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Izanami Kimura's pov.

Il ritiro estivo era giunto agli sgoccioli e ci stavamo dando gli ultimi saluti. La sera prima, dopo avergli fatto quella domanda, Atsumu non proferì parola. Eppure non gliene facevo una colpa. Alle elementari le amicizie vanno e vengono, gli interessi cambiano e tutte quelle stronzate lì. Era colpa mia che mi ero affezionata troppo senza saperlo.

"Ci si vede, Stellina" guardai attentamente la sua mano tesa che aspettava di essere stretta. Sorrisi e lo abbracciai. Ci conoscevamo da neanche una settimana eppure mi ero legata a lui. Era un coglione, si. Ma un coglione simpatico.

"Ci sentiamo." dissi lasciandogli un foglietto con su scritto il mio numero di cellulare. Salii sul pullman e strinsi i denti nel notare che l'unico posto libero era quello affianco ad Atsumu. Lui se ne stava sul sedile esterno, con le braccia conserte e gli occhi chiusi. Senza dire niente scavalcai e mi sedetti affianco alla finestra. Ben presto sentii la sua testa poggiarsi sulla mia spalla e il suo respiro contro il mio collo. Il contatto fisico non mi era mai piaciuto più di tanto, odiavo il fiato dei ragazzi contro la mia pelle. Non riuscivo a reggerlo, tanto che mi nauseava e faceva crescere in me una paura che però cercavo di reprimere e questo accadeva soprattutto quando erano gli altri a toccare me, senza che volessi iniziare io quel contatto. Nonostante questo, il tocco di Atsumu non mi dava alcun fastidio, anzi. Me ne ero accorta già da quando aveva ricominciato a parlarmi. Probabilmente questo era dovuto al fatto che, nonostante ci fossimo persi nel tempo, mi fidassi ciecamente di lui. E quindi la mia mente contorta reprimeva l'istinto di autoconservazione che si attivava ogni qualvolta che qualcuno mi toccasse.

Dopo qualche ora di viaggio arrivammo a scuola e dopo aver salutato tutti mi incamminai verso casa. Davanti a me camminavano Atsumu ed Osamu.

"Hai intenzione di ricominciare a non parlarmi di nuovo?!" urlai richiamando la sua attenzione. Lui si bloccò sui suoi passi e disse ad Osamu di precederlo.

"Izanami..." borbottò passandosi la mano sulla faccia stravolta per il viaggio.

"Ieri non mi hai risposto. Voglio sapere perché ti sei allontanato. Ho bisogno di saperlo..."

"Dipendevamo troppo l'uno dall'altra. L'ho fatto per tutti e due, dovevamo capire."

"Capire cosa? Ma che diavolo stai dicendo?"

"Dovevamo iniziare ad essere indipendenti. Dovevamo capire che non potevamo esserci sempre l'uno per l'altra e che se un giorno non ci saresti stata non potevo fartene una colpa e viceversa" scossi la testa.

"Tu non ci sei stato non un giorno, non due... Atsumu tu non ci sei stato per più di sei anni e io... avevo bisogno di te. Dio, se solo ci fossi stato..." Sentivo il cuore dilaniarsi e la gola andare a fuoco. Mi portai una mano tra i capelli stringendoli leggermente alla radice.

"Di che parli?" guardai a terra sconsolata.

"Lascia perdere. Tanto non te ne fregherebbe un cazzo... Dimmi solo... Chi ti ha detto questa stronzata del dipendere l'uno dall'altra."

"Nessuno." annuii lasciando perdere.

"Se hai intenzione di andartene di nuovo... Smettila di parlarmi, non credo di poter reggere di nuovo" sussurrai allontanandomi. Ad ogni passo speravo mi seguisse o mi dicesse qualcosa. Invece me ne tornai a casa avvolta dal silenzio.

"Tadaima!" urlai entrando dentro casa.

"Ben tornata, sorellina. Come è andata?"

"Tutto bene, Jun. Daisuke e Izanagi?" chiesi seguendolo in cucina.

"Izanagi è di sopra invece Daisuke è fuori città per lavoro. Se ne è andato lo stesso giorno in cui sei partita tu, dovrebbe tornare oggi."

"Okay." dissi bevendo un bicchiere d'acqua "Sono riuscita a fare la rovesciata che mi hai insegnato in campo" lo informai.

A. Miya x OcDove le storie prendono vita. Scoprilo ora