Luigi con tutta la rabbia che ha in corpo si fionda su Giovanni, lo tira via da Carola, e prima che lui possa realizzare quello che sta accadendo, gli rifila un destro dritto in faccia. Si contorce il damerino, si piega in due per il colpo subito e strilla di dolore.
«Bastardo» mugugna prima di alzare la testa, mostrando il naso tumefatto da cui cola sangue.
«Io? Io sarei un bastardo?!» esclama Luigi infuocato. «Tu stavi molestando la mia donna e io sarei un bastardo!?».
«Non le farei mai del male».
«Non è quello che ho sentito e che ho visto!» urla di rimando. Carola in un angolo ha gli occhi lucidi, se ne accorge Luigi che spalanca le braccia per accoglierla. In un secondo lei è lì, con la faccia appoggiata nell'incavo della sua spalla, e si fa cullare. La stringe, protettivo, senza perdere di vista quel damerino di Giovanni che continua a toccarsi il naso.
«Io potrei renderla felice, tu no. Tu la farai soffrire, come hai già fatto in passato. Non tieni davvero a lei, anche se fingi che sia così. Cosa succederà quando dovrai tornare a casa? Tu hai la tua maledettissima carriera e la musica per te viene e verrà sempre prima di lei. Per me non è cosi, per me Carola viene prima di tutto».
«Fatti gli affari tuoi rispetto a cosa farò o meno io. Preoccupati solo di levarti dalla mia vista, prima di pentirtene».
Luigi con carola tra le braccia si sente l'essere più fortunato e il più potente del mondo: potrebbe affrontare chiunque e qualunque cosa, Giovanni sopratutto. Infuoca il suo animo al pensiero di quel damerino che la tocca.
«Giuro che se non lo fai per te si mette male» aggiunge alzando ancora di più la voce, mentre il ragazzo lo fissa dritto negli occhi.
«Non me ne vado» biascica, con voce nasale, causata dalla colluttazione.
«Chiamo la sicurezza» esclama Carola liberandosi dall'abbraccio e fiondandosi verso la porta. Accade tutto in un attimo: Giovanni allunga la mano e prende l'avambraccio di lei, tirandola a se e Luigi scatta come una corda di violino, avventandosi su di lui.
«Non la devi toccare!» urla strattonandolo via e facendogli sbattere violentemente la schiena contro il muro, provocando tanto trambustò. Carola strilla alle loro spalle e scoppia in un pianto a metà tra l'isterismo ed il terrore.
Luigi si volta un secondo per sincerarsi che lei stia bene, giusto un attimo, quel tanto che basta a Giovanni per approfittare della sua momentanea distrazione, colpendolo con una ginocchiata dritto alla bocca dello stomaco, spintonandolo via. Il cantante, pervaso da una fitta acutissima e lancinante si piega in due, sputando sangue, incapace di respirare. Carola lancia un grido che gli perfora i timpani, si avvina e si frappone tra lui ed il damerino. "Spostati amore" vorrebbe dirle ma non riesce a farlo, vittima del dolore .
«Brutto figlio di puttana, se vuoi fare del male a lui dovrai prima farne a me» urla nelle lacrime.
«Ti nascondi dietro di lei? Non ti vergogni?» lo incalza Giovanni. "Dammi un attimo e te la farò pagare" pensa digrignando i denti. Non è mai stato bravo a fare a botte, o meglio non ne aveva mai avuto la necessità come in questo momento. Luigi è sempre stato una testa calda ma alla fine il suo buon senso aveva sempre preso il sopravvento. Questa volta è diverso però, questa volta si tratta di lei.
«Cosa diavolo sta succedendo?!» esclama all'improvviso una voce maschile proveniente dalla porta. Luigi si volta e riconosce Marcello, seguito da un altro gruppo di ballerini e ballerine della compagnia. Si fionda dentro e si avvicina a lui e Carola. «Mandalo via, ti prego» biascica tra le lacrime Carola al ragazzo, che con voce dura si rivolge immediatamente a Giovanni: «L'hai sentita? Leva le tende».
Lei, probabilmente rassicurata dalla presenza di rinforzi, si accuccia vicino a Luigi. «Hei... respira. E' tutto ok» sussurra aiutandolo a tirarsi su. Il sapore metallico del sangue in bocca gli fa davvero venire voglia di vomitare in questo momento, è disgustoso, ma quello che davvero più di tutto e tutti gli fa schifo è la vista del damerino. «Vattene» gli intima, prima di essere vittima di un colpo di tosse. Giovanni fulmina Luigi che si appoggia a Carola, cingendole la vita.«In fretta» aggiunge. Lo sente lo sguardo di sfida del ragazzo, gli trapassa il corpo ma Luigi non cede.
«Allora?» esclama Marcello, incalzando il damerino, che vista la massiccia presenza di ragazzi pronti a trascinarlo via con le forze per proteggere la loro prima ballerina, decide di ubbidire.
Luigi lo guarda andare via, accompagnato da alcuni ragazzi e vorrebbe davvero sputargli in faccia ma alla fine dei conti non serve: ha vinto lui, lui ha Carola al suo fianco, il resto non conta.
«Mi assicuro che se ne vada da qui e avverto la sicurezza per non farlo più passare in futuro. Voi due mi dovete delle spiegazioni però» dice deciso Marcello per poi lasciare il camerino. Carola lo ignora: «Gigi, come stai?» chiede preoccupata, con la voce ancora rotta.
«Sono stato meglio» borbotta con un mezzo sorriso.
«Vuoi andare al pronto soccorso?».
«Non c'è bisogno, sto bene, sono solo un po' ammaccato. Passerà».
«Sicuro?».
«Certo».
Lei lo guarda con quegli occhi dolci e gli passa una mano sul viso delicatamente. «Mi hai fatto spaventare a morte».
«Io non ci vedevo più dalla rabbia invece, al solo pensiero che quell'essere ti potesse fare del male ...».
«Alla fine è andato tutto bene» borbotta e si appoggia alla sua spalla. Luigi con un dito gli asciuga le lacrime salate.
«Si piccola, è tutto ok» mente, tentando di non pensare alle fitte all'addome che sente ogni volta che inspira.
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IL MIO SBAGLIO SULLE OSSA
FanfictionE se tutto non fosse così complicato come sembra? "Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?». «Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma...