Assalto frontale

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Stavo tornando dal mare. Ero con le cuffie, mancava poco per arrivare a casa mia, quando ad un certo punto, vedo due Testimoni di Geova per strada. Li riconosco facilmente perché alcuni miei zii e cugini sono Testimoni di Geova (ma comunque è abbastanza facile identificarli).

Loro mi vedono, forse perché stavo emanando una certa aura dai miei occhi. Così si avvicinano ed io tiro subito fuori la carta: "Scusa, sono ateo", ma lui cita ad un certo punto Diderot, e cattura la mia attenzione (ma comunque, non sarei stato in grado di respingerlo a lungo).

Era uno degli anziani, insieme a lui c'era un ragazzo che forse aveva 14 anni, iniziò subito a paragonare noi "non credenti" agli struzzi, che nascondono la testa sotto terra per non vedere il Sole, ed io con molta calma risposi che poteva tranquillamente credere in Dio, poteva pensarla come voleva, ma che mi sarei messo di traverso "solo" se avessero iniziato ad opporsi al progresso sociale. Confessai che avevo mentito sul fatto di essere "ateo", perché mi definisco "agnostico", dato che non so se esista un qualcosa o meno; certamente la scienza non lo scoprirà mai, perché sono due ambiti diversi secondo me.

Per farla breve, lui ricominciò con la storia dello struzzo, si mise a citare filosofi e poi andò avanti affermando che l'uomo venisse da Adamo ed Eva, non essendoci tracce e prove evidenti (secondo lui), così decisi di tagliare corto, misi in evidenza che siamo due sistemi di pensiero diversi e che era inutile fare la gara su chi fosse il migliore, ma ciò non esclude il confronto.

Si congedò regalandomi un pamphlet intitolato: "Le cinque domande sull'universo".

Dopo questo incontro, provavo una sensazione strana, quasi inedita; avevo discusso civilmente con una persona che la pensa diversamente da me, tra l'altro, proprio con un Testimone di Geova.

Ho un'opinione molto negativa su di loro, per alcuni motivi, come; la visione della donna come inferiore all'uomo (lo dicono letteralmente), la condanna della sessualità extraconiugale (annesso ovviamente la masturbazione), dei rapporti omosessuali, l'esclusione dalla vita politica. È un dogma, ed io non sopporto i dogmi.

Potevo attaccarlo in faccia senza problemi, ma non l'ho fatto, e non solo per educazione.

È un momento storico fatto di isteria, rabbia, dove ogni occasione è buona per urlare la propria opinione.

Nel mondo sta succedendo di tutto, è un sintomo della nostra situazione.

Ogni argomento può essere un problema; il politicamente corretto, la body positive, l'orientamento politico, il patriarcato, la pizza con l'ananas, etc.

A tutto ciò, si aggiunge rumore fastidioso, fatto dal mormorio delle persone, pettegolezzi, giudizi, frasi fatte. Adesso tutti fanno black humor, ma quando qualcuno si rende conto di aver detto una stronzata, partono le giustificazioni come: "ma è per il meme", "goliardia", "e qua non si può dire più nulla".

Tutti pronti a scegliere il proprio schieramento ed attaccare l'altro come se fosse necessario, utile.

Ed io mi sto facendo influenzare da questa mentalità, perché ad ogni frase o parola, mi giro e vado in modalità "assalto frontale", ma non è ciò che voglio fare, non è come mi voglio comportare, ma paradossalmente, divento ancora più suscettibile, ed io mi sono rotto il cazzo di stare così in allerta.

Ad esempio, non c'è una battuta che prima non mi faccia automaticamente pensare a come potrebbe fare scandalo, oppure ad essere più "giusta" (il che è inaccettabile parlando di comicità), e questo meccanismo non l'ho scelto, ma l'ho assorbito contro la mia volontà, a furia di sentire battute di merda su Gesù, Hitler, i neri e reazioni d'indignazione che partono dal nulla assoluto (come la pubblicità del Parmigiano Reggiano).

Alcune volte, sono davvero tentato a gettarmi nella folla ed iniziare ad azzannare chiunque dica un'opinione diversa dalla mia, attaccare senza scrupoli.

E proprio con un Testimone di Geova potevo comportarmi in questo modo, ma così non è stato; forse la soluzione è iniziare ad avere empatia.

Quando penso di fare una strage, di urlare come fa Di Battista, ad un certo punto emerge questa domanda:

"Pensi che se fai così, cambia qualcosa?"

Succede anche quando mi viene da litigare con qualcuno. Se lo attacco indiscriminatamente, senza capire almeno il perché si sia comportato in un certo modo, non faccio altro che comportarmi esattamente come gli altri.

Conosco persone che non si sono vaccinate; c'è chi non ha voluto per mancanza di fiducia, per paura di avere conseguenze fisiche, e c'è anche chi non ha potuto farselo perché il suo fisico non reggeva il vaccino.

Se avessi fatto fuoco libero, mi sarei comportato da stronzo e non avrei fatto nulla per comprendere la situazione.

Non significa che se vedo un fascista in mezzo alla strada (sarà una cosa comune nei prossimi mesi), non mi devo incazzare, ma rispondere in maniera direzionata, e per farlo, bisogna fare un passo avanti, perché si può urlare anche dalle retrovie.

Non significa non reagire, ma farlo con coscienza.

Incanalare un'idea ed esprimerla senza farsi trascinare da essa è un'operazione difficile, per via della foga del momento, per paura di avere una risposta contraria, etc.

Io ci sto provando, anche se spesso continuo ad avere paura di avere un confronto, perché quando si tratta di parlare, o vado in difficoltà perché non eccello per chiarezza, oppure mi faccio trasportare dal momento, acquisendo quella melodrammaticità che solo un napoletano ha.

Solo in questo ultimo periodo mi sto esponendo più chiaramente (o almeno così mi pare).

È successo all'università, quando iniziavano ad esprimere opinioni sulla guerra in Ucraina (loro sono in posizione anti-Nato), a casa con mio padre per lo stesso argomento, con i miei amici quando iniziano a dare le loro opinioni sul "politicamente corretto" et similia.

È in questo modo che sto sviluppando una mia idea del mondo, della realtà, cioè cercando di andare a capire il motivo dietro a delle azioni, al suo contesto, facendo anche qualche figura di merda, senza azzannare nessuno, evitando di farmi trascinare dalla pancia (o dal culo).

Peccato che però che non ne ho parlato con la miapsicologa.


EIia II: "Slam Dunk"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora