29. Falling

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Ho vissuto tanto sulla mia pelle.

Ogni ferita, ogni dolore, ogni lacrima l'ho riversata su me stessa provando un unico semtimento: l'odio.

E adesso mi odio infinitamente.
Prima avevo tutto e adesso non ho più nulla.

Damiano se ne è andato d'avanti ai miei occhi ed io sono qui senza fiato.

Con gli occhi gonfi dalle lacrime, con le guance sporche di trucco e con un nodo in gola.

Vorrei restare qui, sul marciapiede in ginocchio, sperando che lui ritorni. Sperando che tutto si sistemi.

Ma non può accadere...

Mi sento come stessi cadendo nel vuoto, come se stessi perdendo il controllo, l'equilibrio.

Una mano si posa delicatamente sulla mia spalla.

Vedo Ethan che si inginocchia verso me.

Anche lui ha gli occhi lucidi e con quegli occhi lucidi è lui che mi consola.

Ethan: - Dai alziamoci ed entriamo.

Mi prende dal braccio sollevandomi dal marciapiede freddo al quale mi ero ormai abbandonata.

Mi alzo lentamente tenendo la testa bassa, cercando di respirare correttamente.

Entriamo.

Non riesco a parlare, non riesco a respirare. Maledetti attacchi di panico.

Nota che mi sto agitando quindi mi fa sedere accompagnadomi al letto.

Adesso il mio respiro aumenta, inizio a tremare.

Il ragazzo dai lunghi capelli inizia a preoccuparsi.

Mi prende le mani e con la sue le accarezza.

Ethan: - Ora stai tranquilla. Respira con me, coraggio.

Cerco di dargli ascolto e sento il mio cuore rallentare il suo pazzo battito.

Vede le mie bianche mani ancora tremanti e le stringe a sè.

Ho già vissuto questo momento.
Si sta ripetendo la storia?!

Mentre respiro lentamente per calmarmi alzo il mio volto.

Guardo il suo viso circondato dai suoi lunghi capelli che lo abbracciano, vedo i suoi occhi scuri pieni di paura.

- Me lo sono meritata.
Dico con voce spezzata dai singhiozzi.

Ethan: - No non è vero. Non doveva trattarti così.

Poi guardandomi dritta negli occhi mi dice:
- Tu non meriti questo.

La sua voce mi entra dritta nel petto, proprio lì nel cuore.

- Perché cerchi di difendermi?

Strizzo gli occhi ancora ofuscati per le lacrime.

- Non vedi cosa succede a chi si avvicina a me?

- Soffre. E soffro anch'io.

Ethan: - Lasciati aiutare.
Mi dice con voce calma e ferma porgendomi le mani.

- No.
Spingo le sue mani e porto le mie verso il mio volto per comprirmi.

Ethan: - Aspetta.

- Ti prego.
Lo guardo con sguardo sfinito dal pianto.

I miei occhi dicevano tutto.

Dai suoi invece capivo che lui non mi voleva lasciare perdere. Voleva che stessi bene, che mi asciugassi quelle maledette lacrime che mi rigavano il volto.

Torna a casa || Damiano David Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora