Il sole di mezzogiorno invase il villaggio di Ginza in continuo movimento. L'inaspettato esodo riuniva svariati gruppi di famiglie, giovani, orfani, anziani, che seguivano quasi in colonna gli uomini di Awashima.
Nia e Casey incedevano nel senso opposto alla colonna, cercando di non urtare i ragazzini scalmanati che correvano da tutte le direzioni.
Giunte nell'abitazione di Aiko, trovarono la donna seduta sui gradini del portico con il piccolo Jiro adagiato sulle sue ginocchia. Il suo sguardo spento vagava tra la confusione per le strade.
Nia prese il bambino tra le braccia, mentre Casey aiutò la donna a sollevarsi. "Per quale ragione non segui gli altri?" le chiese, scuotendola con gentilezza.
"Io e Jiro non abbiamo un luogo dove andare ..."
"Per l'amor del cielo! Ginza è la tua casa, Aiko. Appartieni a questa gente. Anche loro non sanno dove andare, ma sono tutti uniti!"
"Vuoi dare un dispiacere a mio fratello che ti ha accolto con premura?" la rimproverò Nia, stringendo Jiro a sé. "Non ti permetterebbe mai di rimanere da sola in un simile momento!"
Aiko sbatté le palpebre. Gli occhi le si inumidirono per la considerazione che le veniva mostrata. Respirò a pieni polmoni, illuminandosi di speranza. Il gelo della solitudine che l'aveva avvolta fino a quel giorno sembrava essersi dissolto. "Voi ... volete che io ..."
"Non c'è tempo da perdere!" tagliò corto Casey, tirandosela per mano lungo la strada. "Dobbiamo muoverci!"
Usciti dalla baraonda del villaggio, si inoltrarono nel viale sormontato dai ciliegi, il cui silenzio era spezzato dai respiri corti e affannati delle tre donne.
Come giunsero nel cortile della villa, un cavallo al galoppo le fece arrestare e voltare di scatto. Casey trasalì per l'emozione. Kyu smontò di sella e le raggiunse. I suoi occhi non si schiodavano da quelli dell'inglese, per quanto fosse contento di vederla. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare a lei.
"Perché non siete ancora partite?"
"Abbiamo recuperato Aiko san. Non voleva saperne di venire con noi!" riferì Nia con disappunto.
Kyu guardò Aiko con rimprovero e lei abbassò gli occhi con aria colpevole. Rivolse, infine, la sua attenzione alle necessità della donna. "Hai provveduto a prendere le erbe per Jiro?" le domandò con gentilezza. Lei annuì. "Ne prenderemo altre non appena giungeremo in cima" la rassicurò, carezzando il capo al bambino. Guardò, dunque, Nia.
"Raggiungete Naemi e Mao. Io e Casey sama arriveremo più tardi!"
Nia lo guardò con freddezza. "Questa mattina, gli uomini di quell'inglese sono venuti a farci visita!" lo informò. Kyu dapprima si rabbuiò e poi guardò la sorella con sguardo rammaricato per ciò che le aveva fatto affrontare. Allungò una mano ad accarezzarle una guancia. Lei la trattenne per un attimo nella sua prima di avviarsi.
Non appena Kyu e Casey entrarono nella dimora, la ragazza affrontò il ronin. "Avete trovato Jonathan?"
"In questo momento sta raggiungendo le truppe imperiali in attesa che le navi britanniche attracchino nella baia!"
Casey si contorse le mani. "Grazie a Dio, sta bene!" sussurrò nervosa. Aveva tante domande da fare al suo tutore e sul suo volto si manifestò una nota di delusione per essere stata messa in disparte ancora una volta. Kyu se ne accorse e le prese le mani, stringendole tra le sue, nel tentativo di smorzare la tensione irrequieta che l'avvinceva.
"Jonathan vuole che soffiamo l'appalto a Collins unendo le nostre risorse!"
Casey aggrottò la fronte. "E' così che Jonathan pensa di liberarmi dal giogo di quell'uomo?"
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GLI OCCHI DEL RONIN
Historical FictionEdo 1869 All'insediamento della restaurazione Mejij, una giovane ereditiera inglese fugge dalle insidie dello shogun, propenso a ripristinare il proprio regno appropriandosi dell'oro che ella detiene. Sullo scenario dell'ultima cultura medioeval...