Ritornavamo a casa con le luci del mattino

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Quattro e dieci del mattino, mi sentii chiamare da Marco.
"Chloeee, Chloeee, Chloe De Santis, ti prego svegliati." sussurrò Marco.
"Cosa vuoi Marcolino?" tenei ancora gli occhi chiusi, non riuscii ad aprirli.
"Non ho più sonno, possiamo uscire e andare a farci una camminata, ti prego ne ho bisogno."
Mi girai e lo visti ancora con il pigiama che gli avevo dato solo che si tolse la maglietta durante la notte. (mado io sarei svenuta)
"Va bene, fammi cambiare-" mi interruppe.
"No ti prego, andiamo così, in pigiama, tanto chi vuoi che ci sia in giro?"
"Va bene, almeno mi metto le scarpe."
"Mi passi pure le mie? Graziee"
"Nulla amore"
Diedi a Marco una mia felpa e le sue vans.
Uscimmo da camera mia e ci avviammo verso la porta.
Mi prese la mano intrecciando le nostre dita e iniziammo a camminare.
Non sapemmo dove andare, così andammo un po' a caso.
Non parlammo per un po' di tempo fino a quando non ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere.
Dopo quella risata mi chiese come stavo. Non capii perché mi chiese proprio come stavo, risposi ugualmente.
"Tutto bene, o forse devo ammettere che con te sto bene, ci conosciamo da tre giorni e da questi tre giorni sto veramente bene, nessuno mi ha mai fatta sentire così, nessuno mi ha dato così tanta importanza e nessuno mi ha mai abbracciata quando dormo, nessuno mi ha mai tenuto così la mano, nemmeno il mio ex ragazzo, Luca, non l'ha mai fatto, non so il perché ma odiava "fare cos'è troppo romantiche"" mi fermai e lo guardai ridere.
"Scusa ma non riesco a non ridere al "fare cos'è troppo romantiche" iniziò a ridere sempre più forte. Lo guardavo perplessa.
"Ma..." non riuscii a trattenermi ancora e iniziai a ridere pure io.
"Era uno stronzo" dissi io tra una risata e l'altra.
"L'ho notato amore" ridevamo ancora più forte, mi uscirono le lacrime dagli occhi.
"Ok ok ok, forse faceva un po' ridere."
"UN PO', AMO STO SCHIATTANDO" rincominciò a ridere, amavo la sua risata.
"Ok, comunque mi sento importante dopo ciò, sono felice di farti un effetto che nessuno ti ha mai fatto, sono veramente tanto, tanto felice e fiero di me."
"Grazie Marcolino, grazie davvero per tutto. Sei speciale."
Uscì dalla tasca un pacco di sigarette.
"Ne vuoi una?" mi chiese porgendomene una.
"Va bene dai."
Iniziammo a fumare seduti sullo scalino di una casa.
Finita quella sigaretta ci avviammo di nuovo a casa cantando qualche sua canzone. Si fecero le 5:30 del mattino e già stava spuntando il sole.
Si tolse la felpa rimanendo a petto nudo. Ci riabbracciamo e ci addormentammo.

scusa se piango. // kiddrastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora