Un gin tonic fa miracoli

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I giorni passarono e io e Marco diventammo sempre più legati.
Ormai eravamo migliori amici, gli volevo tanto bene.
Fu il 13 novembre, tre messi che io e lui ci conoscevamo.
"Ma quindi nulla?" mi chiese Aurora mentre preparava il caffè.
"Cosa?" non capii a cosa si riferisse.
"Marco, come vanno le cose tra voi? Ho notato che siete molto legati."
"Siamo solo amici, anche se...no nulla"
"No adesso tu lo dici"
"Beh, ecco, può essere che..."
"Che..."
"Marco mi piaccia."
"AAAAAAA, SONO STRA FELICE" iniziò a urlare, a saltare, sembrava una bimba.
"Ma Aurora calmati" dissi riedendo.
"Sono molto felice, perché finalmente stai dimenticando quel tuo fantastico ex, Luca."
"Era antipatico"
"Appunto, e quindi ora che farai?"
"Nulla, cosa dovrei fare?"
"Non lo so, glielo dirai?"
"No, voglio che ci arrivi da solo"
"Si, così a ottant'anni, forse, vi metterete insieme."
"Nah, Marco è un tipo sveglio, ci arriva subito."
Ci guardammo in faccia e scoppiammo a ridere.
Il giorno successivo non saremo andati a scuola per allerta meteo, quindi i ragazzi sarebbero venuti da me tra pochissime ore.
"A che ora è che dovevano venire?" domandò Aurora.
"Tipo alle 18:00" risposi.
"Ovviamente tutti in ritardo, sono le 18:01"
"Uaa amo, un minuto"
"Amo io sono sempre in orario"
"Si ma un secondo."
Suonò il campanello andai ad aprire la porta.
Era Marco. Aveva un ombrello nero nella mano sinistra e nell'altra aveva una busta. Indossava la sua solita felpa nera con un jeans marrone e le vans.
"Pensi di farmi entrare o rimanere a fissarmi?" domandò lui.
"Si, ora entra pure"
"Davvero ti stavo fissando?" chiesi mentre chiusi la porta dietro di me.
"Eh già" rispose mentre posava lo zaino che aveva nelle spalle, posò la borsa di carta bianca e si tolse le scarpe.
Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
"Mi eri mancato devo ammetterlo."
"Mi sei mancata pure te."
Aurora ci raggiunse sedendosi nel divano.
"Cosa hai in quella busta?" domandò Aurora.
"Niente." disse.
"Come niente?" manifestai io.
"Si, niente." affermò lui
"Ma è piena di rob-" non riuscì a finire la frase che il campanello suonò.
Andai ad aprire, furono Carlo, Alessio e Manuela.
"Ueee bellissimi..." mi accorsi che erano tutti bagnati.
Li feci entrare in casa e corsi di sopra a prendere dei vestiti per loro.
Per Manuela presi una mia felpa e un pantalone della tuta, poi corsi in camera di mio fratello e presi le prime cose che trovai dentro al suo armadio.
"Come cazzo avete fatto a dimenticarvi l'ombrello?" domandò Marco.
"Ue fratello, io non pensavo piovesse, ero al bar." rispose Carlo mentre prendeva i vestiti che gli porsi.
"Andate a cambiarvi va" dissi.
"Grazie Chloe sei la migliore sappilo." manifestò Manuela.
"Ti amo basta, se vuoi vai pure in camera mia." gli indicai la porta.
Nonostante veniva molte volte a casa mia non si ricordava tutte le stanze.
Appena finirono scesero giù e andammo in cucina.
"Che ne dite di una cioccolata calda?" domandai mentre ci accomodammo.
Mi risposero tutti quanti di si, così, con l'aiuto di Marco, feci la cioccolata calda.
"Comunque volevo dirvi una cos-" venne interrotto Alessio dal citofono.
Aurora andò ad aprire. Fu la prima volta che apriva al mio posto.
"Ue bella rega, come state?" era Arianna.
"Tutto bene, tutto bene, tu?" domandai.
"Bene dai" rispose lei.
"Beh ora che siamo al completo vi stavo provando a dire che-"
"AH VERO, AMO VUOI LA CIOCCOLATA CALDA?" chiesi ad Ari.
"Stai tranquilla amo, non voglio nulla." rifiutò lei.
"Dicevo, cioè ho conosciuto questa ragazza un paio di mesetti... cosa stai facendo Carlo?" provò a continuare Alessio mentre Carlo giocava con il telefono.
"Partitina a poker"disse Carlo mentre spingeva via il telefono.
"Ho conosciuto questa ragazza e ci siamo messi insieme." parlò tutto ad un fiato Alessio.
Applaudimmo tutti.
"Bravo ad Alessio, come si chiama?" domandò Aurora.
"Angelica"
"Che bel nomeee, ovviamente me la farai conoscere eh" dissi io.
"Ovvio, non ora, ma si ve la farò conoscere." ci accontentò lui.
Dopo la rivelazione di Alessio, bevemmo la nostra cioccolata calda mentre parlavamo del più e del meno.
Passammo il resto della giornata così, a parlare tra di noi, fino a quando Marco e Carlo non iniziarono a bisbigliare qualcosa tra loro due.

scusa se piango. // kiddrastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora