𝟟𝟙 - 𝕀𝕗 𝕀'𝕝𝕝 𝕕𝕚𝕖...

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Il viaggio verso il Wakanda non era stato poi così tanto lungo, ma il silenzio in cui si erano imbattuti aveva fatto si che quelle ore in volo non terminassero mai

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Il viaggio verso il Wakanda non era stato poi così tanto lungo, ma il silenzio in cui si erano imbattuti aveva fatto si che quelle ore in volo non terminassero mai.

Ognuno di loro era sprofondato nei propri pensieri e nessuno osava disturbare l'altro. Non potevano negare di essere tutti spaventati, forse per la prima volta più del solito. Era come se tutta quella questione di Thanos gli mettesse addosso una particolare agitazione. O forse, semplicemente, tutti stavano riconoscendo sempre di più il pericolo imminente. Il fatto che dovessero rifugiarsi in Wakanda nella speranza di mettere su un esercito la diceva già lunga su quano grave stesse per diventare la situazione. Bruce, che non era per niente d'aiuto, non aveva fatto altro che alimentare un po' quella paura specificando più volte quanto fosse forte e pericoloso Thanos insieme al suo esercito.

Non che ci fosse bisogno di Bruce per capirlo, gli Avengers sapevano che lo fosse già al solo pensiero delle Gemme che erano già in suo possesso. Non avevano idea di che cosa fosse intenzionato a fare con quelle Gemme, ma speravano comunque di riuscire ad ottenere una risposta il prima possibile. Zoe sapeva che, senza Strange che conosceva alla perfezione quelle Gemme, capire come Thanos volesse usarle fosse un po' più complicato. Probabilmente, ovunque lui e Tony si trovassero, forse erano già arrivati ad una soluzione.

Per tutto il viaggio, Zoe non aveva fatto altro che pensare alle miriadi di cose accadute nelle ultime ore. Il pensiero verso Tony, Peter e Strange si faceva ogni minuto sempre più logorante dentro di lei. Continuava a non riuscire a collegarsi con loro, ma sperava davvero che stessero bene. Soprattutto Peter che, vista la sua età, era impensabile per lei che quel ragazzino fosse finito nello spazio  senza che lei avesse potuto fermarlo. Volerlo rendere più partecipe si, ma quello era davvero troppo pericoloso persino per Tony. Figuriamoci per Peter che, di esperienze del genere, non ne aveva per niente.

E poi, ovviamente, non riusciva a smettere di pensare a Steve.

Quando li avevano visti raggiungere il jet insieme, silenziosi e con un evidente sguardo da funerale, nessuno aveva osato spiccicare parola e nessuno aveva contestato il fatto che avessero sforato di un bel po' la tempistica detta proprio da Zoe. Che avessero parlato, e probabilmente discusso, era chiaro e visibile agli occhi di tutti. Ma non sapevano che, peggio di quella discussione accesa in cui si erano imbattuti, c'era qualcos altro di più grande e doloroso. Ma a quello era, più che altro, un pensiero che stava tormentando un po' di più Steve.

Non si erano parlati per tutto il viaggio. Zoe da una parte e Steve dall'altra, anche se lei ogni tanto gli rivolgeva uno sguardo fugace solo per curiosità. Steve non aveva mai incontrato lo sguardo di Zoe, ma non perché non volesse, semplicemente perché era troppo tormentato nei suoi pensieri per poter anche solo guardare in faccia qualcuno. E Zoe, nel vedere quella reazione, si rese conto di ciò che era successo a lei negli ultimi due anni. Probabilmente era così che Tony era stato costretto a vederla il più delle volte: silenziosa, tormentata, distrutta. Vedere quelle sue stesse emozioni negli occhi di qualcun'altro, le fece capire un po' di più tutto ciò che lei aveva vissuto.

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