Capitolo 1869

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Accompagno le mie parole con un tono divertito e spiritoso perché credo che alla lunga questo nostro rapporto di lavoro, si rivelerà molto giocoso. Almeno per quanto riguarda perché Emily non sembra molto divertita dalla cosa, ma credo che questa volta lo stia facendo apposta per non darmi soddisfazione.

Em: no grazie. Buon pomeriggio allora.

C: altrettanto. A domani se non ci vediamo.

Em: a domani.

Accenno un sorriso, socchiudendo la porta e andando verso l'uscita. Dopo pochi passi incrocio uno dei professori della facoltà, non mi ricordo mai il suo nome ma capita a proposito: dovevo consegnarli un modulo e se non lo avessi incrociato ora, me ne sarei completamente dimenticato.

C: salve.

X: salve rettore. Come sta?

C: benissimo. - prendo un foglio dalla mia cartella - Devo darle questo modulo: dovrebbe compilarlo e consegnarlo entro la settimana prossima, se riesce.

Da una rapida letta al modulo, annuendo nel momento in cui capisce ciò di cui si tratta. È un modulo relativo alle possibili uscite didattiche previste per il suo corso, insieme ad alcune informazioni relative alle disposizioni di sicurezza per poterle mettere in atto. Mi ringrazia in modo molto cordiale.

C: di nulla... posso chiederti di ricordarmi il tuo nome? Mi sto impegnando, ma faccio davvero fatica con tutti.

X: si figuri, la capisco. Lorenzo.

C: grazie mille Lorenzo e scusami.

L: di nulla.

C: buona giornata allora.

L: altrettanto. Arrivederci.

Ci scambiamo un sorriso e ci allontaniamo, ma dopo un paio di passi mi volto per vedere in che direzione stia andando e non posso non notare che si sta dirigendo proprio nell'ufficio di Emily. Vorrei sentire quello di cui parleranno, ma non sarà nulla di importante. Meglio che corra a casa a cambiarmi. Senza fare nulla di corsa, arrivo a casa di Emma e Simone che sono le 3.45. Ho deciso di andare in anticipo per non avere i tempi stretti: dopotutto è un po' che non vedo i miei suoceri e non mi dispiacerebbe parlarci un paio di minuti. Parcheggio e suono al campanello. Ad aprirmi è Emma.

E: Colin!

Senza darmi il tempo di dire nulla, nemmeno un saluto, mi abbraccia forte ed io sono costretto ad aprire le braccia per evitare che il mazzo di fiori che mi sono fermato a comprarle si rovini. Ho sempre avuto l'abitudine di portarle un po' di fiori tutte le volte che venivo a trovarla dopo tanto tempo.

E: è bellissimo rivederti.

C: anche per me Emma. - scioglie l'abbraccio - Questi sono per te.

E: sempre un cavaliere. Non cambi mai.

B: fiori non mandati da me... devo forse essere geloso?

Da dietro le spalle di Emma, spunta Simone con il suo solito carisma e le sue immancabili ed intramontabili battute. Sorridiamo e ci salutiamo con un caldo e forte abbraccio. Ho sempre apprezzato che tra noi i rapporti non fossero cambiati, nonostante quello che era successo tra me ed Emily.

E: vieni, accomodati dai.

B: vuoi qualcosa? Bere, mangiare... dimmi tu.

C: magari un caffè se non chiedo troppo.

B: arriva subito. Amore chiama le pesti.

E: ci penso io. Sono di sopra a prepararsi.

Emma va di sopra dai bambini mentre io e Simone ci spostiamo in cucina, dove lui inizia subito a prepararmi il caffè. Prende prima una bottiglia di acqua e un bicchiere, porgendomeli. Nonostante passi spesso qualche mese ogni volta che ci vediamo, non si dimentica mai delle mie abitudini, anche le più classiche come quella di bere un sorso di acqua prima e dopo il caffè amaro.

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 10Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora