Fleamont la notte dell'arrivo aveva dormito da Euphemia, ed era stata la prima volta che avevano dormito insieme.
"se vuoi puoi vivere da me" disse la ragazza mentre aiutava Fleamont a posare le sue cose.
"davvero? Non vorrei risultare un disturbo"
"beh siamo una coppia, mi sembra anche strano che non viviamo insieme no?"
"anche questo è vero" ammise lui.
"però non sei costretto, te lo dico anche perché così devi pensare a qualcosa in meno"
"grazie amore" le disse lui baciandole una guancia.//
Il primo mese era stato tranquillo, Fleamont si era integrato abbastanza facilmente ed aveva trovato un lavoretto come garzone in un negozio di vestiti.
La paga era abbastanza buona sommando il lavoro di Euphemia, che faceva ripetizioni di letteratura.
Il suo inglese iniziava a diventare pian piano più fluente, ed aveva iniziato a parlarlo anche in casa assieme alla compagna per migliorare la pronuncia.
Ma c'era un bel problema, a cui era stato avvertito e se lo aspettava: il razzismo.Già aveva capito che l'unico lavoro che in Inghilterra concedevano alla gente come lui o era il garzone o era il venditore ambulante.
Entrambi rispettabilissimi, ma con i titoli di studio che aveva Fleamont erano quasi un insulto.
Lui aveva avuto il privilegio di poter studiare in India, e per i suoi titoli poteva fare molto di più.
E soprattutto, lui voleva molto di più.In quell'ultimo periodo aveva parlato con i suoi genitori e con Danika via epistolare, e sua mamma in una lettera gli aveva ricordato di quando lui era piccolo che faceva gli intrugli con i bagnoschiuma convinto di poter creare quello perfetto.
E lui inizialmente ci aveva riso su, ma in effetti il voler creare prodotti nuovi era sempre stata una sua passione, soprattutto di cosmesi.In quel periodo la nostalgia dell'India un po' si faceva sentire, gli mancava il cibo saporito della sua terra, gli mancavano i morbidi tessuti, i vasi che vendeva suo padre, e sembrerà strano ma gli mancava da morire il suo shampoo.
Sembrerà una frase superficiale, a tratti anche divertente, ma in effetti per lui i capelli erano un problema.Aveva una chioma abbastanza riccia, ed i prodotti per i capelli crespi che trovava in Inghilterra glieli lasciavano sempre mezzi lisci, creando un aspetto non proprio piacevole.
I prodotti per il suo tipo di capelli erano introvabili, mentre Euphemia nel comprarli aveva addirittura l'imbarazzo della scelta.
Così prese una decisione, un po' strana ma che negli anni avrebbe lodato a non finire.Scrisse a sua madre di mandargli con il gufo i prodotti che usavano loro per i capelli, quelli che avevano in casa.
Lei fu un po' stranita dalla sua richiesta, ma andò al supermercato e li ricomprò, inviandoglieli in un sacchetto.
Quando gli arrivarono il ragazzo sorrise soddisfatto, e mentre inviava un biglietto di ringraziamento Euphemia entrò in salone con una tazza di tè stretta tra le mani.
"cosa ti ha mandato tua mamma?" chiese.
"dello shampoo decente" rispose lui. "ma forse ci servirà anche per mangiare"Euphemia inizialmente non capì e quasi le venne da ridere.
"in che senso?"
"ti fidi di me?"
le rivenne in mente di quando gli aveva fatto la stessa domanda quando gli aveva parlato della smaterializzazione.
Non si conoscevano molto bene, ma lui non aveva esitato un secondo a dire di sì.
E lei non avrebbe fatto diversamente.
"sì, mi fido"
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at first sight | potter family
FanfictionFleamont si lasciò sfuggire un sospiro a guardarla, così bella e sorridente. "cos'è quella faccia da citrullo" lo rimproverò il padre. "ti ricordi del tuo matrimonio con Danika si?" "certo papà" rispose il ragazzo. "tornatene in magazzino allora, ch...