CAPITOLO LXI

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Carola

È un caldo asfissiante nella sala prove in cui lei e gli altri ballerini della compagnia si stanno allenando, sotto la vigile guida dei loro insegnanti e dei preparatori atletici.
«Attenta alla linea» esclama Carmen, una delle preparatrici, rivolta ad una ballerina, che alle spalle di Carola, sta eseguendo una serie di posizioni in successione alla sbarra.
La Giulietta della compagnia invece continua a guardarsi allo specchio, attenta a scrutare ogni possibile errore nei suoi movimenti: la punta è tesa, il collo del piede perfettamente allineato alla gamba, che si muove in sincronia con il braccio, in modo armonico.
«Con quello sguardo laser attenta a non incendiare la tua immagine allo specchio» scherza Marcello facendola sorridere, spuntando fuori tutto sudato da dietro un gruppo di ballerini, intendi a fare stretching.
«Ciao!» esclama con un sorriso a trentadue denti.
Lui si ferma e con un'espressione birichina ribatte: «Mmm qui è successo qualcosa... sputa il rospo. Voglio sapere tutto».
«Sono andata in hotel ma se ne era già andato».
«No, non è possibile. Tu sei troppo raggiante » ribatte incrociando le mani sul petto.
Carola sorride e con una faccia buffissima si copre il viso con le mani. «Sono tornata a casa, l'ho chiamato per dirgli di non partire ma lui era già alla mia porta e... niente dai...».
«Ho già capito tutto, non serve che tu mi dica altro» la interrompe lui, togliendola dall'imbarazzo. «Lo avevo capito da solo, hai una luce nuova, diversa. Brilli Carola. Con Giovanni non è mai stato così».
"Giovanni" Carola sgrana gli occhi preda dell'ansia. "Oddio".
«Che succede?».
«Io... mi sono totalmente dimenticata di lui» ammette.
«C'è vuoi dire che hai passato la notte con Luigi, e Giovanni, nella stanza accanto non si è accorto di niente? O lui ha il sonno pesante o voi siete stati discreti diamine...».
«No, scemo! Lui ha dormito in hotel!».
«Luigi? Non sto capendo niente».
Agitata ed esasperata Carola sbotta: «Giovanni ha dormito in hotel io con Luigi a casa mia».
«Lo hai cacciato?» chiede Marcello che sta cercando di ricomporre il puzzle, pezzetto dopo pezzetto.
«No, se ne è andato da solo. Abbiamo avuto un litigio, sempre che così possa chiamargli, sono venuta da te e quando sono rientrata ho trovato scritto sulla porta che lui avrebbe dormito in hotel, che aveva trovato un foglietto scritto da Luigi e che dovevo chiamarlo quando rientravo» Carola in panico sputa fuori parole come proiettili mentre Marcello la guarda confuso.
«Quale biglietto?» chiede.
«Un biglietto che aveva scritto durante il programma, dove doveva parlare dell'amore. Me lo aveva lasciato e io l'ho tenuto: ieri sera me ne sono ricordata e l'ho tirato fuori. Giovanni deve averlo trovato in camera mia. Penso che quando ha provato a chiamarmi con ogni probabilità ha sentito la suoneria venire da camera mia e lo ha trovato, vicino al telefono».
«Allora, niente panico: facciamo le cose con ordine...» inizia Marcello ma viene interrotto da lei: «Con calma?! Questo è un casino di dimensioni colossali».
«Lo hai chiamato poi?» chiede.
«Eh no, ti ho detto che mi ero totalmente dimenticata della sua esistenza prima che tu me lo nominassi».
«Vieni, spostiamoci a bordo sala» la prende per mano, trascinandola in un angolo, lontano dal trambusto. «Dovevi chiamarlo quando fossi rientrata giusto? Bene, tu non sei mai rientrata: hai dormito da me. Problema risolto».
«Va bene, ma in qualche maniera dovrò dirgli di Luigi... io in teoria stavo con lui, Marci. L'ho tradito e ... non mi sento nemmeno in colpa per questo» farfuglia. Dovrebbe sentire del rimorso, sentirsi di aver commesso un errore ed odiarsi, ma non è così. Lo sente lo sbaglio sulle ossa di questa notte ma non può proprio chiamarlo così: è stata la cosa più giusta di tutta la sua vita, perché si, per la prima volta lei si è sentita completamente viva grazie a Luigi.
«Tu ami Luigi, come potresti sentirti in colpa a stare con lui? Non prendiamoci in giro, Giovanni era un ripiego».
«No, tenevo a lui...».
«Si, ma non lo amavi quindi Carola, non pensarci, pensa piuttosto a dirgli che è finita e a viverti la tua storia con il tuo cantante dei sogni proibiti».
Carola arrossisce. «Stasera c'è ancora posto che ti risulti per farlo venire a vedere lo spettacolo?» chiede rasserenata, cambiando argomento.
«Qualche biglietto so che è ancora disponibile, ma in fondo alla sala o in posti a ridotta visibilità. Forse ti conviene chiedere se gli rilasciano un VIP pass per stare dietro le quinte e guardare lo spettacolo da lì» dice Marcello facendosi scrocchiare la spalla.
«Effettivamente non è una cattiva idea. Luigi tra l'altro ha già visto la prima, quindi sarebbe più bello averlo vicino dietro alle quinte».
«Promettimi però che non ti farai distrarre dolce Carola» la riprende Marcello con un sorriso.
«Non posso» scherza lei scoppiando a ridere e diventando tutta rossa d'imbarazzo.
«A parte tutto, sono molto felice per te. Te la meriti questa felicità» dice Marcello teneramente aprendo le braccia così che lei possa avvicinarsi a lui.
«Ti voglio bene mio Romeo».
«Anche io Giulietta mia, anche io» sussurra stringendola.

...

«Ci vediamo più tardi allora, sento io per te, con la direttrice e poi ti mando un messaggio».
«Grazie mille, a più tardi allora» saluta Carola gettando un bacio a Marcello e seguendo Matilde giù per le scale.
«Devi raccontarmi un po' di cose mi sembra di aver capito» esclama lei.
«Certo, te lo prometto, ma ora devo scappare» ribatte lei. «Oggi pomeriggio, ti racconterò tutto».
«promesso?».
«Giurin Giurello» sorride Carola aprendo il portone del palazzo.
«A più tardi allora» esclama Matilde baciandole la guancia e dirigendosi verso la metro più vicina. Lei, a differenza di Carola, abita abbastanza lontano dalla palestra e perde un sacco di tempo tutti i giorni per arrivarci. Più di una volta l'aveva spronata a trovarsi un'altra sistemazione, ma non aveva ottenuto nessun risultato se non un "ci penserò" di circostanza.
«Ciao Carola!» saluta Marina in coro con altre ballerine della compagnia, superandola.
«Ciao ragazze» risponde sorridente prima di tirare fuori il cellulare dal borsone. Lo sblocca e digita sulla tastiera, nella speranza che risponda in fretta.
Carola: Hei, sono appena uscita dalla palestra, dove ti trovo?
Ci vuole solo un istante prima che lui visualizzi e l'online si trasformi in un "sta scrivendo...".
Luigi: sono al Louvre. Questo posto è immenso... sono sconvolto. Non gli davo una lira e invece ha del potenziale
Scoppia a ridere Carola: "non gli dava una lira?! Ad uno dei musei più importanti del mondo!?".
Carola: ah beh... ahaha. Sai com'è è solo il museo più iconico del pianeta
Luigi: piccola, non prendermi in giro
Carola: non posso?
Luigi: no
Carola: e io lo faccio comunque
Luigi: allora ti costerà caro
Carola: quanto?
Luigi: parecchio.
Lo stomaco di lei si contorce mentre le immagini della notte appena trascorsa gli passano davanti agli occhi e la bocca le si impasta. "Respira Carola, respira".
Luigi: ci sei ancora piccola?
Carola: si, stavo cercando di capire che metro prendere per arrivare da te
Scrive, mentendo e attendendo la sua risposta che arriva pronta in un lampo.
Luigi: ti aspetto nel museo? Tu dovrai anche pranzare...
Carola: sono stata al Louvre diverse volte, c'è il bar di sotto. Mangiamo qualcosa lì se ti va
Luigi: va bene
Carola: a tra poco. Ti amo
Luigi: ti amo anche io, non vedo l'ora che tu sia qui
Si chiude così la chat e lei, sorridendo ma con un nodo alla gola causato dal pensiero di lui, si dirige all'ingresso della metro, sapendo perfettamente quali cambi fare. Parigi non è mai stata un mistero per lei, è una città che ha avuto modo di vivere a pieno, in tutti i suoi aspetti, sia quelli brutti che quelli più belli, e si sente a casa. Ci ha lasciato tante fatiche ma anche tante soddisfazioni in questa città quando vi partì, ed ora che è di nuovo qui tutto torna alla mente. Artisticamente Carola è nata qui, ed è quasi simbolico che sia anche il posto in cui ha preso forma l'amore per Luigi. Scende nel sottopassaggio, controlla per sicurezza la stazione prossima in cui deve scendere per effettuare il cambio, e poi si dirige ad aspettare l'arrivo del treno veloce, in compagnia di una decina di persone.
Non passa molto prima che lei possa salire e dopo poco scendere per cambiare metro, che grazie alle coincidenze tarda solo mezzo minuto.
Carola: ci sono quasi, tra una fermata scendo e sono arrivata. Spero non ci sia troppa fila fuori per entrare

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora