Capitolo 9 - Frammenti di cristallo

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«E Francesco non ha niente da dire sul fatto che sei qui stasera?» mi chiede Mark, appoggiandosi allo stipite della porta del bagno del Fragenco.

Davanti allo specchio, sistemo una ciocca ribelle dietro l’orecchio e lo fisso per un istante. Il riflesso che mi rimanda lo specchio è quasi irriconoscibile: un vestito lungo blu notte, elegante, aderente al punto giusto e con uno scollo a cuore che non indosso mai. Il trucco leggero ma curato. Un’immagine quasi lontana da me, eppure incredibilmente reale.

Era il terzo giorno di una settimana folle, e come previsto, continuavo a essere il braccio destro di Francesco. Almeno sulla carta.

Questa sera si teneva un evento importante per promuovere il locale in vista dell'apertura anche a Roma. Un’occasione chiave, piena di ospiti, investitori e giornalisti.

Peccato che Francesco si fosse "dimenticato" di dirmelo.

Se non fosse stato per Johnny, che mi aveva chiamato nel pomeriggio per sapere a che punto fossimo con i preparativi, non ne avrei saputo nulla. Sono pagata per aiutare con la gestione del bar, quindi mi sembrava doveroso esserci. Anche se, a conti fatti, mi sentivo un’intrusa.

Esco dal bagno e trovo Mark lì ad aspettarmi.

«Ovviamente non ne ha idea. E sono anche un po’ incazzata dal fatto che fossi l’unica a non sapere di stasera,» ribatto, incrociando le braccia.

Mark abbassa lo sguardo, quasi in colpa. «Ti volevo avvisare, ma Francesco ce l’ha proibito.»

«Cosa?!» Spalanco gli occhi. «Non ci credo.»

«È successo qualcosa tra voi? Forse ce l’ha ancora con te per… non so, qualcosa?»

Sospiro. Da due giorni, da quella sera in macchina, non avevo più sentito Francesco. Dovevamo vederci anche ieri per sistemare le ordinazioni degli alcolici, ma non si era neanche presentato. Alla fine avevo fatto tutto da sola, mordendomi la lingua a ogni email inviata.

Al solo pensiero, un brivido. O rabbia. O entrambe le cose.

«Tutto bene?» mi chiede Mark, accorgendosi del mio silenzio.

Annuisco e forzo un sorriso. «Tranquillo.»

«Sei uno schianto stasera, comunque.» Sorride, cercando di sdrammatizzare.

Lo abbraccio brevemente. «Grazie. Ora andiamo in sala, prima che Francesco noti che manchi dal bancone.»

Ridiamo e ci avviamo.

~🍓~

La sala è illuminata da luci soffuse e lampadari in cristallo, che riflettono bagliori dorati su tavoli perfettamente apparecchiati. L’aria profuma di vino buono, candele e qualche nota di profumo troppo costoso. Tutti sono impeccabili, vestiti in smoking e abiti da sera. Un’eleganza forzata, quasi teatrale.

Saluto Mark con un cenno, mentre lui torna al bancone.

Prendo un bicchiere di champagne da un tavolino d’appoggio, cercando con lo sguardo Francesco. Niente. Sbuffo, pronta a fare il giro della sala, quando…

Splash.

Rovescio tutto il contenuto del mio bicchiere addosso a qualcuno.

«Oddio, mi dispiace tantissimo!» esco subito con dei tovaglioli.

«Cosa ci fai qui?» dice una voce familiare.

Mi blocco. Francesco.

Alzo lo sguardo. È davanti a me, in camicia bianca e giacca scura, inzuppato di champagne. I suoi occhi sembrano fiamme trattenute a stento.

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