CAPITOLO LXXXII

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Due settimane dopo

«Siamo in perfetto orario» mormora Daniela uscendo dal taxi, seguita da Carola e Luigi.
«Prendo le valigie» biascia lui avvicinandosi al bagagliaio della Ford bianca . Il taxista gentilmente si avvicina e mette a terra il trolley della manager e quello di lui. «Merci».
«Il tuo francese è decisamente migliorato» scherza Carola, nel suo vestitino rosso svolazzante, mentre una folata di vento le scompiglia i capelli.
«Non prendermi in giro» sorride iniziando a camminare, tirandosi dietro le valigie. La manager si appropria della sua e si rivolge a Carola: «Prendilo pure in giro, hai il mio totale appoggio».
«Fantastico: due contro uno. Sono spacciato».
I tre entrano nell'aeroporto: Luigi ricorda bene l'ultima volta che si è trovato li. Aveva appena rivisto Carola, le aveva confessato il suo amore e lei era fuggita via, squarciandogli il petto dal dolore. Sembrava tutto finito, eppure eccoli lì, mano nella mano a camminare insieme verso i controlli di sicurezza.
«A che ora è il volo?» chiede la ballerina.
«Tra un'oretta» risponde Daniela, dando uno sguardo al tabellone sopra alla loro testa. «Ancora non è stato scelto il gate però» aggiunge pensierosa.
«Non c'è fretta Dani». Luigi le posa una mano sulla spalla e lei fa una smorfia.
«Insomma... comunque ragazzi vi lascio da soli a salutarvi. Io mi metto in fila, ti aspetto di la Luigi. Quanto a te Carola, vieni qua». Le due si abbracciano e la manager sorridendo le da un buffetto sul naso. «Fai la brava».
«Certo Dani».
Si scambiano uno sguardo d'intesa e poi la manager si avvia, sparendo tra la folla. Nonostante siano state a contatto solo pochi giorni le due hanno legato molto, e più di una volta Daniela aveva avuto cura di dire a Luigi quanto fossero belli insieme e quanto la ragazza fosse una persona speciale. Anche ai suoi genitori Carola era piaciuta molto: quasi poco ci mancava che sua madre piangesse, quando li avevano accompagnati all'aereoporto una settimana fa, realizzando che l'avrebbe rivista solo dopo molto tempo.  Erano state due settimane intense quelle appena trascorse: dopo diversi trattamenti Luigi era stato dimesso il martedì mattina e si era sistemato a casa della ballerina, assieme a sua madre che per giorni poveretta aveva dormito sul divano pur di non lasciarlo solo, in quanto Carola a causa degli allenamenti e delle prove era spesso fuori casa. Suo padre era rimasto in hotel ma tutti i giorni gli faceva visita. Piano piano il dolore si è fatto sempre meno invasivo e dopo una settimana circa gli avevano tolto i punti: ora rimane solo una non troppo piccola cicatrice. Quanto a Giovanni, non ne avevano saputo più nulla. I suoi genitori avevano insistito per sporgere denuncia ma lui si era fermamente opposto, dicendo che voleva lasciarsi questa cosa alle spalle, una volta per tutte. Non lo odia, non vuole sprecare attimi della sua vita per una persona che non merita neanche di essere chiamata persona, nel vero senso della parola. Quello che si auspica è che lui sia sparito per sempre dalle loro vite e che loro tutti possano andare avanti, d'altronde, qualcuno di molto saggio, non troppo tempo fa, gli aveva consigliato di imparare a scrollarsi le cose di dosso e a focalizzassi sul futuro. A questo proposito è doveroso prendere nota che Luigi non aveva detto a nessuno del sogno che aveva fatto quando era incosciente: per qualche ragione si era immaginato i suoi nonni, ed era così strano ma allo stesso tempo così reale che lo custodisce come un ricordo nel suo cuore, un regalo solo per se stesso. La sua vita è andata avanti, forse troppo in fretta, negli ultimi anni ed era parecchio che non si fermava un attimo a riflettere su cosa davvero è importante per lui. I suoi nonni mancano da molto e la loro assenza si è spesso fatta sentire, anche se aveva imparato a conviverci in qualche modo, anche se una perdita del genere non si supera mai. Si era nascosto dietro a mille pensieri, per non pensare, ma ad oggi non vuole più fare finta di niente, non vuole più ignorare il dolore, perché il dolore va vissuto e loro sono con lui, sempre e comunque: sono la sua forza. Per qualche stranissima ragione si è persino convinto che sia stato solo grazie al loro aiuto se ora lui respira ancora ed ha una vita da vivere. Se gliene avesse parlato Carola avrebbe capito ma questo episodio è troppo intimo perfino per essere condiviso con lei, lei che era tornata ad allenarsi finalmente. All'inizio era stato difficile, era persino dovuta andare a fare qualche seduta da uno psicologo perché ogni volta che metteva piede in teatro, la sera dell'aggressione le si presentava davanti agli occhi, provocandole fortissimi attacchi di panico. Ora sta bene, per fortuna, ma ogni tanto Luigi nota che qualcosa ancora non va, sopratutto quando sente un rumore o qualcuno fa dei gesti bruschi: lei sussulta e i suoi occhi si fanno profondi. Lui ha imparato a tenerle la mano, a camminare con lei e a lenire le sue angosce. Ci vorrà tempo ma lei tornerà al suo equilibrio, Luigi ne è certo. Daniela li aveva raggiunti a Parigi solo qualche giorno fa, portando con se la consapevolezza che era ora di rientrare a Roma. Erano state messe sul tavolo ottime proposte, tra cui un tour che coprirà tantissime città italiane a partire da settembre ed alcune sponsorizzazioni di un certo livello. «Sei pronto a ballare Gigi?» gli aveva chiesto Daniela e lui aveva risposto: «Sono nato pronto». Un vero cliché insomma, però era quello che sentiva. È consapevole che non sarà semplice per lui dare fiato alla sua carriera ma ha il dovere di farlo e questa nuova avventura che gli si prospetta davanti è troppo entusiasmante per lasciarsela scappare.
«Tempo dei saluti quindi» constata Carola avvicinandosi a lui nuovamente. Luigi le prende le mani e annuisce piano.
«Purtroppo si».
«Non è un addio, vero?».
«E come potrebbe esserlo?» sbotta quasi divertito dall'insicurezza di lei.
«Luigi, devo dirti una cosa» esordisce Carola seria, abbassando lo sguardo.
«Dimmi»
«Hanno rinnovato la tournée anche per l'anno prossimo visto quanto successo ha riscosso "Giulietta e Romeo". C'è già un nuovo coreografo pronto a mettere in scena un nuovo spettacolo. La proposta che mi hanno fatto è grandiosa...».
«Ma è fantastico amore!» esclama Luigi, incredulo del tono triste di lei.
«Ma non capisci? Significa che appena avrò finito questa tournée in Europa con "Giulietta e Romeo" dovrò immediatamente ricominciare da capo con la preparazione di uno spettacolo nuovo, per poi partire nuovamente. Siccome il taglio è piuttosto internazionale vorrebbero portarlo anche in America».
Luigi dentro di se sa bene cosa significano le sue parole ma non può tarparle le ali, in alcun modo, anche se questo significa fingere di essere felice del fatto che tutto ciò la porterà lontano da lui.
«Carola, è la tua carriera. Hai tutto il potenziale per splendere e diventare grande artisticamente parlando. Voglio che tu ti dedichi anima e corpo al ballo, perche quella è la tua vita».
Lei scuote la testa: «Tu sei la mia vita» mugugna.
«Piccola, amore mio, guardami. Io e te ce la faremo, te lo prometto. Riusciremo a farla funzionare in qualche modo».
«E cosa succederà se tu in tour troverai una più bella di me?» mormora Carola scuotendo la testa, stringendogli forte i bicipiti come impedirgli di andare.
«Quello che deve preoccuparsi sono io: sei sempre circondata da ballerini super atletici, bellissimi ... poi hai conquistato anche Daniela: come minimo se io e te ci lasciassimo, mi mollerebbe anche lei».
Carola gli tira una manata. «Non scherzare scemo, sono seria. Ho paura».
Luigi sorride: «Non c'è nulla da avere paura. Io e te ce la faremo. Io ti amo e tu mi ami, nulla si potrà frapporre tra noi».
«Sicuro?».
«Si e ti dirò di più: nemmeno un ballerino alto e palestrato».  Lei si lascia andare in una mezza risata, poi alza la testa cercando i suoi occhi. «Ce la faremo» le ripete proprio mentre in aeroporto tuona l'annuncio che il gate per il suo volo è aperto.
«Devo andare» sussurra. Lei lo stringe forte, e lui inspira il suo profumo dolce imprimendolo nella mente.
«Ti amo» mormora con la voce rotta dal pianto.
«Ti amo anche io Carola».
«E se perdessi il volo?» scherza lei piangendo ma con un sorriso.
«Ce ne sarebbe un altro da prendere dopo. Devo andare. Ci sarà un momento in cui le nostre carriere ci porteranno nello stesso luogo, fino ad allora piccola dovremmo stare separati ma ti giuro che ce la faremo». Luigi le da un bacio sulle labbra, bagnate dalle lacrime, e si stacca, prendendo a camminare con lei che inizia a singhiozzare in maniera evidente. «No...» mormora tremando. Luigi mormora un ultimo ti amo poi si volta e prende a camminare in direzione dei controlli di sicurezza, pregando che lei non lo segua, perché diversamente non riuscirebbe più a partire.
È l'inizio di un'avventura, un viaggio per certi versi pericoloso, che li porterà lontano l'uno dall'altra, ma Luigi sa nel profondo che il suo cuore appartiene a Carola, che le loro anime si sono trovate per qualche scherzo del destino. È consapevole che ci saranno momenti in cui non averla a fianco sarà un peso ed altri in cui il pensiero che la lontananza sia un ostacolo al loro amore farà capolino nella sua testa. Forse arriverà persino a pensare in certi momenti di sconforto che non vale la pena soffrire, ma saranno solo attimi perché lui una vita senza di lei non se la immagina proprio. Carola è il suo respiro, è nelle sue ossa: si è insinuata nel profondo del suo animo inquieto regalandogli serenità. Ci sono poche cose di cui è convinto a questo mondo ma una di queste è che lei è l'amore della sua vita e si, non sarà facile, ma a Luigi le sfide sono sempre piaciute e per amore si sa un'uomo smuoverebbe anche le montagne e lui è pronto, è pronto ad agguantare il suo futuro, conscio che lei ne farà sicuramente parte.

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora