Capitolo 43

33 5 27
                                    

Una tenda fu allestita per permettere a Casey di prepararsi per le nozze. La gente di Ginza si premurò per fornire agli sposi un sontuoso banchetto.

Furono improvvisate panche di tronchi; accesi i fuochi; allestite le lanterne. Drappi di seta variopinta furono adagiati sulle rocce più basse.

Le donne misero a bollire i calderoni per il riso, mentre gli uomini sfilettavano i pesci pescati la mattina presto nei ruscelli. Chi affettava ravanelli; chi mondava le verdure di stagione. Le cuoche più ardue si davano da fare con i funghi e le fettine sottili di carne, immergendoli nello 'tsuyu', un brodo bollente che avrebbe condito le portate di soba*. Una volta trasferite nelle ciotole, su di esse sarebbero state sparse fiocchi di filetti di tonno essiccato, fermentato e affumicato. Il sakè, infine, traboccava dalle brocche.

Quell'esplosione di profumi aromatizzati si inoltrò nel rifugio, dove Nia stava pettinando i capelli di Casey.

"Si stanno dando da fare lì fuori!" disse quest'ultima non potendo impedirsi di sorridere, benché sentisse l'animo travolto da un tumulto annuvolato dal nervosismo. Il piccolo Jiro era accovacciato ai suoi piedi e insieme stavano ripiegando dei fogli sottili, trasformandoli in 'origami' variegati.

"L'uomo più ricco di Ginza sta per sposarsi e la gente ha un'occasione in più per bere e dimenticare che le loro case, fra non molto, verranno distrutte." Il tono di Nia apparve riprovevole e Casey si rammaricò, concentrando lo sguardo sull'origami a forma di barca che Jiro le aveva adagiato in grembo.

"Hai tutte le ragioni per non essere compiaciuta, Nia. Tuo fratello ti ha spiegato il motivo di questa unione?"

Nia smise di pettinarle i capelli e abbracciò l'amica da dietro. Aveva frainteso il suo tono quasi aspro. "Gomen nasai, Keshi chan!" (Perdonami, Casey!) - si affrettò a dire. "Mi riferivo al fatto che un simile evento andava festeggiato con armonia, come il mio matrimonio!"

Casey tirò un sospiro di sollievo. Per un momento aveva creduto che la ragazza non approvasse un inglese in famiglia.

"Soredemo, urechi desu!" (Comunque, sono contenta!) - riprese Nia, radiosa, ritornando ad acconciarle i capelli, sollevandoli morbidamente, affinché le ciocche ondulate ricadessero sulle sue spalle. "Mio fratello, almeno, non dovrà più sposare Kyoko chan!"

"Non sei in collera per il fatto che questo matrimonio sia una farsa?"

Nia aprì un baule e sorrise ammaliata per i colori lucidi e setosi dell'abito, che avrebbe fatto indossare all'amica. "Zen zen!" (Per niente!) - scosse il capo. "Vai a sapere che cosa può nascere da una simile unione!" rispose con tono malizioso.

Casey non badò alle sue parole, presa com'era a osservare il suo volto illuminato alla vista del kimono che allungò dalla cassa. "Pensavo di indossare l'abito rosso che tuo fratello mi aveva omaggiato per il tuo matrimonio!"

Nia allargò la bocca, meravigliata. "In un matrimonio finto, Casey chan?"

"No?!" incalzò lei, punta sul vivo a quella disapprovazione.

Nia strozzò una risata. "Non credo sia il caso di sbandierare le tue intenzioni in un simile momento!"

"Io non nutro alcuna intenzione, Nia!" si difese lei, sconcertata dall'audacia dell'amica. "E poi, non credo alle superstizioni su un colore. Volevo solamente gradire il dono!"

"Lo indosserai quando sarà il momento!" ribatté Nia, mettendole l'abito davanti. "Credo che con questo catturerai di più la sua attenzione. Sono colori che ti irradiano, Casey chan!" ridacchiò pe poi sollevarsi in piedi e incitarla. "Yoshi, ganbaru zo!" (Su, diamoci da fare!) - esclamò, infine.

GLI OCCHI DEL RONIN Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora