Macarena
Le vacanze sono ufficialmente finite da un po' ormai. In Marocco non si festeggia il Natale solitamente, ma noi abbiamo vissuto il periodo natalizio a modo nostro. Zulema non ama queste cose, ma sa che ci tengo tanto.
Mio fratello, Blanca e la mia nipotina sono tornati in Spagna e mi mancano già, ma ho tante cose su cui concentrarmi.
Ora sono al lavoro, dietro al bancone.
Sto preparando caffè, spremute e riempiendo le brioche con marmellata, crema o cioccolato.
"Macarena, posso parlarti un attimo?" mi chiede Hassan.
Cazzo.
Avrò sbagliato qualcosa?
Quando il capo ti vuole parlare non è mai un buon segno.
Tranne quando il mio capo era Simón, il mio ex. Il suo "Devo parlarti un attimo" significava sempre "Voglio scoparti nel mio ufficio".
Poi aveva la moglie a casa e due bambini, ma io ero convinta di essere l'amore della sua vita. Sono finita persino in carcere per lui, se ci ripenso mi viene da vomitare.
I nquesto caso però è diverso, avrò fatto di sicuro qualche danno senza accorgermene, non ho esperienza come barista.
Mi sostituisce Victoria, mentre io raggiungo Hassan nella stanza riservata al personale.
"Siediti." mi dice lui.
Oh merda, un altro brutto segno.
"Di cosa volevi parlarmi?" gli chiedo, fingendo una tranquillità che non ho.
"È una questione un po' delicata."
"Dimmi."
"È passato un uomo stamattina, appena ho aperto il locale. Mi ha consegnato una busta per te e so che non avrei dovuto aprirla, ma l'ho fatto. Ti chiedo scusa, avrei dovuto rispettare la tua privacy, ma quell'uomo era strano e non voglio avere problemi sul lavoro."
"Cosa contiene quella busta?"
"Un messaggio, credo che qualcuno ti stia minacciando, leggi tu stessa."
Mi passa la busta, dentro c'è un piccolo foglio con una scritta:
"Macarena. Sei già morta, anche se ancora non te ne rendi conto. Ci vediamo presto."
Nessuna firma, ma so che è un messaggio di Aisha, o meglio di chi finge di essere lei.
Oh cazzo.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Sono lacrime di nervoso, di esasperazione.
Non posso piangere qui, non al lavoro.
Non davanti al mio capo, che conosco a malapena. Anche se mi ha salvata da un'aggressione e mi trovo bene con lui, è praticamente uno sconosciuto.
"Vuoi che chiami qualcuno?" mi chiede.
"No, non è necessario."
"Hai idea di chi possa avertelo mandato?"
Scuoto a testa, per fargli capire che non lo so.
"Forse dovresti chiamare la polizia."
"No, ti prego, non farlo."
La polizia non può aiutarmi, per mille motivi.
Innanzitutto, sono ricercata. In Spagna, non qui, ma è meglio non rischiare.
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I hate u, I love u
Fiksi PenggemarMacarena è riuscita a scappare e vive in Marocco, pronta a iniziare una nuova avventura: diventare mamma. Dovrebbe essere il momento più felice della sua vita, ma le manca qualcosa: lei... Zulema, la sua nemica storica con la quale però ultimamente...