Capitolo 3 - Music

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Lasciato Eddie e Dustin a casa di quest'ultimo, dicendo che sarebbe tornato a casa a piedi dopo aver spacchettato ciò che avevano comprato, Steve si diresse verso il Family Video, il negozio dove lavorava insieme a Robin, la sua migliore amica.

"Finalmente, eccoti! Mi stavo annoiando" esclamò Robin sentendo la campanella del negozio suonare e vedendo entrare il ragazzo. "Come stai? Dove sei stato?" "Ehi Rob, bene dai, confuso, ho appena portato a casa Dustin dopo essere stati in un negozio. Ah e c'era anche Eddie, te lo ricordi giusto?" salutò Steve entrando e accomodandosi dietro al bancone accanto a lei. "Certo che me lo ricordo. Era anche simpatico ogni tanto potremmo uscire insieme tutti e tre. E... confuso, perché?" "Diciamo per Eddie. Non lo so, non saprei dire il perché ma mi fa uno strano effetto. Questa sera mi ha invitato da lui. Ma ti prego non parliamo di questo."

Robin, pur essendo curiosa di sapere cosa ci sta dietro questa storia tra i due ragazzi non insistette, per non far pressione all'amico. "Va bene va bene, quando sarai pronto ne parleremo" sogghignò lei, sospettando qualcosa. "Beh divertiti allora stasera e fammi sapere come va" gli fece l'occhiolino Robin.

L'orario di lavoro passò in un men che non si dica, tra cruciverba, sudoku e chiacchere, e le 19 arrivarono. Steve avvertí l'amica che se ne sarebbe andato, si mise la giacca, prese le chiavi della macchina e uscì dal negozio.

Prima di partire accese il telefono e rilesse l'indirizzo mandatogli proprio da Eddie, subito dopo si avviò. Durante il tragitto iniziò a domandarsi il perché di ciò che stava per fare, sapendo che entrambi andavano poco d'accordo e che quando era con lui provava emozioni contrastanti. Si sentì improvvisamente uno stupido per aver accettato, ma dentro di sé era stranamente felice di andarci. Arrivò nel luogo indicatogli e si rese conto che Eddie viveva in un camper. Non gli rimase altro che parcheggiare e cercare il suo.

Lungo il sentiero, in lontananza ne intravise uno con il numero civico corretto e si incamminò verso di esso. Davanti alla porta si ritrovò a esitare sul bussare o meno, ma si fece coraggio e lo fece.

Passò qualche secondo, con il rumore di passi in sottofondo, provenienti dall'interno, fino a quando la porta si spalancò lasciando sporgere la figura di Eddie. Egli indossava gli stessi pantaloni del giorno, una maglietta che gli andava corta e che gli tracciavano i muscoli che aveva, e portava i capelli legati in una coda disordinata. Steve rimase incantato a quella vista, tanto che per poco gli sarebbe caduta la mascella dalla bocca spalancata.

"Tutto bene Harrington?" chiese Eddie compiaciuto, notando Steve in difficoltà. "Sisi scusa, tutto bene" rispose rimettendosi in sesto e arrossendo. "Forza entra" lo invitò. L'interno era molto accogliente, semplice, con qualche birra vuota e calza in giro. Per essere uno spazio così piccolo e stretto era più che vivibile.

Steve  si guardò attorno e guardando verso l'alto notò subito sul soffito il portale chiuso per l'Upside Down. "È ancora lì vedo..." disse con la pelle d'oca pensando anche solo all'inferno che hanno passato in quell'universo parallelo. "Già e sembra voglia rimanere lì per sempre" rispose Eddie altrettanto freddo. I due si guardarono e come se si fossero letti nella mente capirono che era il momento di chiudere quel discorso. Non erano pronti per parlarne.

"Vuoi una birra?" spezzò il momento Eddie. "Ehm, si grazie" "Ok torno subito, vado a prendere anche la chitarra" avvertì Steve, avviandosi verso la stanza opposta. Tornò con nella mano sinistra la birra appena uscita dal frigo che porse a Steve e nella destra lo strumento.

"Sei pronto ad ascoltare un po' di vera musica Harrington?" Steve ancora incantato sulla figura di Eddie annuì senza parlare mentre il ragazzo si sedette accanto a lui sul divanetto del piccolo salotto.

Lo spazio era così poco che le gambe dei due si toccarono e rimasero così per tutti il tempo. Steve a quel leggero tocco si irrigidì e notò Eddie sorridere compiaciuto dell'effetto che ha posto su di lui. "Allora il mio gruppo preferito è quello che hai insultato oggi, i Metallica, direi che potrei farti ascoltare qualcosa di questo gruppo se a te va bene" richiamò l'attenzione Munson. "Scegli tu, a me va bene qualsiasi cosa".

I due ragazzi passarono la serata a suonare, commentare le canzoni e a discuterle. Dopo circa un'ora Eddie si trovò soddisfatto dell'educazione musicale che aveva donato a Steve, così ripose la chitarra a terra e i due cominciarono a parlare del più e del meno. Si ritrovarono stranamente d'accordo e in comune su un sacco di cose ed iniziarono a conoscersi meglio, finendo per confidarsi l'uno all'altro.

"Sai quel portale, ogni volta che lo vedo, mi fa avere allucinazioni, mi sembra di rivivere ciò che abbiamo passato, vedo quelli schifosi e orrendi mostri, pipistrelli, Vecna... E la notte non riesco a dormire per colpa di incubi riferiti a tutto ciò e- no nulla lascia stare, non so perché mi stia aprendo, non voglio disturbarti" raccontò Eddie, fissando il soffitto crepato. "Munson, non preoccuparti, puoi aprirti con me e sfogarti su ciò. Sono nella tua stessa situazione... Oggi ad esempio ero in ritardo perché dormivo, non essendoci riuscito questa notte"

I due iniziarono ad avvicinarsi sempre di più e come segno di gratitudine verso le sue sincere parole, Eddie appoggiò la mano sull'interno coscia di Steve. Quest'ultimo irrigidì nuovamente e alzò immediatamente lo sguardo sul viso di Eddie. Si guardarono negli occhi ed improvvisamente quel tocco diventò qualcosa di più intimo. Non dissero una parola, si guardarono e basta.

Lentamente la mano passò dalla gamba a dietro il collo di Steve, appoggiato al divano, ma con le dita sfiorava i suoi capelli. Il secondi si trasformano in minuti e loro erano sempre nella stessa posizione.

Eddie sembrava divertito, mentre Steve era confuso, il suo cuore non reggeva tutto questo. Si ritrovò a pensare quanto Munson fosse attraente, ma scacciò via subito il pensiero. Erano due ragazzi, a cosa pensava? Tutto fu interrotto da un improvviso rumore esterno, che fece allontanare entrambi e alzare di scatto Steve.

"D-devo andare, è tardi, sono in ritardo, è troppo che sono qui" sparò parole a caso imbarazzato. Anche Eddie lentamente si alzò e si mise di fronte a lui. "Va bene, ci vediamo non so quando ma in ogni caso alla prossima Harrington" Disse mentre Steve indossò velocemente la giacca e di corsa uscì dalla porta accennando un saluto veloce con la mano.

Fuori dal camper, si incamminò verso la macchina con la mano sul viso, tutto arrossato, e con la testa piena di pensieri.

Angolo autrice
Ciaoo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, questo è solo un piccolo assaggio <33 Alla prossima <33

Oh God, I love you - Steddie (StevexEddie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora