CAPITOLO 11
Rachid era appena tornato a casa dal lavoro e diede un bacio alla figlia dopo aver ringraziato come sempre la madre che gli aveva tirato a lucido l'appartamento, era andata a prendere Emma all'asilo e l'aveva intrattenuta con giochi e favole fino al suo ritorno.
Ancora una volta si chiese come avrebbe fatto senza i genitori e il loro prezioso aiuto e si ripromise di tener fede all'impegno che aveva preso con sé stesso: regalare loro una mini-vacanza in occasione del loro anniversario di matrimonio per farli rilassare e far loro passare qualche giorno senza impegni o incombenze. Pensò a quanto avrebbe voluto una famiglia come quella in cui era cresciuto, ma si riscosse pensando che la vita era andata diversamente e che ora era un padre single pieno di problemi. Il suono della risata spensierata di Emma lo riportò alla realtà e pensò che la felicità della bambina lo ripagava di ogni sacrificio e gli dava la spinta per andare avanti e fare sempre del suo meglio.
Proprio mentre stava preparando i vestitini puliti per Emma prima di portarla a fare il bagnetto serale, il suo telefono squillò. Era un numero sconosciuto. Rachid non rispondeva mai ai numeri sconosciuti perché di solito erano call center, pubblicità o comunque scocciatori. Diede un'occhiata alla bambina tutta intenta a guardare la fine della puntata del suo cartone preferito e pensò che gli dispiaceva interromperla. Nell'attesa che il cartone finisse rispose al telefono.
"Ciao Rachid"
Sentendo quella voce si pietrificò.
"Sono Micaela. Ti disturbo?"
Silenzio.
Micaela stava quasi per scusarsi e riattaccare, certa di aver sbagliato numero.
"Certo! Cioè no, no non mi disturbi. Non mi aspettavo che mi chiamassi. Ne sono felice"
"Sei stato molto gentile con me. Fin dall'inizio. Devo a te se ho trovato la forza di iniziare a liberarmi da un pesante fardello. Sembra che tu mi conosca davvero"
D'impulso Rachid disse: "Mi farebbe molto piacere incontrarti ancora. Pensavo che magari avevi bisogno di parlare con qualcuno coinvolto direttamente nel processo che possa capire anche solo lontanamente come ti senti. Immagino quanto dev'essere dura per te. Volevo dirti che mi dispiace davvero tanto per tutti i problemi che hai avuto e che hai. Dev'essere stato difficile fare finta di niente per tutti questi anni. Sappi che se ti va di parlare io ci sono."
"Grazie Rachid. Forse hai ragione. Mi farebbe bene parlare con qualcuno. Ma non è così semplice"
Con tono amaro continuò.
"Non posso certo incontrare qualcuno in pubblico, o andare a fare una passeggiata. Arriverebbero immediatamente folle di fans e giornalisti che si inventerebbero le storie più inverosimili. Posso frequentare solo persone appartenenti alla mia cerchia ristretta e non posso praticamente muovermi dall'hotel o da casa senza che si venga a sapere"
"Oh ma non è giusto. Non deve essere così. Non hai modo di eludere la sorveglianza in qualche modo? Del resto non si sa nulla di te e della tua vita. In qualche modo farai"
Pentito della sua schiettezza aggiunse: "Scusami, non volevo essere impertinente. Non volevo..."
"Non preoccuparti. Ho capito cosa intendevi."
Sospirò. "È difficile. Molto più di quanto pensi"
"Senti, perché non ci incontriamo a casa mia?"
Silenzio.
Rachid maledisse ancora una volta la sua impulsività. Non gli riusciva proprio di pesare le parole. Quello che passava nella sua mente usciva dalla sua bocca. Con che faccia tosta le proponeva una cosa simile? Erano praticamente due estranei! Lei non si fidava di lui! E come darle torto! Era stato terribilmente sfrontato e indiscreto. Non voleva sembrare un pazzo inquietante, e nemmeno un fan in delirio o un corteggiatore perché non era nessuna di queste cose. Era semplicemente una persona normale che provava empatia e solidarietà per un'altra persona normale per cui desiderava essere di conforto e aiuto, se possibile. Tutto qui.
"D'accordo si può fare"
"Davvero?"
"Mi farebbe piacere. Sarebbe una boccata d'aria per me. Un assaggio di normalità. Ne ho bisogno. E sento che posso fidarmi di te"
"Ti va domani verso le 2? Se non hai impegni..."
"Va bene. A domani"
Micaela riattaccò dubbiosa. Era un grosso azzardo. Per la sicurezza, per la privacy, per tutto. Però non voleva lasciare nulla di intentato. Quell'uomo era stato catapultato nella sua vita senza apparente motivo e l'aveva salvata per ben due volte: la prima materialmente, la seconda convincendola a tirare fuori i segreti pericolosi che stavano minacciando la sua incolumità. Aveva visto bontà e saggezza in quegli occhi scuri e nessun doppio fine. Non aveva mai cessato di credere nei segni del destino e quindi aveva deciso di seguire la corrente. Forse l'avrebbe aiutata a scoprire altre verità. Forse c'era un motivo per cui le loro strade si erano incrociate. Forse l'avrebbe aiutata a mettere fine a quella orribile storia che aveva avvelenato la sua vita negli ultimi dici anni.
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Un angelo sotto copertura
Mysterie / ThrillerUna star di fama mondiale con una vita segreta che nasconde mille insidie e pericoli. Un padre single, un uomo normale con un lavoro umile e una vita difficile e faticosa, ma tutto sommato serena. Come possono due vite così diverse intrecciarsi fin...