Meridian era il paradiso terrestre che gli umani cercavano di raggiungere da secoli. O almeno quello era il parere comune di Nora e Niarala che, dopo un'attenta riflessione e messe di fronte a più di una scelta, avevano deciso di costruire le loro abitazioni lì, su quel non pianeta dalla flora lussureggiante. Rilasciando un vero e sincero sospiro rilassato, Nora non riusciva a non osservare ogni cosa attorno a lei, ogni dettaglio era degno di nota: i colori e i profumi del tutto nuovi, la riempivano di positività per la prima volta da quando si era imbarcata nel Progetto Andromeda. Non era la casa che aveva scelto per un nuovo inizio, non era lo splendido paesaggio acquatico di Voeld, ma dal momento in cui era uscita dall'Arca Hyperion e aveva fatto un passo sull'erba soffice del terreno se n'era perdutamente innamorata. Si era allora voltata verso Viper, che le era rimasto al fianco dall'istante in cui si erano ritrovati, e gli aveva regalato un sorriso che non aveva mai più rivolto a nessuno da anni. Si sentiva a casa.
" Allora? Che ne pensi? "
Nora fece da anfitrione perfetto, guidava orgogliosa Viper nel suo nuovo appartamento: il progetto, come tutti gli altri settori abitati sul pianeta, era il suo e per la prima volta aveva avuto carta bianca da Tann. Con l'aiuto e il sostegno consistente in crediti di Addison, si era ispirata alle abitazioni in stile alveare che popolavano la sua Terra. Settori e settori di forma esagonale che possedevano ogni genere di comfort. Erano lì per far prosperare il popolo della Via Lattea, perché non farlo con la comodità a cui erano tanto legati?
Lasciò Viper girare per le varie camere, passava attraverso le porte automatiche con la familiarità di chi ci aveva sempre abitato. Tipico dello yautja, se era stupito o annoiato non lo dava a vedere neanche se lei lo avesse implorato, la maschera della sicurezza era sempre ben calcata sul suo volto alieno, ma Nora aveva imparato ad amarlo così com'era.
" Troppe cose inutili. "
" Oh. "
Ammise di esserci rimasta male, ma non poteva pretendere di cambiare una mentalità così tanto spartana come la sua. Quindi, sfoggiando il sorriso migliore, Nora lo condusse nell'ultima stanza, quella situata nel sottosuolo, la cui entrata era nascosta sotto un enorme tappeto in gomma nera.
" Forse questa la troverai di tuo gradimento? "
Quando scostò la copertura e aprì il pannello scorrevole incastonato nel pavimento, Nora avrebbe dovuto attivare la scala per scendere in totale sicurezza, ma Viper, impaziente com'era, l'afferrò come un sacco di patate buttandosela in spalla e saltò giù nella botola e nella completa oscurità.
" Fammi accendere la luce almeno! "
Viper però non la degnò di uno sguardo, tramite il visore della maschera riusciva a vedere al buio come fosse giorno, e rimase in silenzio mentre riconosceva i pochi oggetti posati lì sotto. Nora si mise in disparte, discreta come un topolino, lasciando allo yautja lo spazio e il tempo di ambientarsi. Quella camera nascosta era l'unica esistente su Meridian, Nora ne aveva nascosto il piccolo progetto agli occhi indiscreti dei suoi colleghi perché lo riteneva troppo personale. La camera sotterranea era larga quanto l'intera casa, ma senza muri o porte a dividerla in sezioni: c'era un'amaca robusta, ricoperte di pellicce animali e altre stoffe pesanti. Una rastrelliera vuota decorava un'intera parete e sparsi negli angoli c'erano sistemati altari e manichini d'acciaio. Era una camera minimalista, con soltanto lo stretto necessario per sostare una manciata di giorni, ma Viper sarebbe stato libero di portare e aggiungere altro senza che lei avrebbe aperto bocca.
" Nora. "
Nella luce fluorescente dei neon bianchi e rossi, Viper tendeva la mano a Nora in un chiaro invito a raggiungerlo. Lei non esitò un solo istante nel raggiungerlo, ma ogni piccolo passo fatto il cuore accelerava nei battiti fino a diventare un tamburo di guerra. Aveva creato quella stanza per lui, in passato sul Nexus si era sempre lamentato del poco spazio in cui poteva riposare e quindi le era parso naturale costruire un " nido " adatto ad uno yautja per quando restava da lei. Si ritrovò con sorpresa però a domandarsi da quando aveva iniziato a pensare per due. Ormai aveva incluso Viper nella sua vita e la sola idea di non averlo al proprio fianco le creava un vero e proprio attacco di panico. Dopo due anni di conoscenza, lui era diventato il suo luogo sicuro. Una presenza tangibile che riusciva ad allontanare da lei le paure e le brutture della realtà in cui aveva fin'ora vissuto. Sapeva che era una situazione che non poteva durare, anzi, due anni di amicizia interspecie erano di per sé già un piccolo miracolo. Ma lui alla fine sarebbe andato via, l'aveva avvertita che sarebbe potuto accadere da un giorno all'altro, e allora ad allontanarla dal buio sarebbero rimasti soltanto i ricordi. La sua speranza era quella di poterne costruire il più possibile, belli o brutti che sarebbero stati.
" Fsh u-ua*. "
Viper rafforzò la stretta che legava le loro mani e voltò la donna affinché lo guardasse dritto nelle lenti reticolate della maschera. Non c'era bisogno di toglierla, Nora conosceva a menadito i suoi occhi e i suoi sguardi, ogni minima sfumatura del giallo e del dorato delle iridi così simili a quelle umane. E non ebbe bisogno neanche dei loro pessimi traduttori per capire quanta gratitudine e quanto rispetto in quel momento stava esternando Viper per lei. Lo leggeva nelle rumorose fusa che stava emettendo e dalla lieve inclinazione del capo da un lato.
" Ur-ru xhe**. "
Nora non seppe se era riuscita a dirlo in modo corretto, ma stava imparando da poco qualche frase e parola yautjana e per onorare il suo compagno alieno cercò di esternare quanto più chiaramente possibile e nella sua lingua come la faceva sentire lui. Costantemente.
E quando lui improvvisamente l'afferrò per la vita e la fece volteggiare in aria, senza peso, ruggendo di rinnovato orgoglio, seppe che vi era riuscita.
NOTE D'AUTRICE
* " Mi piace ".
** Indica uno specifico stato d'animo: " sentirsi bene ", piuttosto che una frase vera e propria. Nora lo usa per comunicare a Viper quanto sta bene in quel momento con lui.
STAI LEGGENDO
The last song on this planet
Fanfiction[ fandom: Predator//Mass Effect Andromeda ] Galassia di Andromeda, anno 2086. Un anno dopo la sconfitta dell'Arconte. " THE LAST SONG ON THIS PLANET " è una raccolta di 365 oneshot scollegate tra di loro che narrano spezzoni di vita quotidiana di Vi...