Erano quasi le tre del pomeriggio e quella mattina Casey non si era presentata a svolgere il suo lavoro. Kyu galoppò avanti e indietro per ettari di campo nella speranza di scorgerla.
Per tutta la notte non aveva chiuso occhio, stretto nell'ansia di averla, in qualche modo, delusa. Non era apparsa, particolarmente, gioiosa durante la festa ed era scomparsa prima ancora di potersi ricongiungersi con lei per terminare con un ballo la fine della sagra.
Si guardò meglio attorno. Gli operai erano in assidua attività in quel momento di maggiore raccolto, accorgendosi che neppure Aiko san era nella sua postazione. Diede di sprone, dirigendo il cavallo verso il villaggio. Adesso che ci pensava, nessuno si era presentato a casa sua per reclamare gli oggetti personali dell'inglese, neppure Casey stessa!
I raggi del sole riflettevano sul selciato sabbioso inondando di luce i ciliegi posti ai quattro angoli della piazza principale. Kyu gettò un'occhiata alla sua sinistra, dove le bancarelle costeggiavano il giardino, il cui sentiero saliva sulla collina verso il santuario. Poche persone vagavano a quell'ora di sole intenso e il giovane non riconobbe nessuno che stesse cercando.
L'allegra baldoria della sera precedente aveva lasciato il posto al silenzio assolato di quel pomeriggio. I suoi occhi si posarono sul sakura dove aveva scorto Casey illuminata dall'alone della lanterna. Il lume, ormai, spento, era ancora appeso al ramo smosso da lievi aliti di vento, ma la ragazza non c'era.
Si era distratto e si rimproverò aspramente per non averla sorvegliata come avrebbe dovuto. Una strana sensazione, adesso, lo assillava coinvolgendolo nella coscienza.
Diresse il cavallo verso l'abitazione di Aiko. Come giunse, smontò di sella e bussò energicamente alla porta, sporgendosi di tanto in tanto a osservare l'interno dalla finestra sul portico. Sembrava non esserci nessuno. A quel bussare insistente, una vicina si affacciò.
"Siete voi, Reiji san?" Il giovane osservò l'anziana dirimpettaia con occhi speranzosi. "Sapete dov'è andata Aiko san?"
La donna sorrise cordialmente. "Ha detto che si sarebbe recata a casa vostra per una questione urgente, ma non ha detto altro!"
Kyu si sporse verso l'anziana. "Avete visto la giovane straniera insieme a lei?"
La donna scosse il capo. "Era sola col piccolo Jiro!"
Kyu ringraziò la donna e balzò in sella con agilità. In quel momento, un calesse gli si parò davanti. Era Kyoko insieme ad Awashima e al giovane Yado. La sfortuna aveva proprio deciso di infastidirlo. Serrò le mascelle a quella disdetta. Il daimyo lo salutò con un gesto solenne e calmo.
Un piatto ombrellino riparava Kyoko dai filtri accecanti del sole e il suo sorriso appariva radioso. Kyu aveva una fretta del diavolo, poiché l'ansia si rafforzò inquieta e dolorosa nel suo animo.
"Vai da qualche parte, Kyu kun?" gli chiese la nobile con tono civettuolo, che stupì lo stesso Awashima.
"C'è una persona che mi sta cercando e devo correre a casa" rispose lui con tono sbrigativo.
"Io e mio padre stavamo venendo a farti visita. Fai pure strada!"
Lui piegò il capo acconsentendo e si avviarono, incitando Yado a percorrere celere con il calesse.
Giunti alla villa, Aiko era ad attenderlo nell'atrio insieme al figlio, stupendosi di trovare anche Nia col marito, allertati dalla donna. Nia si corrucciò alla vista di Kyoko che scendeva dal calesse, aiutata da Yado, con un bel sorriso stampato in faccia. Fu travolta, però, dalla foga del fratello che non riusciva a capacitarsi come mai Casey non fosse presente e lo sguardo preoccupato di Aiko lo afflisse ancora di più.
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GLI OCCHI DEL RONIN
Historical FictionEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...