~un collega troppo amico~

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La giornata iniziò come tutte le altre, alzandosi dal letto a fatica e andando a lavarsi.
Mio fratello mi aveva fatto la grazia di accompagnarmi a lavoro, a vent'anni so che dovrei avere la patente, ma non ho voglia di studiare.
Arrivammo davanti al locale, la sua solita insegna gigantesca con una M gialla e il solito gruppo di persone che entravano o mangiavano ai tavolini.
Sistemai meglio lo zaino in spalla ed entrai stampandomi un sorriso in faccia, come sempre.
C'era meno gente del solito, nonostante  fosse una domenica, probabilmente erano tutti in vacanza.
Entrai e mi cambiai, uscita dallo spogliatoio presi il lineare (sulla quale tenevamo tutti i fogli dei turni e dei controlli alimentari) e notai che ero al drive. Presi le cuffie dall'ufficio ed entrai, salutando tutti nuovamente.
Passò la giornata normalmente: qualche cliente irritato, altri gentili, la cucina in ritardo con i preparativi, la sala messa male, ecc..
Guardai il lineare e feci il piano del rush di cena. Notai che c'erano tre dei miei più cari amici, se non gli unici che avevo. Misi tutti nelle proprie postazioni, ricordandomi solo in quel momento che la stessa sera sarei dovuta andare ad un pigiama party a casa della mia amica-collega Luisa, con Roberto e Nathan.
Finito il turno stressante, andammo tutti e quattro nella nuova casa di Luisa, un piccolo appartamento molto grazioso, con ancora gli scatoloni da disfare. Ci mettemmo tutti e quattro sul letto e iniziammo a parlare del più del meno. Tra vari scherzi e presi in giro, tra cui Roberto che fingeva di essere etero e Nathan e Luisa che parlavano della loro infanzia non convenzionale si fecero le 3. Decidemmo di dividerci, Luisa e Roberto nell'altra stanza ed io e Nathan in quella in cui avevamo passato la serata.
Forse dovrei aggiungere che tutta la serata io e Nathan siamo stati appiccicati e abbracciati. Inutile dire che guardando il suo collo a un centimetro da me e sentendo il suo solito profumo, non ebbi modo di resistere e inizia a lasciargli dei piccoli baci e dei morsetti sul collo, cosa che si poteva notare gradiva, sia dal fatto che sorrideva sotto i baffi e anche da come stringeva la presa sul mio fianco (cosa estremamente eccitante); cercando sempre di non farci vedere da Luisa e Roberto.
Non appena fummo da soli, mi misi di nuovo abbracciata a lui e ricominciai il mio percorso invisibile di baci e morsetti, ansimando qualche volta. Lui di risposta iniziò a mettere la mano sotto la maglietta ed accarezzarmi la schiena.
Il sapore della sua pelle era il più buono che avessi avuto il piacere "assaggiare", per non parlare del suo profumo, profumo che mi faceva girare la testa da quanto fosse piacevole.
Eravamo come fratello e sorella, ma cavolo, un ragazzo così bello è un'agonia resistergli. Nathan aveva i capelli neri e gli occhi marroni, un naso importante e una mascella ben lineata, per non parlare del suo fisico: era un "fanatico" della palestra, ma non era troppo muscoloso. Era la perfezione, ed ogni volta dovevo far finta che non fosse così.
Quei bacetti e quell'abbraccio si trasformarono in io sopra di lui che muovevo i fianchi contro i suoi. Lui che stringeva le mani sulle mie cosce.
Potevo vedere che era  combattuto: da una parte la stranezza della situazione per il fatto che fossi come una sorella, dall'altra la voglia innaturale di volermi prendere e farmi gridare dal piacere.
Decisi che quella sera volevo scoprire fino a che punto poteva spingerci, con la consapevolezza che non avrei mai permesso che accadesse qualcosa di "esagerato".
Era come un gioco: lui si ritraeva, ma mi tirava a se quando si girava, dicendomi: "fammi dormire sono stanco", ma nel mentre mi stringeva a se e mi strusciava la gamba in mezzo alle mie. Inutile dire che emisi qualche gemito, lui fece un piccolo sorriso e non penso di aver mai visto un sorriso tanto bello prima d'ora.
Decisi che dovevo prendere io il controllo, mi misi sopra di lui nuovamente e inizia a "cavalcarlo" come se fossimo nudi, nel mentre presi una sua mano e inizia a succhiargli un dito: prima succhia, poi girai la lingua intorno alla punta ed infine lo ripresi tutto in bocca; tutto questo guardandolo negli occhi. Lui di risposta mi prese per il collo e strinse un pochino, inutile dire che mi sono bagnata istantaneamente.
Come un incantesimo che scadeva a mezzanotte, la sveglia suonò e ci riportò alla realtà: erano le 5:20 e lui doveva andare. Odia quel momento, mi sembrò di dire addio alla cosa più bella che mi fosse capitata negli ultimi tre mesi.
Rimasi in camera da sola con i miei pensieri sconci e con le mie mutandine fradice. Mi misi a dormire e mi svegliai alle 10:30. Passai la giornata con Luisa nel letto a non fare nulla, se non ridere.
Scrissi poi a Nathan chiedendogli un passaggio verso le 18:00, ricevetti uno sticker di lui con il pollice in su, ho sempre odiato quel sticker, lo usa di continuo.
Salutai Luisa e scesi, entrata nella sua macchina, decisi di fargli una battuta: come fosse andata la notata, non mi aspettavo che lui mi rispondesse "uno schifo". Rimasi delusa da quella risposta, io avevo passato minuti interi di quella giornata a pensare a tutte le provocazioni di quella notte e lui diceva che erano state una schifo?! Non ritengo di essere una ragazza bellissima, ma non così brutta da ricevere una risposta del genere.
Arrivammo al locale e scendemmo, io con il mio broncio e lui che mi seguiva. Seduti dentro, decisi di dirgli come mi aveva fatto sentire quelle parole. Lui di tutta risposta si mise a dirmi: che era in un brutto periodo, che la situazione era strana, perché per lui sono come una sorella e che se non fosse per il periodo che stava passando, non avrebbe mai ricambiato le provocazioni.
Non sono innamorata di Nathan, ma comunque un discorso del genere di rattrista, sopratutto se avevi in programma di rifarlo. Il mio cuore si frantumò quando mi disse: allora le cose son due: "la smettiamo e facciamo finta che non è successo nulla, oppure tu continui a provocarmi ed io continuerò a rifiutarti, per poi allontanarmi da te."
Messa davanti a una scelta del genere ovviamente scelsi la prima con grande amarezza, mi sentì come un giocattolo gettato nella spazzatura dopo averci giocato.
Lui se ne andò perché doveva iniziare il turno, visto che io avevo il giorno off, aspettai mio fratello e andammo a casa.
Dopo aver cenato, mi misi nel mio letto e istintivamente ripensai a Nathan, a lui che mi dava ordini, mi metteva la mano al colo e mi penetrava con forza.
Inutile dire che presi in mano il mio sextoy e inizia a penetrarmi velocemente e con ritmi regolari, immaginano che ci fosse lui con me.
Il pensiero delle sue mani che mi stringevano le cosce, il suo sorriso compiaciuto, la sua faccia eccitata e il suo ciuffo che ricadeva selvaggio sulla fronte. 
Dopo la quarta volta che venni decisi di smettere, avevo tutti gli spasmi alle gambe da quanto fosse stato grande quell'orgasmo.
Mi misi nel letto e ripensai alla giornata, a quel rifiuto, che non capivo perché mi bruscasse tanto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 01, 2022 ⏰

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