.𝑇𝑟𝑒.

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Mancavano meno di ventiquattro ore al grande giorno. La mia decisione finale? Ho rinunciato tutto all'ultimo, come solitamente facevo. Sempre all'ultimo minuto, sono uscita di casa tranquillamente con addosso un vestito molto semplice ed i capelli sciolti senza accessori attorno, incoscientemente già sapevo che non avevo speranze, quando poi, milioni di ragazze, mille volte vestite meglio di me, con acconciature stupende, alcune addirittura avevano dei diamanti veri incastrati tra i capelli, vestiti uno più particolare dell'altro, strati di tessuti che davano l'impressione di pesare tonnellate. Poverine coloro che hanno lavorato in questi quattro giorni senza nemmeno una pausa, ma soprattutto, povera la mia speranza di apparire decente davanti agli occhi del Re. A differenza delle altre, io avevo i miei capelli corti sciolti, un abito molto semplice, gonna lunga nera con sopra un corsetto rosso adornato da dei rubini e guanti lunghi neri. Sembrava che dovessi andare ovunque tranne dinanzi alla corte del Re, volevo davvero presentarmi in quelle patetiche condizioni davanti ad un uomo di così grande importanza?
Ritornai a casa con gli occhi lucidi, mi buttai sul letto rassegnata pensando al semplice fatto che effettivamente è stato tutto così improvviso, non mi sentivo pronta. Sono cose che potrebbero capitare a chiunque, continuavo a ripetermi, piccole cose, lo so, ma è più forte di me. Quando un uomo viene ferito più e più volte da uno stesso coltello, alla fine, riesce a schivarne gli attacchi nuovi, freschi, ma mai riesce a curare le ferite passate. In parole povere, sapevo già come sarebbe andata a finire, non volevo perdere altro tempo a cogliere false speranze per aria. Scendo giù di casa non prima di essermi ricomposta come si deve per augurare il meglio a mia sorella Elis prima di ritornare in camera per cambiarmi i vestiti cercando di indossare qualcosa di più comodo. Tenni i capelli sciolti, indossai una camicia bianca da notte e mi rimisi a letto. Odiavo quando accadeva tutto questo. Succedeva tutto così in fretta, la speranza e poi la disperazione, nella mia mente viaggiavano mano per mano, proprio come una bella coppia di innamorati. Speranza è sempre stata la prima ad iniziare, ma sempre disperazione a concludere tutto.

Stavo per ricominciare a piangere, nonostante le mie promesse fatte qualche giorno prima promettendo a me stessa che non avrei versato una lacrima, ma Hanna arrivò prima che i miei occhi potessero iniziare a liberarsi, bussò dalla finestra di camera mia sorridendomi. Mi avvicinai per vedere se si trattava davvero di lei oppure la mia stanchezza stava iniziando a giocarmi brutti scherzi d'illusione. Ero più che convinta che lei stesse andando verso il castello con suo padre, se non sbaglio anche sua madre mi desse che le interessava il posto al trono. Aprì la finestra e lei saltò dentro camera mia con tutta la sua eleganza.

-Si può sapere che cosa stai facendo?

Le chiesi.

-Scappo da mio padre.

Una risata amara le uscì dalla bocca, sembrò quasi come se la volesse risparmiare.

-Come? E la festa di sua maestà? Non te ne sei dimenticata giusto? Il Re potrebbe scegliere te Hanna insomma! 

Dissi furiosa. Cavolo. Hanna è stupenda. Perché vuole perdersi quest'opportunità che probabilmente sarà l'unica che potrà avere e di cui potrebbe persino uscirne vittoriosa?

-Potrei dirti la stessa cosa, ma non lo farò.

Si mise seduta sul mio letto in attesa di una mia risposta che potesse mandarla via dalla finestra da cui è arrivata ma per quella giornata avevo anche sprecato troppe forze.

-Sai benissimo che il mio cuore appartiene già ad un altro uomo.

Decise di rispondere alla mia precedente provocazione e potei vederla arrossire da dietro al ventaglio color panna che portava sempre con lei. Osservandola meglio notai che gli abiti che indossava non rientravano tra i suoi gusti, probabilmente la madre le avrà obbligato ad indossare qualcosa di diverso e appariscente per questo maledetto incontro.

{❦︎𝑌𝑜𝑢𝑟 ℎ𝑒𝑎𝑟𝑡 𝑖𝑛 𝑚𝑦 𝑐ℎ𝑎𝑖𝑛𝑠❦︎}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora