𝑫𝒊𝒗𝒆𝒓𝒔𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒔𝒊𝒎𝒊𝒍𝒊

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"𝑳'𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆 è 𝒍𝒂 𝒄𝒂𝒑𝒂𝒄𝒊𝒕à 𝒅𝒊 𝒂𝒗𝒗𝒆𝒓𝒕𝒊𝒓𝒆 𝒊𝒍 𝒔𝒊𝒎𝒊𝒍𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒅𝒊𝒔𝒔𝒊𝒎𝒊𝒍𝒆."

𝐷𝑒𝑟𝑒𝑘

Entro in casa come un automa quella sera. È tutto il giorno che mi trascino come se il corpo agisse per conto suo. La discussione di stamattina con Casey mi ha scosso più di quanto pensassi e davvero non capisco cosa sia cambiato dalle litigate precedenti.
"Ti odio, tu non sei mio fratello." Me l'ha sputato addosso con tale cattiveria che per un attimo mi è mancata la terra da sotto i piedi. Non voglio che mi consideri suo fratello, ma di sicuro preferisco essere il fratello stronzo piuttosto che niente. Fino a ieri mi ha definito la sua famiglia, ed anche se la cosa mi turba da una parte, dall'altra mi fa sentire come se le appartenessi.
Quel ti odio è il tormento che mi rimbomba nelle orecchie da stamattina. Non è la prima volta che rinfaccia di odiarmi, ma non lo aveva mai fatto con una tale convinzione e sofferenza nella voce. E davvero non capisco cosa possa averla fatta scattare in quel modo.
La cosa peggiore è il fatto di non saper gestire questa situazione con razionalità. La ragione mi ricorda che è più giusto che lei mi odi, ma ogni fibra del mio corpo e del mio essere è incazzato e deluso. Ho bisogno che lei mi urli in faccia non che mi odi, perchè
prima o poi l'odio porta alla rassegnazione, e la rassegnazione porta all'indifferenza. E cazzo, quella si che fa male davvero. Immaginare di vivere con lei ad un passo dalla sua camera e non poterla stuzzicare con i miei scherzi e le mie battute, fa piu male che pensare a lei come a qualcosa di proibito.

Salgo i gradini a due a due imprecando e rischiando di cadere, e quando arrivo al piano di sopra il mio sguardo corre alla sua camera. Mi avvicino e ancora una volta non mi rendo conto del fatto che la mia mano è sul pomello della sua porta, la mia fronte appoggiata contro di essa. Sospiro e chiudo gli occhi. Vorrei entrare, vorrei parlarle, vorrei guardare in quegli occhi, dentro quell'oceano che sono diventati il mio tormento piu dolce e abbracciarla. Non
posso sopportare oltre questa situazione. È tutto troppo difficile, ed io non sono fatto per gestire queste emozioni che non conosco. Non riesco davvero a dare un nome a quello
che sento, ma capisco che non è normale.
A malincuore, e con un atteggiamento di sconfitta che davvero non mi appartiene, torno in camera mia. Apro la porta e il profumo di Casey mi invade. È stata
qui? O sono io che sto diventando matto?
Accendo la luce e Cristo, il cuore mi arriva in gola. Mi tocco il petto nella speranza di regolarizzare il rimbombo che sento nelle orecchie, e guardandola con gli occhi lucidi e il naso rosso e gonfio non so più se non riesco a calmarmi per lo spavento o per il fatto che lei sia qui, nella mia stanza...Da soli. E la cosa è cosi dannatamente giusta che per un momento dimentico che tutto questo è sbagliato. "Derek è tua sorella."
E' bellissima. Ma ha pianto? Sono stato io a farla piangere ancora? Una stilettata al cuore mi ricorda che sono uno stronzo, che stamattina l'ha umiliata nel peggior modo possibile. Con ancora la mano sul petto mi riscuoto dal mio stato.

<<Dio. E tu che ci fai qui?>> Devo calmarmi. Penso che potrei avere un infarto, e più passano i minuti, più mi rendo conto che continuo ad essere cosi nervoso perchè lei è qui, con me. La voglia di avvicinarmi per chiederle scusa diventa prepotente. Devo distogliere lo sguardo da lei o rischio davvero di fare una cazzata stasera. Appoggio la tracolla a terra e qualcosa cattura la mia attenzione. E quella? Guardo la chiatarra appoggiata sul mio letto e per un momento sono confuso. Lei sbatte gli occhi come un cerbiatto e le guance le si tingono di rosso. No dai, non può essere stata lei...

<<Sopresa.>> Allarga le braccia sorridendo ed io sono sempre più confuso. Il cuore non smette di rimbombarmi nella cassa toracica e la fisso inebetito. Il suo sorriso non è
autentico. Lo conosco bene. Mi sono reso conto che quando Casey sorride per davvvero rimango senza fiato. Ma quello che sento ora è solo il bisogno di abbracciarla e di proteggerla. Peccato che l'unico da cui davvero deve proteggersi sono io. Il fratellastro attratto da sua sorella. Ancora confuso alzo le sopracciglia, ostentando una calma che non ho.

V.E.N.T.U.R.IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora