64. La Guerra: La Talpa.

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Voldemort era impazzito.
Impazzito.
Totalmente fuori di testa.

Aveva perso tutta la sua compostezza, l'alone di mistero che gli aveva sempre aleggiato intorno.

Aveva radunato tutti i suoi Mangiamorte, e aveva spiegato loro in ogni minimo dettaglio il suo piano contro James e Lily Potter.

Ellie non aveva detto una singola parola per tutto il tempo.
Adesso sarebbe stato inevitabile. Non sarebbe riuscita a fermarli tutti senza perdere la vita nel tentativo.

E la cosa peggiore, era che la morte dei Potter era soltanto una conseguenza.

La vera ragione del piano di Tom, era arrivare a Harry. Uccidere il bambino.

Aveva parlato di una profezia.
Un'avvenimento che avrebbe rovinato tutti i suoi piani.
Un parassita che andava estirpato ad ogni costo.

Alla fine della riunione, Voldemort aveva intimato alla maggior parte dei suoi soldati di lasciare l'edificio, e Piton era stato il primo a sgusciare fuori dalla Sala.

Ellie, Bellatrix, Barty e i Lestrange erano rimasti inchiodati alle loro sedie, con le schiene dritte e lo sguardo vigile.

La tensione tra loro era palpabile in quel momento.

Tom si alzò al seguito dell'ultimo Mangiamorte uscito dalla stanza, e si fermò davanti alla porta, assicurandosi che fosse chiusa bene.

"Vorrei, oggi, presentarvi una persona." disse, ancora dando loro le spalle.

"La chiave di questo progetto." annunciò, con un sorriso malsano sul volto.
"Il motivo per cui tutti voi siete ancora qui in questa stanza."

Si voltò verso la porta al lato opposto della stanza.
"Peter?" chiamò.

La porta si aprì ed Ellie trattenne il respiro.

"Peter Pettigrew." cantilenò Tom, accogliendolo.
"La nostra abile spia."

Peter fece ingresso nella stanza, avvicinandosi al lungo tavolo.

"Prego, Peter, siediti accanto alla mia Elladora."

Peter incontrò rapidamente lo sguardo di Ellie.

Non era cambiato molto.

Capelli biondo cenere, limpidi occhi blu, corporatura grassoccia.

Era cresciuto in altezza, però, il che lo rendeva leggermente meno paffuto di come Ellie lo ricordava.

Bastarono alcuni secondi perché i ricordi riaffiorarono nella mente del ragazzo.

Peter sollevò le sopracciglia per la sorpresa.
Ellie riportò lo sguardo su Tom.

"Immagino che tu ed Elladora già vi conosciate, di vista."

Ellie fece del suo meglio per non spostare lo sguardo su Bellatrix e Rodolphus.

Lei e Peter non si conoscevano di vista.
No. Loro erano stati amici.

Peter si sedette, e Voldemort lo imitò.

Iniziò a parlare dei suoi piani.
Parlare, parlare, parlare.

Spiegò loro tutto, nei minimi dettagli, mentre un'unica idea cresceva nella mente di Ellie.

Voldemort stava tirando fuori tutto, troppo.
C'era qualcosa che non andava.

Intanto, Ellie sentiva continuamente lo sguardo di Peter addosso.

Finita la riunione, si separarono, prendendo ognuno la propria strada, mentre Tom si rinchiuse nel vecchio ufficio di Orion.

Prima che potesse Smaterializzarsi, Ellie si sentì chiamare.

"È passato molto tempo." Peter si avvicinò a lei, con un sorriso smagliante sulle labbra e le mani in tasca.
"Durante la riunione mi sono chiesto per tutto il tempo dove fossi..."

"Finita?" Ellie lo anticipò, e il sorriso di lui si ampliò ulteriormente.
La stava squadrando da fin troppo tempo.

Lei si fissò le punte delle scarpe con aria annoiata.
Doveva correre a casa.

"Lunga storia."
"Ma comunque, è stato meglio così."
"Guarda dove sono ora." allargò le braccia con un sorriso soddisfatto, come se fosse fiera della sua posizione.

"Nell'Ordine non fanno che parlare di te, ultimamente." commentò lui.
"Tutti ti conoscono, ma nessuno sa realmente chi sei."

Ellie corrugò la fronte.

"Immaginavo che non avessi idea del potere che possiedi." lui le lanciò un'occhiatina invadente, mentre si avvicinava di qualche passo.
"Ti chiamano l'Ombra."
"Sei considerata il soldato migliore. Quello in cima alla lista."

Il cuore di Ellie perse un battito.
Si era distinta tra gli altri Mangiamorte per la spietatezza. La freddezza delle sue azioni.

La gente l'avrebbe ricordata per questo.

"Tutti sapevano che dietro il mantello scuro e la maschera si nascondeva il volto e il corpo di una donna." continuò Peter.
"Ma nessuno avrebbe immaginato un volto e un corpo del genere." esordì lui, con lo sguardo che continuava a soffermarsi ripetutamente sulla curva dei suoi fianchi.

Ellie si sentì disgustata, ma si impose di sorridere.

"È questo l'effetto che faccio, in genere." disse, con un'alzata di spalle.
"Beh, ora devo andare. Bella chiacchierata." si voltò dall'altra parte, ma venne di nuovo trattenuta.

"Ellie!"

Si voltò per metà, continuando a dare le spalle a Peter.

"Ora che faccio parte ufficialmente della squadra, immagino che ci vedremo più spesso."
Fece una pausa.
"Ne sono contento."

Ellie gli lanciò uno sguardo fugace prima di scomparire nell'aria.

Neanche mezz'ora dopo, seduti a tavolino nella penombra della tenda sotto Mielandia, Regulus, Narcissa e Amy avevano assunto la stessa espressione angosciata che era spuntata sul viso di Ellie quel pomeriggio.

"Contatterò mio fratello." esordì Ellie.
"O Albus."

"No." Regulus stava riflettendo.

"No?" Ellie lo guardò in cagnesco.

"Non è il momento." continuò lui.

Ellie fece una risata aspra.
"Giusto, certo, non è il momento."
"Forse dovremmo avvertirli quando ci presenteremo al funerale di James e Lily, che dici?" si alzò dal tavolo di scatto.

"Sei una Mangiamorte, te lo sei dimenticato?"
"Sei un fottuto soldato oscuro." "Cosa credi che penseranno quando ti presenterai lì e racconterai di aver visto il loro migliore amico tradirli nel salotto di Tom Riddle?"

Ellie sigillò la bocca di scatto, e Regulus si calmò, rendendosi conto di aver gridato in faccia a sua sorella.

"Ci servono delle prove." disse, con voce più calma.

"Che genere di prove?" domandò Narcissa, mentre Amy allungava la mano su quella di Ellie, spingendola a sedersi di nuovo.

"Fotografie, lettere."
"Prove schiaccianti."

"E come convinceremo l'Ordine a fidarsi di noi?" domandò Amy ad un certo punto.

"Si fideranno."
"Albus si fiderà di me." rispose Ellie.

Restarono in silenzio per un po', fino a quando Regulus non riprese a guardare sua sorella nei occhi.

"Trova il momento giusto. Non puoi permetterti di fare niente di lontanamente sospetto arrivati a questo punto."
"Le foto devono essere altamente incriminanti."

"Posso farcela." Ellie annuì, stringendosi nelle spalle.
"Mi preparerò per la prossima riunione."

A luglio, Voldemort era scomparso di nuovo, lasciando ai suoi soldati migliori un semplice e conciso messaggio.

Portate avanti il mio lavoro.

wires || remus lupinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora