Prologo

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Stavo guardando il mio corpo allo specchio. Vedevo un corpo consumato dal padre, la persona che doveva amarmi non farmi del male. Mi ricordo anche quel giorno in cui mi disse vuoi fare un gioco in camera e io come una stupida acconsentii, da lì la mia tortura iniziò a darmi il tormento. Ero in camera quando sentii mio padre bussare, tanto sapevo quello che voleva fare. Aprii la porta e lo vedi, ubriaco marcio con la sua solita bottiglia in mano

-sei già nuda- disse con tono seducente che mi venne la nausea al solo sentire la sua voce. Mi prese il polso e mi trascinò nella camera degli ospiti, all'inizio opposi un pò di resistenza ma poi ero abituata quindi sapevo cosa voleva fare.

mi buttò nel letto senza nemmeno delicatezza e iniziò a leccare la mia pelle da cima a fondo, ero stanca di tutto questo quindi presi coraggio e gli diedi un calcio ma lui non piacque questa mia iniziativa e decise di spaccare la bottiglia e prese un vetro frantumato e mi lacerò la schiena lasciandomi la cicatrice che ricorderò per sempre.

sempre e per sempre, perché quella cicatrice mi fa ricordare chi veramente sono.

Spazio per l'autrice

Lo so è corto, ma è il prologo. Nella parte dell'abuso non ho scritto tanto perché voglio non urtare la sensibilità delle persone, ma nei prossimi capitolo in cui ci saranno gli incubi non sarò brava :)

Spero che vi sia piaciuto il prologo

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