IV

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Non siamo mai al buio eppure ho come la sensazione di svegliarmi e di sprofondare contemporaneamente nel mio di buio. Il famoso parco giochi dei miei mostri. Anche stanotte cerco di distrarmi per non udire il grido del vento fissando la parete verde scuro scuro. Il suo colore mi riporta in mezzo a un bosco «Voglio solo che ci sia silenzio» penso, così i miei occhi camminano e camminano tra gli sbagliati grumi di pittura della parete alla ricerca di quel posto pieno di silenzio. Ma il bosco non è così silenzioso come tutti credono.

La camera ha un pavimento dal legno così scricchiolante che anche se cammini in punta di piedi un baccano assordante scappa in ogni angolo dell'istituto e spietato sveglia quelle poche anime che la notte riescono a spegnere gli occhi. Qua tutto si sparge in un attimo.
I bagni si trovano in fondo al corridoio. Il mio riflesso nel finto specchio è indefinito e confuso, ci metto qualche minuto per riconoscerlo ma alla fine è proprio il mio riflesso, quello sono proprio io.
Vaffanculo pesce palla.

Sono le 5.58 e sono seduto sul bordo del letto mentre fisso Luca. Immagino che lo sparo stamattina si sentirà il doppio siccome ci hanno cambiato la lampadina esausta, alla fine la stronza è morta davvero. Come sempre se ne sta contro il lenzuolo e trema trema trema mentre conta gli estenuanti secondi che mancano.
Sono le 6 e lo sparo stamatina si è sentito dieci volte più forte, l'istituto pareva essere vittima di una sparatoria.
Qua dentro moriremo tutti.
Luca ha smesso di tremare e pure di respirare. Eppure anche quando se ne sta completamente immobile si capisce che lì dentro gli stanno succedendo un sacco di cose.
L'ho abbracciato.
«Mio fratello mi abbracciava così»
«Se vuoi una lampadina la togliamo» dico.

Un piede nell'incubo e l'altro nella favolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora