Per quanto mi sforzassi di fingere di aver superato tutto e di non stare male, c'era sempre chi riusciva a vedere attraverso le mie bugie.
Uno di questi era proprio Blake, un mio vecchio compagno di scuola.
Blake era più grande di me di quasi tre anni e, per questo motivo, mi trattava sempre come fossi quasi sua sorella minore.
Avevamo un bel rapporto, tutto sommato, ma purtroppo per qualche strana ragione non ci vedevamo più da un po'.
Una mattina, per pura casualità, lo incontrai in un piccolo bar di cui l'unico cliente era lui.«Guarda guarda chi si rivede!» esclamò poggiando un braccio sul bancone, invitandomi a sedere accanto a lui.
«È da un po' che non ci sentiamo, come stai Evans?» chiese con un ghigno beffardo. Sempre il solito finto stronzo.«Sei cresciuto, eppure il quoziente intellettivo resta sempre quello. Non è così, Turner?» esclamai divertita, sentendolo ridere di gusto.
Blake era un bel ragazzo con il fisico asciutto e ricoperto di tatuaggi. I capelli scuri e lisci incorniciavano il suo viso spigoloso, facendo più piccoli i suoi occhi neri a mandorla.«Due birre» disse al barista che annuì e sparì dietro delle grandi macchine.
«Allora, che mi racconti? Ho saputo che ti sei fidanzata, come va con il prode cavaliere?» chiese sorseggiando un drink ordinato in precedenza.«Diciamo che il "prode cavaliere" mi ha lasciata perché non provava più le stesse cose» accennai un sorriso, ringraziando il cameriere per le due birre.
«E, a distanza di cinque giorni, lui era già fidanzato con un'altra» feci spallucce, bevendo un sorso.«Ah beh, sei sempre stata particolarmente attratta dagli stronzi» ammise sincero, ritrovandomi ad annuire. Aveva ragione, in effetti.
Per quanto sembrasse strano, Blake mi conosceva davvero bene nonostante non passassimo molto tempo insieme.«Ricordi quella volta in cui venni sospeso?» ridacchiai sorseggiando la birra. Blake annuì divertito, ricordando quella giornata di qualche anno prima.
Come ogni mattina stavo aspettando Blake nella classe di letteratura inglese, ma di lui neanche l'ombra.
Improvvisamente, proprio mentre la professoressa entrava in classe, un suo messaggio illuminò lo schermo del mio cellulare.
"Raggiungimi in bagno" diceva. Non era la prima volta che Blake mi scriveva un messaggio del genere, così inventai una scusa e uscii dalla stanza. Corsi per i corridoi così da non farmi beccare da nessuno e, quando raggiunsi i bagni maschili, richiusi la porta alle mie spalle.«Biondina!» esclamò ridacchiando, prima di scombinare i miei capelli scuri in un gesto affettuoso.
«Ancora con questa storia? Ma non vedi che i miei capelli sono neri?» risi a mia volta, sedendomi sul pavimento.
«Ecco a te» si mise in ginocchio per arrivare all'altezza del mio viso e mi porse una sigaretta. Sorrisi complice.
«Scoppierà l'allarme antiincendio, lo sai» rigirai la sigaretta tra le dita, ben consapevole del fatto che saremmo finiti in presidenza. Ancora.
«Ci è mai importato qualcosa dell'allarme, biondina?» rise accasciandosi accanto a me. Puzzava d'erba, ecco perché non si era ancora presentato a lezione.
«No, assolutamente» feci spallucce portando la sigaretta tra le labbra, poi la accesi e iniziai a fumare in compagnia di Blake.
Come al solito, l'allarme scattò quasi all'istante ma quel giorno non corremmo via. Io spensi la sigaretta contro la suola della scarpa, poi la gettai nel water. Blake, invece, continuava a fumare e ridere come niente fosse anche quando fummo costretti ad andare in presidenza.«Turner. Evans» salutò il preside scocciato dai nostri continui guai.
«Signor preside! Ma è un piacere rivederla!» Blake si accomodò accanto a me, riponendo il pacchetto di sigarette nella tasca posteriore del jeans.
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Everything you don't know.
Lãng mạnLa vita di Faith, un'adolescente riservata dagli occhi chiari come il ghiaccio che prova a superare i suoi traumi causati da un'infanzia turbolenta e da genitori completamente assenti, viene sconvolta da uno sconosciuto dal buon profumo ad un ballo...