In quel periodo scoprii una caratteristica di Albert. Se prima ero certa che conoscesse tutto, che non ci fosse un solo campo della conoscenza di cui lui non era informato, presto compresi che non era così. Albert voleva far credere al mondo di sapere tutto, ma in realtà aveva una conoscenza sì generale, ma solo superficiale. La scoperta mi turbò leggermente, anche se non saprei dirne il motivo. Ancora oggi, a distanza di molto tempo, non capisco perché la sua conoscenza solo apparente di ogni cosa mi abbia confusa. Non c'era nulla di male in essa, era semplicemente una sua caratteristica, come i suoi occhi verdi. Eppure il fatto che a livello superficiale conoscesse tutto e che poi, quando si andata a indagare più a fondo, mostrasse di sapere poco mi turbò. Era però solo un piccolo dettaglio, per il resto Albert era il marito migliore del mondo, voglio sottolineare questo.
Quando Albert doveva assentarsi per molto tempo mi lasciava alle cure di Dory. Non voleva mai che stessi sola. Ricordo in particolare una volta.
-Quando tornerai?- gli chiesi, lasciando che capisse che non ero felice. Avevo una folle urgenza di lui. Avevo bisogno di stare con Albert più tempo possibile.
-Domani sera-
-Starai via così tanto?- chiesi, con voce bassa, infantile.
-Solo per un giorno... mi aspettano fuori Parigi- rispose, triste.
Chi lo aspettava? La gelosia, con i suoi occhi verdi, simili a quelli di Lotte, sgomitò per farsi strada in me. La ricacciai indietro con uno spintone.
-Mi farò perdonare... voglio che tu stia in compagnia, andrai da Dory, che ne pensi?- mi spiegò con un sorriso.
-Ma io posso aspettarti... non starai via molto... potrei anche accompagnarti- mi strinsi di più a lui, buttando indietro la testa e socchiudendo gli occhi. Sapevo che Albert era molto sensibile a quei movimenti.
-Piccola tentatrice- mormorò lui, la voce roca, lo sguardo brillante di desiderio.
Ridacchiai, passandogli le mani dietro la nuca e accarezzandolo. Era divertente pensare che io, che non avevo mai attratto l'attenzione del genere maschile, riuscissi a intrigare un uomo come Albert in quel modo.
-Su, tornerò presto- mi afferrò la vita, stringendola con le sue mani forti e avvolgenti.
-Fallo- sussurrai.
-Lo farò- mi baciò con trasporto, un bacio che scaldava ogni parte di me, che mi faceva sentire leggera come l'aria e fremente come il mare.
Le ore scivolarono lente. Giocai svogliatamente con Julien, parlai con Dory, cercai di scrivere una lettera a mia madre, ma tutte le parole suonavano banali, artificiose, semplicemente false. Non sapevo come descrivere la mia vita. Era come se fosse una recita a teatro. Era tutto irreale. Presto sarebbe calato il sipario e io sarei tornata alla mia vecchia vita.
L'incidente mi colse di sorpresa. Nessuno si aspetta che le cose brutte succedano proprio a noi. Io, cresciuta in un palazzo lontana dal mondo, io che credevo di aver vissuto già la mia dose di dolore, non mi aspettavo quello che stava succedendo.
Non seppi mai come andarono davvero le cose. Albert non me lo spiegò mai. Probabilmente fu perché non voleva che mi spaventassi. Lui sapeva bene che ero cresciuta in un mondo da fiaba, un regno in cui la morte aveva fatto il suo ingresso poche volte. Albert veniva da un mondo in cui il sangue era la norma. Un mondo di ferite, dolore, sangue e infezioni. Un mondo che non faceva per me, così lui pensava.
Fu il suo amico François ad avvisarmi. Erano circa le sei di sera. Si presentò alla porta di zia Dory, dove attendevo il ritorno di Albert giocando con Julien. La domestica che era andata ad aprirgli corse subito da me.
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La principessa e la cocotte: in amore e in guerra
Ficción histórica(COMPLETA) Il seguito de "La Principessa e la cocotte" (è consigliato, ma non obbligatoria la lettura del primo volume) 1939. Viola sta per coronare finalmente il suo sogno d'amore con Albert. Le cose però non si riveleranno semplici. Venti di guerr...