Una fredda sera d'autunno 🍂 (1)

189 8 11
                                    

𝓐𝓽𝓽𝓸 𝓹𝓻𝓲𝓶𝓸 🐿

Montreuil, Saint Denis, France (Paris)

27 marzo 1995

-Sancœur, dove diavolo sei finita?!-

Nathalie sospirò, mettendo da parte l'orgoglio e la testa china che aveva tenuto seppelliti per mesi davanti a tutta quella sgarbatezza, permettendosi di rivolgere uno sguardo d'odio al titolare di quel ristorante stellato che già da qualche tempo godeva di una reputazione assai discutibile.

-Sono qui... Ora spiegami, di grazia, cos'hai da borbottare tanto...-
Il capo sollevò un sopracciglio indignato e segnalò la porta sul retro delle cucine col pollice.

-C'è un moccioso che ti cerca.-

Nathalie chiuse il getto della cannella e si sfregò le mani sul grembiule, sorpassandolo con furia.
Aprì la porta di corsa, sistemandosi la fascia che aveva in capo per tenere indietro i capelli lunghi di un cobalto vivo come il cielo raccolti in una treccia.

-Ran!- Esclamò allungando una mano per scompigliare i capelli pel di carota di suo fratello.
Era un ragazzetto magrolino, avrà avuto dodici anni, gli occhi verde acqua e vivaci, vestiva dei jeans strappati impataccati da graffi neri da asfalto e aveva una camicia rossa aperta, lo skate alla mano.

-Ti ho detto di non chiamarmi così sorellina...-

-E io ti ho detto di non venire qui, perché ti trovi in zona?-
Chiese severamente.
Rouen guardò altrove, per non guardare il grembiule bianco di sua sorella bagnato dall'acqua dei piatti e i capelli in disordine che le toglievano avvenenza, contrasse le labbra in una smorfia e sospirò.

-La vera domanda è che cosa ci fai tu quì...-
Nathalie spalancò gli occhi turchesi attonita mentre il suo fratellino apriva le braccia per cingerle la vita, era quasi alto quanto lei. Nathalie si stava perdendo la crescita di suo fratello per potersene creare una propria, non si vedevano quasi più ma lei nutriva la necessità di uscire da quel guscio e ritrovarsi nel mondo, un mondo che un tempo era colorato e pieno di spunti dai quali iniziare e che adesso le avevano drenato energia.
-Mi avevi detto che svolgevi un lavoro onorevole e che ti trattavano bene, non voglio che tu lavori qui.-

-Basta Ran. È indispensabile che compia questo passaggio ora, e ho bisogno di fare le mie esperienze; adesso vai a casa e aspettami lì, d'accordo?-

-Torna a Montmartre da noi...-
Chiese un'ultima volta con gli occhi acquosi, separandosi da lei e vedendo una crepa nella risolutezza di sua sorella.

-A casa...-
Sussurrò piano dandogli le spalle per poi chiudere la porta e appoggiarsi a quella.
Sospirò pesantemente sollevando gli occhi agli altri membri della cucina, che come al solito non sapevano farsi gli affari loro e la fissavano senza discrezione alcuna: lì sorpassò senza guardarli in viso e tornò a lavare la montagna di piatti che s'era accumulata dopo quel pranzo delle famiglie borghesi più influenti.

-Sancœur, esci e servi il cliente che è rimasto nella sala bar.-

La prima cosa che Nathalie avrebbe fatto se avessero accettato la sua richiesta alla torre di Montparnasse sarebbe stato scrivere una cascata di calunnie sulla gente che per anni l'aveva trattata come immondizia... ohh quanto avrebbe voluto farlo, se solo fosse stato possibile.
Sospirò guardandolo dritto in quegli occhi vuoti, come a voler sfidare un muro con un cuore in affitto che ormai non aveva più da dare niente a nessuno, già all'epoca, poco più che ventenne, la ragazza aveva una tenacia e una testa alta inarrestabili, un entusiasmo e un'energia senza precedenti... non avrebbe utilizzato mezzi termini con nessuno, probabilmente sentiva in cuor suo di essere nata per governare un impero sul quale non tramonta mai il sole, e quel giorno era più vicino di quanto lei potesse immaginare.

〔A Storm in a teacup 🍵〕 𝑮𝒂𝒃𝒆𝒏𝒂𝒕𝒉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora