Arrivo davanti alla porta e un post-it diceva:
" x nuova coinquilina, la porta è aperta, se non sono in casa sappi che torno per le 13. V.Longhi."
Già si erano fatte le 15.20 anche se a me sembravano passate 10 ore da quando mi ero alzata dal letto quella mattina. Dal post-it deduco che la coinquilina fosse già arrivata. Onestamente avevo un po' di ansia di conoscere la persona con cui avrei dovuto condividere l'appartemento. Era la prima volta che andavo a vivere fuori casa e non andare d'accordo con la coinquilina sarebbe stato terribile. Avevo trovato quella casa miracolosamente due settimane prima. Nell'arco di 3 giorni avevo già visitato la casa e firmato il contratto. Il proprietario mi era sembrato subito carino e disponibile, e la casa era a dir poco un'occasione. Stando a quanto diceva Giorgio, il proprietario, aveva avuto la precedente inquilina che senza dare spiegazioni aveva recesso dal contratto, sparendo nel nulla, e lui si trovava con una stanza doppia matrimoniale da affittare urgentemente a sole ragazze. Avevo preso la palla al balzo e fermato entrambi i posti letto per soli 400 euro al mese. Un prezzo stracciato per la media Veneziana. Così avrei potuto ospitare Ludo tutte le volte che voleva. Ancora non sapevo come avrei affrontato una relazione a distanza per i successivi 2 anni di magistrale ma sapevo che ci avrei provato con tutte le forze. Non lo sentivo dalla notte prima e già mi mancava. Gli avrei mandato un messaggio non appena mi fossi sistemata nel nuovo appartamento. Bussai alla porta ma nessuno rispose. Forse la coinquilina era in ritardo. Con il proprietario ero rimasta d'accordo che mi avrebbe aperto lui se fossi arrivata nel dopo pranzo. Giro la maniglia della porta di legno ed effettivamente era aperta come diceva il post-it. Appoggio lo zaino e la valigia e decido di chiamare Giorgio.
-Pronto! Sono Arianna. La nuova inquilina. Sono arrivata all'appartamento ma non c'è nessuno. La porta era aperta e sono entrata.
- Ciao cara.
Una voce roca risponde dall'altro lato, e spero che non stesse dormendo. – Come la porta aperta! Valerio non è in casa?- Chiese Giorgio.
-Valerio? Non so chi sia Valerio, ma la casa è vuota. Ho trovato solo un biglietto sulla porta che diceva che sarebbe tornato alle 13.00.
-Un giorno o l'altro si troverà a dormire su un ponte. La serratura gli cambio. Alto che!- Borbottò l'uomo. Poi aggiunse qualcosa ma non riuscii a capire. Parlava in italiano ma con un fortissimo accento. Dopo tutti gli anni passati in Portogallo non ero più abituata ai dialetti, e soprattutto non a quello Veneziano che ogni volta mi ricordava mio nonno.
-Ascolta, faccio una chiamata a mio figlio e poi ti richiamo. - disse poco prima di chiudere la chiamata.
Mi guardai intorno. La casa era proprio bella. Era al terzo e ultimo piano di un palazzo a Dorsoduro. Il soffitto era un cassettonato stuccato e dipinto di bianco, che contrastava con la cucina laccata di nero e divani in pelle nera. Un binomio che mai avrei immaginato potesse piacermi. La casa era un open space molto luminoso, che dava direttamente in un Campo, con due sole stanze doppie e un bagno. Mi resi conto solo in quel momento di avere ancora addosso il cappotto. Non che ci fosse molto freddo fuori, ma già così avevo rischiato di rompere la cerniera della valigia . Mi tolgo il cappotto e sento squillare un telefono dalla camera in fondo al corridoio. La coinquilina aveva anche dimenticato il cellulare. Mi siedo sul divano e intanto mando un messaggio a Ludovico per aggiornarlo che ero arrivata e il viaggio era andato tutto bene. Non accenno al fatto che una valigia si sia persa nel viaggio, perchè sapevo che si sarebbe preoccupato inutilmente. Il telefono in camera comincia a squillare di nuovo ma nessuno risponde. Poco dopo squilla anche il mio telefono. Era Giorgio. Una parte di me trovò la situazione una divertente coincidenza di telefonate, ma la ignorai. In quei giorni la mia vita era un susseguirsi di coincidenze più o meno esilaranti. Come per esempio quella valigia persa, che mi era stata prestata dalla mia futura suocera, ancora nel mio viaggio di ritorno da Madrid a Lisbona e avrei dovuto restituirla alla sua proprietaria, non appena avessi visto Ludovico e la sua famiglia a Milano. Ma come di consueto, qualcosa doveva succedere. Speravo solo che l'ufficio lost and found mi richiamasse di li a qualche giorno per dirmi che la valigia era stata ritrovata in qualche altro aeroporto e che me la stavano spedendo.
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L'amore Tutte Le Sere
RomanceArianna, 20 anni, si trasferisce per studiare. Piena di energia e di buoni propositi è pronta per questa nuova avventura ma si rivelerà più dura del previsto. Arianna avrà bisogno di nervi saldi e mente lucida per prendere decisioni importanti. Tutt...