𝟝𝟞 - ℙ𝕖𝕥𝕖𝕣.

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Verso la metà di ottobre, non era cambiato nulla

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Verso la metà di ottobre, non era cambiato nulla.

Zoe passava le sue giornate nella solita e noiosa monotonia: addestramenti - decisamente ridotti rispetto ad un anno prima -, missioni semplici, sbuffare di continuo, maratone di How I Meet Your Mother e The O.C., portare Blue a passeggio, sbuffare di continuo, conferenze stampa in cui venivano illustrate le ultime missioni concluse con successo dagli Avengers, riunioni inutili con Ross, sbuffare di continuo e andare a trovare Strange e Wong al Santuario.

E poi, cosa più frequente, Zoe sbuffava di continuo.

La vita al Complesso era diventata noiosa al massimo, nonostante avesse ogni giorno - o quasi - qualcosa di diverso da fare. La parte che più odiava erano le conferenze che li costringevano a passare ore ed ore davanti ai giornalisti a rispondere a delle domande piuttosto idiote sulla vita della squadra dopo gli Accordi. Ogni tanto facevano qualche domanda sui loro compagni ricercati, ma Zoe cercava sempre di non rispondere a quel tipo di domande.

Tony, invece, si limitava a dire soltanto che non avevano loro notizie senza divulgarsi troppo. Anche lui non voleva mai rispondere a quel tipo di domande ma Tony, che era decisamente più abituato alle conferenze, aveva capito che pur di mettere a tacere i giornalisti doveva dare un qualunque tipo di risposta. Che sia lunga o breve, dovevano farlo. Zoe, però, si rifiutava di dare un qualunque tipo di informazione su di loro, così Tony correva sempre in suo soccorso. E, come lui, di tanto in tanto lo faceva anche Rhodes.

Quella mattina, Zoe era stata buttata giù dal letto prestissimo per partecipare all'ennesima conferenza stampa sulla sua missione in New Jersey di qualche giorno prima. Per tutto il tempo della conferenza, a cui però aveva partecipato da sola, non aveva fatto altro che sentire sempre le stesse tipologie di domande: come aveva fatto a catturare il trafficante, come avesse fatto a rintracciarlo, se lo avesse catturato utilizzando i suoi poteri.

A quest'ultima domanda dava sempre un No come risposta standard, perché per quel tipo di missioni le vietavano l'uso dei poteri. O, almeno, lo vietavano solo se non lo ritenevano necessario. Era chiaro che, se il criminale in questione iniziava a utilizzare le armi contro di lei, Zoe aveva tutto il diritto di difendersi a proprio modo. Magari lei stessa, in un primo momento, rispondeva con pistole e pallottole, ma quando si ha a che fare con un trafficante d'armi e tu sei una potenziata principalmente specializzata in magia, le pistole per te passano sempre in secondo piano. E questo era ciò che accadeva spesso a Zoe, per questo alla fine ricorreva sempre all'uso dei suoi poteri.

Su questo punto, l'unica raccomandazione che Ross le faceva era che l'uso dei poteri era autorizzato in casi estremi, ma severamente vietato se nei paraggi erano presenti civili che potevano venire coinvolti involontariamente nelle lotte. Fortunatamente, ogni volta che Zoe era dovuta ricorrere ai suoi poteri non c'erano mai civili o qualcuno rischio. I trafficanti d'armi, di solito, si aggiravano in luoghi isolati e difficilmente raggiungibili dalla gente comune. Quindi, ogni volta in cui lei si presentava per catturarli, non ci metteva molto a metterli al tappeto. Con il criminale catturato in New Jersey non era successo niente di nuovo e niente che non si aspettasse: era arrivata lì, in questo bunker sotterraneo rintracciato dallo S.H.I.E.L.D., si era ritrovata faccia a faccia con il trafficante e lui, dopo un po' di insistenza, alla fine si era arreso. Di solito, la prassi era quella. E per l'appunto, Zoe non era dovuta ricorrere ai suoi poteri.

GROWN • Steve RogersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora