Il tuo libro perde sempre più pagine.

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"Quindi, che lavoro vorresti fare?" mi domandò lui mentre aspettai che il caffè uscisse.
"Io stavo pensando a fare la psicologa, ho sempre amato questo lavoro da quando andavo alle elementari, era la psicologa di tutti i miei amici, come la mia dottoressa lo era per me. Ho sempre amato aiutare le persone e sentire i loro problemi, quindi molto probabilmente farò la psicologa." spiegai io.
"Figo come lavoro, io continuerò con la musica." disse lui.
"Lavorare con la musica immagino sia qualcosa di stupendo."
"Guarda, ci sono delle persone che lo fanno solo per soldi, persone che se stra fottono, altre come me che hanno la musica come punto di riferimento, la musica è tutto per me."
"L'ho notato Marcolino, sul fatto che ci sono dei cantanti che lo fanno solo per soldi ti do ragione, magari sembrano tanto interessati e alla fine se ne spuntano con qualsiasi cavolata pur di non vedere i fan che supportando quel cantante."
"ATTENTA" indicò la caffettiera.
Uscii tutto il caffè.
"MADONNA SANTA" urlai.
"ASPE TI PRENDO LE TAZZINE"
"AMARO O CON ZUCCHERO?"
"BOH, QUALI DEVO PRENDERE?"
"PERCHÉ URLIAMO?"
"NON LO SO"
"AH OK"
Finalmente prendemmo il nostro caffè seduti a vedere Emily in Paris.
"Viaggio dei tuoi sogni?" disse lui mentre Emily e Gabriel erano sopra a un letto a farlo.
"O Parigi o praticamente tutta la Spagna." non ci guardammo in faccia, avemmo gli occhi fissi sulla tv.
"Ti va qualche giorno di venire nel mio studio?"
"Davvero mi porteresti?"
"Certo"
Mi girai verso di lui.
"AAAA GRAZIE" gli saltai addosso e lo abbracci.
"Nulla koala."
"Albero"
"Koala"
"Albero"
"Koala"
"Albero"
"Koala Albero"
"Albero Koala."
Ridemmo.
"Ma se uscissimo tutto a un tratto?" domandò lui mentre mi staccai da lui.
"UUU ci staaa"
Aprimmo la porta della stanza in cui ci avevano rinchiuso e non trovammo nessuno.
"Meglio per noi" disse lui
"Mamma mia veramente" alzai le mani al cielo
"Beh, dicevamo?"
"Koala Albero"
"Nono prima"
"Albero...Koala...Albero...Koala"
"Ancora prima"
"Viaggio dei tuoi sogni?"
"Ah ecco, beh a te piace tanto Parigi, se un giorno andassimo io, te e gli altri 7?" domandò lui.
"Adoro ci sta"
"Sicura?"
"No" ridemmo.
"Magari in Spagna tutti insieme, però anche con Aurora, in tutta oggi non si è fatta viva."
"Hai acceso almeno il telefono?"
"Ma chi l'ha visto?"
"Chiedi ad Alessio"
"Dove lo vedi Marco?"
Si alzò dal divano e andò alla porta la aprì"
"ALESSIOOOOO" urlò.
"TI PREGO" risi sempre più forte.
Quando smesse di urlare il nome di Alessio, chiuse la porta e mi chiese se avevo una chitarra."
"Una? Ne avrò almeno otto per via di mio padre. Lui ne aveva tante e alcune le lasciò a me." dissi mentre salì in camera mia per prendere la chitarra, quando visti il mio telefono squillare. Era Aurora. Risposi di fretta.
"Ue amooo"
"Ma che cazzo credi di fare? Ma sei impazzita?"
"Perché?"
"Amore oggi non sei venuta a scuola, non mi rispondi da stamattina, ho incontrato Carlo in giro con altri ragazzi tra cui tuo fratello e Alessio-"
"FERMA FERMA FERMA, HAI VISTO CARLO E ALESSIO?" domandai urlando un pochetto.
"CHI HA VISTO CARLO E ALESSIO?"chiese Marco correndo da me.
"Amo? Non ti sento, ti richiamo." disse lei per chiudere la chiamata.
"Ah proprio così?" manifestò Marco.
"Insomma questa è la chitarra" affermai io mentre gliela diedi insieme al suo telefono.
"Vieni ti suono qualcosa."
"AAAA ADORO"
Ci sedemmo sul divano e mi disse che mi suonava una delle future canzoni che un giorno futuro uscivano.
"Allora, la canzone in questione si chiama pagine"
La iniziò a suonare e a cantare. Era stupendo. NONONO, non lui, la canzone, le parole. Era bravissimo a suonare. Gli chiesi di rifarmela se voleva e mi diede il testo che teneva nelle note del telefono.
"Ed il tuo libro perde sempre più pagine, tieni stretti i pugni dentro alle maniche, ed il tuo libro perde sempre più pagine." cantammo noi mentre ci guardammo negli occhi.
Mi persi nei suoi occhi azzurri. Erano così dannamente belli.

scusa se piango. // kiddrastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora