Respiri negli spifferi delle persiane.

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Cucinai della semplice pasta al pomodoro.
Aspettammo i tre dell'ave Maria e intanto io e i ragazzi parlammo di cani e gatti.
Si fecero le 15:30 e i ragazzini entrarono dalla porta.
"Ciao belli, come state?" chiese Marco mentre Andrea chiuse la porta dietro di loro. Corsi ad abbracciare Andrea.
"Ueee ciao bambinaaa" disse lui.
"Noi tutto bene, voi ragazzi, si sente un odore di pulito pazzesco, musco bianco, buonoooo" manifestò Ele.
Io, Marco e Alessio ci guardammo in faccia e incominciammo a ridere.
"SE QUALCUNO SI AZZARDA A SPORCARE PER TERRA PULISCE CODESTA PERSONA" dissi mentre ridevo.
"No vi prego, avete pulito voi? I miei casalinghi preferiti." ridacchiò Andrea.
Andai ad abbracciare Giuliano.
"Come stai tu?" domandai io mentre lo abbracciavo.
Lui strinse l'abbraccio sempre più forte.
"Io tutto bene dai, tu come stai?" chiese lui.
"Tutto bene" sorrisi.
Sciolsi l'abbraccio e lo portai in cucina.
"Che carina lei che si preoccupa per tuo fratello" sentii dire da Alessio.
"Tanto." rispose Marco.
"DAI SU RAGAZZI, LA PASTA POI SI FA CALDA."
"Come calda" mi disse Giuliano ridendo.
"No vabbè ho detto calda?"
"Si" iniziammo a ridere insieme.
"RAGAZZI SI FA FREDDA, ho fatto giusto ora?" domandai.
"TI PREGO, comunque si."
Andammo tutti a tavola.
"Mamma mia che chef tu" disse Giuliano.
"Dovrebbe essere esposto ai musei questo impiattamento." risposi io.
Ridemmo. Marco ci vedeva ridere insieme e sorrideva. (mi viene da piangere così.)
Ci sedemmo a tavola.
Io a capo tavola e davanti a me Alessio, Marco alla mia destra con vicino Ele, Andrea alla mia sinistra con vicino Giuliano.
Sembriamo una famiglia. Mangiammo e nel mentre parlavamo dei nostri affari.
"No ma, voi dovevate vedere Marco e Chloe stamattina mentre dormivano. Sembravano una coppia di fidanzati." disse Andrea.
"Andrea ci spii per caso?" domandai io.
"Provabile."
"Ti odio Bambino."
"Non è vero Bambina."
"Si"
"No"
"Si"
"No"
"Ok, no."
"Io l'ho detto, starebbero anche bene insieme." si intromise Alessio.
Mi andò di traverso l'acqua.
Marco rimase a guardare il suo bicchiere mentre masticava.
"Maro cosa ho detto di male?" disse preoccupato Alessio.
"No nulla dicevamo." affermai io riprendendomi dalla tosse.
Mentre Alessio parlava io e Marco ci guardammo e trattenemmo le risate.
"Non farlo." disse lui
"Nemmeno tu." risposi io.
E nulla ridemmo, gli altri ci guardarono male per tutti quei dieci minuti che passarono.
"Oddi, u maro, le lacrime."
"I LACRIMONI" ridemmo ancora più forte.
Gli altri applaudirono.
"Cazzo applaudite." dissi io provando a calmarmi dalle risate.
"Ti prego." rispose Marco.
"No Marco. Io cerco di calmarmi, non farmi ridere." manifestai balbettando e con qualche risata che scappava.
Continui applausi, aggiunsero anche le urla di incoraggiamento che di solito si fanno a un concerto.
"Pure io amore."
"AMORE CHE CARINI." disse Ele facendo finta di asciugarsi le lacrime.
"Ok, basta, viva la serietà." misi in chiaro.
Non passarono nemmeno 10 secondi che rincominciammo a ridere tutti.
Finito il pranzo suonarono alla porta, erano Manuela, Carlo e Arianna.
I tre che arrivarono dopo di tutti e quei tre che arrivarono alle 15:30 e che andarono a scuola aggiungendo Alessio si misero in gruppo e ci dissero di andare a pulire tutta la cucina.
"Di che staranno parlando secondo te?" domandò Marco.
"Ue" risposi io mentre misi i piatti nella lavastoviglie.
"Si è vero."
"Musica?"
"Musica"
"Psicologi?"
"Psicologi"
Partii Ariete, spifferi.
"Non avevi detto psicologi"
"Amore, devi sapere che la mia playlist è piena di artisti, perooò, ti va bene Arianna?"
"Me lo chiedi pure? Ovvio."
Iniziammo a cantare in modo da farci sentire dai nostri amati shippatori.
"MI SENTO IN DIFETTO"
"PER AVERTI PERSA ANCORA"
"FUORI È BUIO PESTO, TRENTA LUGLIO PIENO."
"MACCHINE FANNO LA CODAA"
"IO RESTERÒ CHIUSA IN CASA."
"GUARDERÒ IL CALDO PASSARE"
Iniziammo a cantare insieme.
"SENTO I TUOI RESPIRI NEGLI SPIFFERI DELLE PERSIANE... E NON VA PIÙ VIA, QUEL RICORDO CHE AVEVO DI NOI QUANDO CALAVA IL BUIO SENZA NIENTE INTORNO, QUELLA VOGLIA CHE AVEVO DI URLARE, SORREGGERE IL MONDO, NON VA PIÙ VIA, NO VA PIÙ VIA."
Continuammo a cantare per almeno mezz'ora, ancora nessuno visita da parte di quei 7.
Non ci preoccupammo più di tanto, così io e Marco ci facemmo il caffè

scusa se piango. // kiddrastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora