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Dopo aver mangiato un pasticcino e bevuto una tazza di tè uscimmo tutte insieme dalla pasticceria. Notai che loro erano ancora lì ed io per l'imbarazzo li ignorai completamente iniziando a parlare con Sara. Mentre raggiungevamo il punto di incontro notai però che ci stavano ancora seguendo. Cristo! Ho fatto arrabbiare un maniaco! Ma che diavolo ho che non va?! Forse ho rotto per sbaglio uno specchio e ora la sfortuna mi perseguita?!

Arrivammo dove c'era l'insegnante e poi all'improvviso, quando mi voltai per l'ennesima volta a controllare, scomparvero. Per fortuna...

Sospirai sollevata. Almeno mi ero liberata di una preoccupazione. Tornammo al campo e poi partimmo per la seconda camminata di quella giornata leggermente nuvolosa. Stavamo camminando sul sentiero della foresta coperti dalle ombre degli alberi ed io ero in fondo alla fila che camminavo ascoltando la musica di nascosto. Per fortuna avevo comprato gli auricolari senza filo. Ad un certo punto notai che ci eravamo fermati. Mi tolsi un auricolare e fermai la musica. Curiosa mi infilai nella folla di studenti che erano intorno a qualcosa.

<<Mi dispiace chiedervi questo favore...>> disse una voce femminile.

<<Ma si figuri. Non si può vedere una persona in difficoltà e non aiutarla.>> disse il nostro insegnante.

<<Grazie ancora.>> disse la stessa voce femminile che poi riconobbi.

Mi avvicinai ancora di più e vidi chiaramente la ragazza che avevo visto nel gruppo di amici di quel ragazzo strano che mi pedinava poco prima e poi incontrai proprio i suoi occhi. Distolsi lo sguardo e osservai la ragazza sembrava che si fosse fatta male alla caviglia e vidi Leo aiutarla a rialzarsi. Provai un po' di invidia. Lei era veramente bella. Avrà avuto più o meno la mia età. Era molto magra e con il fisico, a mio parere, da modella. I capelli biondi le scendevano fluenti e splendenti lungo le spalle e le ricadevano sul seno prosperoso. Notai che Leo faticava a non guardarle la scollatura. Mi voltai e mi andai a sedere su una roccia mentre il mio professore andava a vedere come era messa la sua caviglia. Così feci ripartire la musica e guardai in alto. Adoravo osservare il cielo. Era tranquillizzante. Vedere l'immensità del cielo faceva sembrare minuscola e insignificante qualsiasi cosa è qualsiasi problema. Anche le mie preoccupazioni.

Un vento leggero faceva muovere le foglie degli alberi che facevano ombra sul sentiero. Chiusi gli occhi e mi rilassai lasciandomi trasportare dalla mia musica. Sentii, in ogni caso, dei passi avvicinarsi e sedersi vicino a me. Aprii gli occhi e sbirciai accanto a me il ragazzo.

<<Ho saputo che siete qui in gita. >> disse serio osservandomi.

<<Esatto.>> risposi secca continuando a guardare davanti a me. Volevo ignorarlo, ma era difficile farlo se continuava a parlarmi.

<<Scusami per come ti ho trattato prima.>> disse lui. Non lo conoscevo, ma sembrava essere sincero in quel momento.

<<Nessun problema.>> risposi.

<<Il mio nome è Alessandro. Però tutti mi chiamano Alex.>>

<<Piacere.>> dissi solamente. Non volevo rivelargli il mio nome. Dopotutto è strano che un ragazzo si metta a seguirti.

<<Ed il tuo?>>

<<Perché mai dovrei dire il mio nome ad un completo sconosciuto?>> dissi calma.

Lui sorrise e disse:<< Bella risposta.>>

Guardò in giro e chiese:<<Perché sei l'unica che se ne sta sempre da sola?>> Le sue continue domande mi stavano leggermente infastidendo.

<<Non sono affari tuoi.>> dissi.

<<Ragazzi andiamo!>> ci avvisò il professore. Non lo salutai nemmeno. Presi il mio zainetto alzandomi e seguii gli altri che si erano riuniti intorno all'insegnante. <<Il tempo sta diventando brutto quindi ci andiamo riparare in paese. Probabilmente pioverà quindi disferemo in fretta le tende e poi andremo al villaggio ad aspettare il bus.>>

La ragazza della profezia: Amore o destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora