🏁🏎[COMPLETA]🏎🏁
♡•~Due come noi non possono impigliarsi nelle ragnatele dei rispettivi cuori.~•♡
Gp del Bahrein,2022
《Cercavi dello champagne per festeggiarmi?》
《Può darsi.》
《Troppo indecisa, lo prendo come un no, forse preferisci ballare?》
《Prop...
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Gp d'Ungheria, 2022
Save your advice 'cause I won't hear You might be right, but I don't care There's a million reasons why I should give you up But the heart wants what it wants.
Elena
Era l'ultimo Gp prima della pausa estiva ed io ero stata tesa, come una corda di violino, tutto il weekend.
La gara, poi, mi aveva dato il colpo di grazia e mi aveva resa nervosa.
Nervosa perché si poteva fare di più per Carlos e Charles, ma non ci eravamo riusciti.
Nervosa perché la chiacchierata con Lando, in Francia, mi aveva messa in allarme.
Nervosa perché non avevo ancora deciso se accettare o meno l'invito di Charles.
Ebbene sì, la mia complicata esistenza non faceva altro che complicarsi.
Il predestinato era riuscito ad ignorarmi per un po', ma, poi, era riapparso con un bigliettino e mi aveva fatto venire voglia di scappare con lui, ancora.
Lando Norris, invece, mi aveva cercata, alla festa post Gp, per ricordarmi del nostro patto.
Lui aveva fatto la sua parte, aveva sparso la voce che quella storia della ragazza di Leclerc fosse una bufala.
Io avrei dovuto fare la mia, che ancora non sapevo quale fosse, se mi fossi fatta beccare in compagnia di Charles, così aveva deciso Lando.
Quindi mi trovavo a un bivio: Presentarmi all'appuntamento con Charles ed essere me stessa o rimanere in hotel, fare le valigia e partire con il primo aereo disponibile.
La prima opzione era la più rischiosa, la seconda era la mia comfort zone.
Mi misi sul letto e iniziai a valutare i pro e i contro.
Pro: Charles mi piaceva, inutile ignorare il mio cuore che faceva le capriole, ogni volta che finivo nel suo campo visivo.
Contro: Ovunque fossimo andati, qualcuno avrebbe potuto vederci e dirlo in giro.
Pro: Domani sarei, in ogni caso, ripartita per l'Italia e non avrei visto Charles per un mese, era davvero la nostra ultima occasione.
Contro: Se ci avessero visti insieme e l'avessero fatto sapere alla Ferrari, avrei perso il mio tirocinio, la mia laurea e Charles.
Non avrei risolto nulla così. Allora, presi tra le mani e lessi, più e più volte, il bigliettino che mi aveva dato il folle Lord Perceval.
La mia curiosità e la voglia di rivederlo, prima di stare un mese distanti, ebbe la meglio su tutti i contro.
Non avevo idea di dove mi avrebbe portata, nel dubbio, scelsi un vestito semplice.
Mi precipitai nel parcheggio dell'hotel e giunsi alla sua auto nera, come la notte senza stelle sopra di me.
Il predestinato non tardò molto e quando mi vide, i suoi occhi color del mare si accesero.
Probabilmente, non credeva che sarei venuta e invece, a quanto pare, ero una brava ragazza che amava mettersi nei guai.
《Ciao Milady, salta su. 》disse così, mentre mi apriva la portiera come un vero gentleman.
《Grazie per essere venuta, giuro che renderò questa notte indimenticabile. 》continuò.
《Lo spero proprio, Lord Perceval. 》replicai io.
Mise in moto e imboccò l'autostrada per lasciare Budapest, mi chiesi cosa avesse in mente.
《Oh, non hai idea di cosa ti aspetta, ma sono certo che ti piacerà da matti. 》sembrò leggermi nel pensiero.
《Ah e dimenticavo, questa sera, abbiamo una regola: Non si parla di lavoro. Stasera, siamo solamente io e te. 》chiarì questo punto, che gli stava particolarmente a cuore e tacque.
Lui si concentrò sulla guida per il resto del viaggio, che durò circa due ore, e io rimasi in silenzio, in attesa di capire dove stessimo andando.
"Fertőd" pare fosse questa la nostra destinazione. Non avevo mai sentito nominare prima quel posto.
La Ferrari di Charles si fermò davanti ad un enorme cancello in ferro battuto.
Scesi dall'auto e incominciai a guardarmi intorno mentre Charles, una volta parcheggiata l'auto, si mise a cercare una chiave in un enorme mazzo di chiavi.
La trovò, aprì il cancello e mi fece cenno di seguirlo.
Io ero sbalordita, davanti ai miei occhi troneggiava un palazzo gigantesco, al quale si accedeva tramite due splendide scalinate in pietra.
《Charles Leclerc?! Che posto fantastico è questo? È un sogno? Se lo è, non svegliarmi. 》non riuscii a contenere il mio entusiasmo.
《Milady, le dò il benvenuto nella Versailles Ungherese, il palazzo Esterházy. 》adoravo quel soprannome ma non lo avrei mai ammesso ad alta voce.
A quel punto mi guardò intensamente, gustandosi il mio stupore, poi mi prese la mano e annunciò: 《Vieni, ho una sopresa per te. 》
Entrammo in quel magnifico palazzo in stile Rococò ed io ero affascinata da tutto quello che incontrava il mio sguardo.
Arrivammo in una grande sala, che sembrava avere un po' la forma di una grotta.
Il soffitto era divinamente affrescato e nelle pareti si trovavano delle nicchie con magnifiche statue.
Charles lasciò la mia mano per avvicinarsi a qualcosa in un angolo: un pianoforte.
Non avevo idea che sapesse suonarlo così bene e gli sedetti accanto mentre lui, concentrato, suonava non so quale sinfonia.
Quando terminò, gli sorrisi e dissi: 《Sei soprendente, Charles Leclerc, per due motivi: Primo, suoni da Dio, c'è qualche cosa che non sai fare, a questo punto? Secondo, questo posto stupendo dovrebbe essere chiuso da ore e, invece, siamo qui e hai le chiavi, come hai fatto? 》
《Primo, mi piace tenere qualche mio talento nascosto. Secondo, ho firmato una trentina di autografi per tutta la famiglia del custode, così mi ha lasciato le chiavi per tutta la notte. 》rispose lui con il suo solito sorrisetto a cui nessuno saprebbe dire di no.
《Comunque, le sorprese non sono ancora finite, seguimi. La Sala dei Banchetti ci aspetta. 》detto questo, si alzò e io lo seguii.
La Sala dei Banchetti era ancora più bella della precedente: affreschi, lampadari di cristallo e decorazioni in oro.
Charles scovò, non so dove, un giradischi, fece partire un valzer, mi prese una mano e mi trascinò al centro della sala.
Incominciammo a volteggiare, come due piume, io stretta al suo collo e lui con le mani sui miei fianchi.
Eravamo persi uno negli occhi dell'altro finché, il valzer finì, lui prese l'iniziativa e mi baciò.
Un bacio lento e appassionato che sapeva di frustazione, distanza e mancanza.
Un bacio sbagliato come lo eravamo noi due insieme.
