CAPITOLO LV

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Carola

L'amore è vaporosa nebbiolina formata dai sospiri; se si dissolve, è fuoco che sfavilla scintillando negli occhi degli amanti; s'è ostacolato, è un mare alimentato dalle lacrime degli stessi amanti. Che altro è esso? Una follia segreta, fiele che strangola e dolcezza che sana.

«Questi huramaki sono deliziosi» borbotta con la bocca mezza piena Marcello strappando un sorriso a Carola, che da quando ha introdotto qualcosa nello stomaco sta relativamente meglio e riesce a pensare più lucidamente.
«Hai ragione» dice prendendone uno anche per se.
«Allora, sei pronta a parlare di quello che è successo oppure hai bisogno di un altro po di tempo?».
«Ho visto Luigi».
«Lo sapevo già, me lo avevi detto e ne avevamo già parlato di quello che ...».
«Ieri, dopo le prove» lo interrompe.
«Ah» borbotta Marcello stupito.
«Mi... mi ha detto che mi ama».
Il ballerino quasi ha un mancamento e ci manca poco che rimanga strozzato dall'huramaki che gli va di traverso. «Tu... stai..» farfuglia tra la tosse. «Tu stai scherzando, vero?».
Carola scuote piano la testa e lui posa le bacchette sul tavolino: «Mi stai dicendo che lui,  Luigi, quello che pensavi essere l'amore della tua e per cui provi ancora chiaramente qualcosa anche tu, anche se non vuoi ammetterlo, ti ha detto che ti ama e tu sei qui con me a mangiare del sushi, ottimo sushi, per carità, ma pur sempre sushi e non sei con lui?!».
«Esattamente».
«Quel pianto? Il motivo?».
«Non so cosa voglio Marcello. Da una parte so che lo amo ma dall'altra so che sarebbe un salto nel vuoto. Ho paura di soffrire, di ritrovarmi ad essere solo l'ombra di me stessa».
«Se lo ami non hai scelta».
«Si invece, potrei stare con Giovanni, vivere con lui una bella storia ed essere felice».
«Tu vuoi vivere una storia o la storia d'amore della tua vita? Sei così codarda da accontentarti delle briciole quando puoi avere tutta la pagnotta?» la incalza lui deciso.
«non è questione di coraggio...» inizia lei ma viene prontamente interrotta.
«E cos'è allora? Rinneghi un sentimento per paura di soffrire. So che Giovanni ti piace, è un bravo ragazzo e sa stare al tuo fianco ma tu ti stai scegliendo un uomo non una macchina: lascia perdere l'affidabilità e la sicurezza, guarda ai sentimenti, al cuore. Ti ho vista piangere, disperarti pensando che Luigi fosse andato avanti e ti ho vista rifiorire solo grazie alla danza e alla tua caparbietà ma non sei mai sbocciata del tutto. Lui ti manca, hai bisogno di lui nella tua vita, che tu voglia ammetterlo o meno ma tesoro sei troppo intelligente per non farlo».
«Certo che ho bisogno di lui nella mia vita ma temo che non sarà in grado di esserci per me» confessa Carola.
«Io lo amo ancora e lo sai» confessa lui riferendosi al suo ex «Sono andato avanti, ma lo amo ancora e darei tutto per avere la possibilità di ricominciare con lui, tutto. Non ti rendi conto del regalo che hai avuto piccola Carola perché credimi io ho sofferto da questa separazione, non c'è bisogno che te lo dica, ma per niente al mondo cancellerei i ricordi con lui. Non sai se andrà bene o male, non puoi saperlo ma viviti questa storia, datti un'opportunità di amare». Marcello ha gli occhi lucidi mentre parla della sua storia passata e Carola si avvicina per abbracciarlo. "Lui ha provato ad esserci per me" si insinua un pensiero nella sua testa. "Il fermaglio ... lui c'era".
«Mesi fa, se mi avesse confessato quello che provava per me, sarei caduta tra le sue braccia seduta stante...».
«Ora cosa è cambiato? Tu non ami Giovanni e non mentirmi dicendo il contrario».
«No, non lo amo però per me c'è sempre stato e Dio solo sa quanto sono stata male sapendolo con un'altra. Ho accettato prima con lui non ci sarebbe potuto essere più nulla e poi mi sono convinta che averlo come amico mi avrebbe solo fatta stare male ed oggi...».
«Lui ti ama. Oggi lui ti ama e lo sai. Buttati Carola. Non entrerà nella tua come amico, sarete insieme» esclama lui con un sorriso.
Lei ancora dubbiosa, con la testa che gli scoppia, si alza dal divano. «E... ok, ma ora che faccio?».
«Vai da lui».

...

Carola, sul taxi 345 si sta dirigendo al Palace dove alloggia il suo Luigi. Ci aveva messo del tempo per individuare l'hotel e c'era voluta anche un po' di fortuna. Non avendo mai conversato del più e del meno non c'era stato modo di sapere da lui dove alloggiasse. «Chiamalo» aveva insistito Marcello in maniera razionale, ma sfortuna vuole che il suo cellulare è rimasto a casa, sopra la scrivania, esattamente dove lo aveva appoggiato dopo aver telefonato al suo Romeo ed essersi vestita in tutta fretta.
«Gli farò una sorpresa, poi non ho alcuna intenzione di affrontare ora Giovanni, voglio prima chiarirmi con Luigi» aveva risposto lei, continuando a cercare su google maps gli hotel vicino la palestra dove si svolgono le prove e gli allenamenti nel pomeriggio.
«Aveva detto che era lì vicino e aveva detto un nome... diamine.... P qualcosa mi sembra».
«Tesofo dammi retta, fai un salto a casa, prendi il cellulare, lo chiami e vi vedete».
«No, dammi un secondo, se leggo il nome dell'hotel lo riconosco sicuramente».
Dopo diversi minuti finalmente Carola lo aveva individuato: «Palace!» esclamava correndo fuori casa per poi riaffacciarsi alla porta di casa. «Mi chiami un taxi?» chiedeva.
Ora eccola lì, ancora una volta dopo più di un mese seduta nel sedile posteriore di un taxi, diretta da lui, piena di paure ma con qualche consapevolezza in più. Se la ricorda bene quella sera, l'ansia e l'angoscia di rivederlo dopo tanto tempo e il sogno di poterlo stringere di nuovo a se. Guardava Roma scorrerle davanti agli occhi, con il suo fascino eterno e ripensava ad una canzone di Ermal Meta che ascoltava spesso qualche anno fa:

"Volevo dirti che ho sognato
di avere molto più tempo
per capire fino in fondo
la parola accanto
ti ho cercata in ogni volto
in questo mi confondi
fra tutti i cuori in giro dimmi in quale ti nascondi"

Carola avrebbe tanto voluto avere più tempo con Luigi viversi a pieno e si lo aveva cercato in ogni volto per mesi e mesi, incapace di scordarsi il suo sorriso birichino. Oggi quel tempo spera ci possa essere, lo vuole davvero con tutta se stessa. Vuole Luigi nella sua vita, ma alle sue condizioni.
«Maledizione» impreca notando il taxi davanti a lei che non si sposta, permettendo al suo di accostare.
«Je peux descendre ici aussi» dice rivolta all'autista che scuote la testa.
«Attendez un moment, mademoiselle».
Finalmente quell'impedito dell'autista dell'altro taxi si degna di levare le tende e Carola può finalmente allungare le banconote al suo taxista e fiondarsi dentro all'hotel.

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora