Capitolo 10

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lI mio pagellino fu abbastanza tranquillo. Avevo solo un'insufficienza a greco di cui ero già a conoscenza. La prof riportó il compito di greco. Non sapevo se piangere e disperarmi o tentare il suicidio sbattendo la testa al muro davanti quel pezzo di carta che era il mio compito. Lo aprii. E lo vidi. Vidi un "8.25" che mi fece esaltare dalla gioia. Dopo i miei tre e cinque e mezzo ci voleva proprio. Era una boccata di aria pura. Ero carica in quel momento e anche il mio corpo era in festa. Quel giorno dopo greco avremmo avuto assemblea di istituto. Non vedevo l'ora,sono le assemblee che mi piacciono di più. È sempre bello vedere volti nuovi dei ragazzi più grandi ma anche alcuni alunni fino ad ora sconosciuti. Mi misi a sedere vicino ad Ottavia. A stento riuscivo a concentrarmi nell'udire perché troppo era il caldo battente sulla mia fronte ,infatti presi e me ne andai dietro con Ottavia. Prendemmo due sedie e ci sedemmo. Accesi La Mia sigaretta quando vidi arrivare tutta la gang di Samuele e mettersi a sedere davanti a noi. Ottavia ed io ci guardammo. Avevamo lo sguardo da "e mo quessi che vogliono? "
Cercai di pensare al'assemblea ma quei sette mi davano tanto di quel nervoso che ci spostammo. Ottavia mi scagò per Silvia e io mi misi vicino a massimo un po' più in là di dove ero prima con ottavia. Mi diede un altra sigaretta e fumai. Ci raggiunsero anche Melany e Francesca che ci fecero morire dalle risate. Quando all'improvviso Samuele prese la sua palla e insieme a Pierluigi e Lorenzo si mise a fare il coglione proprio davanti a noi. Stava dando spettacolo,ma a dir la verità non mi dispiaceva. Anzi mi fece divertire.
Al suono della ricreazione,andammo tutti a prendere da mangiare e tornammo in seguito tutti nel cortile delle assemblee. Avevo voglia di fumare, così presi una sigaretta,ma il mio accendino era finito. Allora non sapendo a chi chiedere,tutta imbarazzata mi diressi da Giulio. Uno,a mio riguardo,dei ragazzi più belli che il fottuto universo potesse creare. Glielo chiesi e dopo aver acceso, lo ringraziai. La sua risposta fu un "ma figurati" che mi fece arrossire parecchio. Me ne andai a chiamare Rebecca (La Mia migliore amica) e prendemmo una sedia. Ci mettemmo dietro Giulio. Notai spesso che i nostri occhi si incontravano e si parlavano di qualcosa che solo loro sanno. Ma non mi vorrei fare illusioni. Però era piacevole e interessante. Talmente tanto che mi fece dimenticare Samuele,ormai solo uno sconosciuto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 20, 2018 ⏰

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