capitolo 25

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Forse mi avrebbe strappato di nuovo i ricordi.





Passò poco tempo, forse addirittura una manciata di secondi, prima di sentire di nuovo il terreno sotto ai miei piedi, con anche il rumore delle foglie secche schiacciate a causa del mio peso.

Ero sempre nello stesso posto, ma catapultato di nuovo nel presente.

"Kenma..?"

Una folata di vento si alzò, portandosi via quel richiamo, quasi sussurrando e carico di preoccupazione.
Con esso si fermarono anche i passi dietro le mie spalle.

Feci scorrere i polpastrelli un'ultima volta sul punto di collisione delle sue KK, impresse sulla corteccia dell'albero, prima di abbassare lo sguardo verso i miei piedi. Il braccio lungo il fianco e i ciuffi dei capelli davanti che mi coprivano leggermente il viso.

"Stai bene?"

Un altro sussurro, un'altra domanda, un'altra folata di vento, ma più leggera.
Nessun passo in avanti, doveva stare circa a un metro da me, alle mie spalle.
Percepivo la sua ansia, la sua paura, come se quasi la provassi anch'io. 

Mi girai lentamente verso di lui. Non alzai lo sguardo, ma intravedevo la sua espressione attraverso i ciuffi davanti.
Non ci vollero molti passi prima che lo raggiungessi.
Non disse una parola, pallido in volto mi guardò, non aveva la minima idea di cosa era successo.
Forse era passato un secondo, ma per era passato molto di più di un secondo.

Era come se avessi rivissuto tutti i miei 17 anni.
Rivivendo il dolore, il vuoto che avevo sentito.
Rivivendo ogni brivido, ogni batticuore, ogni risata e sorriso.
Rivivendo l'insicurezza che mi si insinuava sottopelle rimanendo lì, non abbandonandomi.
Rivivendo il male che mi faceva vedere Kuroo fidanzato, con Jiken o qualcun'altro.
Rivivendo ogni singola cosa.

Il silenzio si spezzò. Il vento mi mosse i capelli leggermente.
Il rumore sordo dello schiaffo si dileguò, secondo per secondo sempre di più.

"Cos-"

Cominciò a dire, ma non gli diedi il tempo di finire.
Mossi il braccio velocemente, chiusi la mano in un pugno e glielo tirai sul petto.
Come se fosse colpito da un'onda indietreggiò d'un passo, non per la forza del pugno, non sarei mai stato così forte da farlo indietreggiare, per quanto volessi, lui non si sarebbe fatto nulla.

Quello che lo fece indietreggiare era lo shock momentaneo e la montagna di emozioni che ci avevo messo, erano esplose senza che potessi controllarle.
Mi avvicina, gliene tirai un altro, ma questa volta utilizza il pugno sinistro.

"Questo... Questo... Questo...Questo...E questo..."

Sussurrai tirando altri pugni, sempre meno forte e potente del precedente.
A un certo punto non erano nemmeno più pugni, aprii le mani graffiandogli il petto, dove era scoperto per via della camicia fin troppo sbottonata, quando strinsi tra le dita il tessuto bianco. Nel disperato tentativo di aggrapparmi a qualcosa, a qualcuno.

Le lacrime mi scesero incontrollate, i singhiozzi mi si bloccarono in gola, quasi mi volessero impedire di respirare.
Non finì neanche la frase, poiché la voce mi tremò.

Non reagiva, non muoveva un muscolo, mi guardava incapace di fare nulla. Forse perché semplicemente non sapeva cosa fare. 

"...È quello che ti meriti, sei uno stronzo...E io stupido perché..."

Cercai di regolare il mio respiro, di calmarmi in modo da poter dire una frase completa. Ma per quanto lo desiderassi non ci riuscivo e forse non volevo, non dopo aver ricordato tutto.

La memoria perduta -KuroKen-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora