Chapter 1

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Luglio 2013

San Francisco

<< mamma, guarda! Posso volare!>> esclamo. Papà mi stava tenendo in aria mentre con le mie piccole braccia facevo finta di essere una supereroina.

<<Matt, stai attento>> mamma come il solito si preoccupa della mia salute. Che guasta feste!

<<tranquilla Jane, non le succederà nulla>> la rassicura papà. <<finché ci sarò io, non le capiterà mai nulla>> fa una piccola pausa e poi continua <<tranquilla piccola Abigail, tu sei speciale e un giorno, molto lontano, lo capirai, però per ora io sarò il tuo guardiano>>

<<Matt>> lo rimbecca mia mamma.

<<mamma! Perché non vuoi farmi volare!?>>

<<oh mia cara stella, è troppo presto, ma ricorda solo chi crede ai sogni può imparare a volare>> bah, a volte la mamma se ne esce con queste affermazioni. Non le capirò mai.

In quel preciso momento esce di casa mio fratello Brandon, che con fare goffo, cerca in tutti i modi ti tirare un calcio alla palla.

<<guarda Brandon, posso volare e salverò il mondo!>> gli urlo mentre papà continua a sorreggermi.

<<smettila, non succederà mai, non si può volare, è impossibile>> mi dice con il suo solito fare da "so tutto io".

<<tranquilla piccola Abigail, io credo in te e in quello che diventerai>> mi dice papà, mettendomi giù.

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Ottobre 2024

Undici anni dopo

<<Abigail, cazzo svegliati, finiremo per far tardi>> mi tuona mio fratello da dietro la porta di camera mia.

Mi stiracchio un po' e poi prendo il telefono dal comodino per controllare l'ora.

Oh cazzo! Sono le 7, devo sbrigarmi. Prendo i vestiti che ho preparato ieri e mi fiondo in bagno.

Mi guardo allo specchio, il mio corpo è ricoperto di cicatrici e più le osservo più mi sale un magone che fatico a reprimere. Il pensiero di quello che ho passato inizia a farsi spazio nella mia testa.

Cerco di reprimerlo, ma più mi guardo allo specchio più i ricordi di quel periodo mi assalgono.

Devo essere forte, ma ogni volta che mi guardo è sempre la stessa storia.

Com'è che dicevi mamma? Che avrei imparato a volare? Si come no, le ali mi sono state storpiate anni fa.

<<Abigail, ti sbrighi!>> urla mio fratello già scorbutico di prima mattina.

<<Sono pronta, mo' scendo>> urlo di rimando a Brandon.
<<Muoviti sennò ti lascio andare a piedi>> gentile come ogni mattina devo dire.

<<Dammi due minuti>> ed esattamente due minuti dopo scendo le scale e mi ritrovo in soggiorno dove mio fratello mi sta aspettando a braccia conserte con uno sguardo trucido. Senza dire nulla si rigira le chiavi della macchina tra le mani e si dirige verso la porta d'ingresso.


<<T'aspetto in macchina>> dopodiché sbatte la porta lasciandomi in casa.
Prima di uscire, però, vado in cucina a prendere le medicine come ogni mattina da undici anni a questa parte. Orami sono diventate parte della mia quotidianità.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 27 ⏰

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