2 @LeeRuMa - Elia

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Accarezzo la superficie nera dello Steinway con la punta delle dita e mi innamoro all'istante. È la prima volta che mi imbatto in questo nome e so per certo che sarà l'amore della mia futura vita. Addio alla ricerca di un ragazzo quando tra le mani ho il pianoforte più pregiato al mondo. Addio anche solo al pensiero che avevo avuto sul dare una possibilità al mio cuore in questa nuova città. 

-Mi sono innamorato

Mi siedo sullo sgabello e lentamente alzo il custode di quei preziosi tasti che daranno vita a ogni mia emozione. 

-Abete e avorio?

Rido nel leggere la sua accurata descrizione di quello che ho esattamente tra le mani, soprattutto perché non credo abbia la minima idea di quello che sta dicendo. Eppure mi conosce così bene da sapere che non poteva trattarsi di un ragazzo, ma bensì della mia passione. 

-Dovresti vederlo, te ne innamoreresti anche tu

Mi siedo sullo sgabello e premo il do centrale facendo risuonare nella stanza quella nota che è il fulcro del mio esistere. 

È da quando avevo cinque anni che il piano si è guadagnato il posto come mio migliore amico ed è diventato conforto ogni volta che sentivo i miei genitori litigare. Suonavo, mi lasciavo risucchiare in quel mondo fatto di note e suoni e tutto il dolore fuori usciva da sotto la mia pelle, trasformandosi in melodie che hanno piano piano costruito il mio bagaglio musicale. 

-Credo d'esserne già innamorato inconsapevolmente a dir la verità

Sorrido come un idiota alle sue parole e prima di rispondere qualcosa di stupido che potrebbe farmi sembrare patetico, metto giù il telefono e sfogo il mio rammarico su quegli ottantotto tasti che durante l'ultimo anno mi hanno visto creare solo e unicamente canzoni d'amore per una persona che nemmeno conosco. 

Non so come sia cominciata, ma sempre più spesso ho iniziato a contare su di lui su tutto e per tutto. Gli raccontavo i miei insuccessi e le mie vittorie. I miei casini e tutti i miei sbrogli. E più provavo a innamorarmi di qualcuno e più trovavo paragoni da fare con quell'amico che nemmeno conoscevo, ma che faceva pienamente parte della mia vita. 

Spesso gli ho chiesto di incontrarci, di vederci sul serio così da poter magari porre fine a questo amore senza senso. Nella mia testa, Bee, oltre che essere straordinariamente compatibile col mio carattere, sebbene discutessimo spesso sulla qualunque, era anche straordinariamente bello, ma questo però in verità non potevo saperlo dato che non sapevo nulla di lui, nemmeno il colore dei capelli. 

Lascio le dita scorrere su quella canzone che sto cercando da tempo di comporre e riempio la testa di frasi su un nostro possibile incontro. Viaggio con la mente, immagino il nostro abbraccio forte e potente, quel calore che solo da lui potrei ricevere e non mi trovo affatto sorpreso quando anche lui ammette di provare i miei stessi sentimenti. Lascio la mia fantasia correre indisturbata dentro al mio cuore, facendolo battere a tempo col ritmo che tengono le note e con gli occhi chiusi sorrido all'impossibile. 

«Vedo che hai già familiarizzato con lo strumento». 

Una voce che non conosco interrompe i miei sogni facendoli cadere tutti a terra. «Buongiorno». Dico non appena scorgo il consueto abbigliamento riservato agli insegnanti del conservatorio. Mi alzo in piedi e mi presento. 

«Ti sei appena trasferito, ma posso dedurre da come muovi le mani che non hai imparato ieri a suonare il pianoforte». 

Sorrido. «No, ho iniziato da piccolo e fortunatamente al secondo tentativo sono riuscito a entrare in questo istituto». 

Non è stato affatto facile superare l'esame di ammissione, lo sa bene anche chi ha dovuto raccogliere le mie lacrime e i miei infiniti sfoghi con annesse incazzature, ma alla fine ho superato il test e ora eccomi qui, dove ho sempre voluto essere. 

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