come vedere un salvagente in mezzo al mare agitato.
Rachid si sentiva nervoso a stare a pochi metri di distanza dall'uomo che l'aveva quasi ucciso. La sua vita era già fin troppo intricata e complicata così com'era e trovarsi in quella situazione scomoda era l'ultima cosa che avrebbe voluto. Però lo doveva a Micaela. E anche a sé stesso. Guardò l'imputato e pensò che aveva una faccia da assassino. Cercò di farsi coraggio pensando che presenziare al processo era un dovere e che il suo amico Kevin lo aveva adeguatamente istruito suggerendogli come testimoniare, cosa dire e come comportarsi. Nel giro di un'ora, due al massimo, tutto sarebbe finito.
La porta si aprì ed entrò la persona che tutti stavano aspettando. Gli sembrò ancora più bella che in tv ed era esattamente come la ricordava quando l'aveva incontrata di persona. Dl vivo sembrava un po' meno alta, meno eterea, più reale. I loro sguardi si incrociarono per una frazione di secondo e il suo cuore si fermò, poi prese a battere in modo accelerato e scomposto.
"Piantala Rachid. Non fare l'adolescente. Non sei nemmeno un suo fan dopo tutto!"
Eppure vederla lo emozionava profondamente.
Lei si sedette compostamente, ascoltando attentamente le parole del giudice e degli avvocati che stavano riassumendo l'accaduto. Di tanto in tanto lanciava occhiate furtive all'uomo seduto al banco degli imputati che invece non la guardò mai. Non guardava nessuno. Teneva lo sguardo fisso sulla parete di fronte a sé senza nemmeno sbattere le ciglia. Rachid trovava inquietante il suo sangue freddo perché rivelava un'assenza di emozioni che solo una mente disturbata poteva avere. Durante un processo erano sempre tutti nervosi, era naturale. La situazione era stressante e dietro la compostezza di ognuno si intravedevano minimi segni di umano e comprensibile nervosismo. Ma non in quell'uomo di ghiaccio. Il giudice rivolse la parola a Micaela. Tutti nella sala trattennero il fiato, soprattutto Rachid. Sapeva che quei pochi secondi sarebbero stati decisivi e pregò che lei dicesse la verità.
"Sì, lo conosco"
Per la prima volta una reazione da parte dell'imputato. Uno sguardo che parve voler incenerire e polverizzare Micaela. Un odio che filtrava dai suoi occhi come lame da cui Rachid avrebbe voluto farle da scudo. Bastava quello per condannarlo all'ergastolo. Era evidente. Ma cosa poteva essere mai successo perché lui la odiasse a tal punto? La voce di Micaela era leggermente meno squillante del solito, ma era ferma e sicura.
"Ho delle dichiarazioni da rilasciare".
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Un angelo sotto copertura
Mystery / ThrillerUna star di fama mondiale con una vita segreta che nasconde mille insidie e pericoli. Un padre single, un uomo normale con un lavoro umile e una vita difficile e faticosa, ma tutto sommato serena. Come possono due vite così diverse intrecciarsi fin...