Carola
«Dimmi tesoro».
«Ti va un boccone per cena?» chiede Carola muovendosi su e giù per la sua stanza.
«Ehm... certo, solo una cosa però: Giovanni?».
«Marci, lascia stare. Ho bisogno di uscire da queste quattro mura.
«Stai bene?».
«Si, non preoccuparti» risponde per calmarlo. "Come mi conosce...".
«Va bene, non insisto. Dopo ne parliamo però, non mi scappi».
«Ok... a che ora?».
«Anche subito se ci sei, volendo. Io stavo per ordinare del sushi».
«Dammi dieci minuti e sono da te».
«Se mi dici quello che vuoi intanto ordino: prima delle 21:30 non arriverà nulla, se tardiamo ulteriormente finiremo con il cenare a mezzanotte».
«Quello che prendi tu, non ho molta fame» risponde stringendo quel dannato pezzo di carta nella mano sinistra.
«Non hai fame?» esclama il ballerino dall'altro capo della cornetta. « Da questo capisco che è successo qualcosa di grave».
«Ci vediamo tra una decina di minuti» taglia corto Carola, forse in maniera un po' troppo brusca, riattaccando.
Prende dall'armadio un vestito molto semplice rosa, probabilmente non adatto per la sera ma non gliene importa nulla al momento. Lo indossa trafilata, assieme ad un paio di sabot nere, fin troppo usate. "La borsa" pensa afferrando l'accessorio da sopra una poltroncina in un angolo e assicurandosi che contenga tutto il necessario.
Non respira più in quella camera, i muri si stanno facendo sempre più vicini e come in un incubo che faceva sempre da bambina tra poco si troverà schiacciata in mezzo alla pareti della sua stessa stanza.
«Dove vai?» chiede Giovanni confuso, che con tutta probabilità si è accorto di Carola che uscendo dalla porta della sua stanza va diretta verso l'uscita dell'appartamento.
«A cena con Marcello» risponde con un filo di voce.
«Non me lo avevi detto». Giovanni non è arrabbiato, è solamente molto confuso e gli si legge negli occhi la preoccupazione che sta provando in questo momento. I suoi occhi cercando quelli di Carola in maniera disperata, in cerca di quello che li ha sempre legati.
«Mi sono dimenticata, scusami».
«Non preoccuparti» dice facendosi per avvicinarsi ma Carola fa un passo indietro verso la porta.
«Ci vediamo dopo» gli dice con un mezzo sorriso.
«Carola, dimmi che succede» la prega con un tono di supplica chiara. Non può rispondergli lei, non può farlo, perché nemmeno lei lo sa. L'unica cosa certa in questo momento è che sente l'irrefrenabile esigenza di andarsene da lì, allontanarsi da quella casa e da lui.
«Vuoi che me ne vada?» Aggiunge non ricevendo risposta.
Carola scuote la testa: «No, sono solo confusa».
Giovanni si porta una mano sulla testa, con il volto incrinato.
«Puoi esserlo, ma non escludermi. Parlami».
Lei abbassa la testa, fissandosi i piedi.
«Devo andare» ribatte facendo un passo indietro e girando la maniglia della porta. All'improvviso sente la mano di lui sulla spalla e quel contatto la fa bloccare.
«Io sono qui per te Carola».
«Lo so Gio', lo so»....
Con la metro ci ha messo davvero un attimo ad arrivare a casa di Marcello, o meglio nel suo monolocale al piano terra di un edificio della Parigi moderna.
«Sono qui fuori» grida bussando alla porta.
«Oh, sei tu» esclama lui deluso aprendo la porta ed incontrando il suo sguardo. «Speravo fosse il cibo» scherza.
Ormai di casa Carola lo supera e si fionda bella stanza, senza digli nulla.
«Ok...» bisbiglia Marcello confuso.
«È un disastro...Sto impazzendo» inizia a farneticare portandosi le mani alla testa.
«Respira, tesoro respira».
«Non ce la faccio! È tutto così ... mi manca l'aria».
«Guardami Caro» sussurra Marcello avvicinandosi e prendendole le braccia per bloccarla. «Respira, uno, due e tre ... come con il ballo, un passo alla volta, piano piano».
Carola sente che l'universo le sta cadendo addosso come una valanga prepotente e lei non riesce a scansarsi.
«Io... io non so cosa fare» biascica con la bocca impastata nel pieno di un attacco di panico.
«Andiamo in cucina, prendi un bicchiere d'acqua e mi racconti tutto, partendo dall'inizio».
«Io non ce la faccio...».
«Si invece Giulietta mia. Puoi tutto».
Carola scoppia a piangere, crollando tra le braccia di Marcello, che la cinge stretta in modo rassicurante. «Butta tutto fuori, tutto quanto».
Una lacrima alla volta Carola si lascia andare, elimina l'angoscia come fosse una tossina nel suo organismo e piano piano riprende a respirare, tra un singhiozzo ed un altro.
Ci vogliono parecchi minuti in cui Marcello la culla piano, in silenzio, prima che lei trovi la forza di alzare la faccia dall'incavo della sua spalla. «È tutto un fottutissimo casino» biascica....
«Bevi. Avrei anche un po' di alcool ma direi che non è il caso» sorride lui porgendole un bicchiere di acqua presa dal frigorifero. «È bella fresca» aggiunge notando l'indecisione di lei.
«Grazie».
«Figurati».
«Mi dispiace per Questa scena pietosa.. sono pessima» si scusa con il viso ancora rosso dal pianto e gli occhi pesti.
«Non dire cavolate Carolina, lo sai che sono qua per te e... ah il sushi! Finalmente» esclama correndo verso la porta richiamato dal suono del campanello. «Un momento, tesoro».
Carola nel frattempo che il suo Romeo recupera il cibo per entrambi, si dirige verso il divano e si siede, abbracciando uno dei pesanti cuscini in raso che lo adornano, come se fosse uno scudo contro le paure. Sulla scansia vicino alla tv è pieno di foto, alcune delle quali ritraggono anche lei, insieme a Marcello durante lo spettacolo. "Che teneri" pensa notandone una piuttosto recente della prima di Romeo e Giulietta a Roma.
«Io c'ero»
«Cosa?» ribatte lei incredula. "Devo aver capito male sicuramente".
«La prima a Roma, c'ero, solo che non sono entrato».
Se lo ricorda bene quanto aveva sperato che lui fosse tra il pubblico, di riuscire ad incontrare il suo sguardo fiero. Era rimasta molto delusa, tanto, fin troppo, ma in qualche modo lo aveva perdonato, aveva fatto i conti con la sua assenza. Ed ora scopre che lui era li, fuori ma era lì, a pochi metri da lei, per lei... perché non è mai entrato? Perché non glielo aveva detto? Era persino arrivata a pensare che lui manco sapesse che lei aveva lo spettacolo quel giorno, indaffarato e preso da se stesso com'era....
«Ecco qua del sano e ottimo sushi» riporta alla realtà Carola Marcello posando sul tavolino la il sacchetto di carta con il cibo all'interno.
«Bacchette?» chiede.
«Ovvio» risponde lei con un sorriso.
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IL MIO SBAGLIO SULLE OSSA
Fiksi PenggemarE se tutto non fosse così complicato come sembra? "Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?». «Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma...