—Mamma, chi è questo bimbo nella foto? - esordì un Mattia di 15 anni, entrando in cucina con album di famiglia in mano.
—Fammi un po' vedere... - disse la donna, pulendosi le mani al grembiule. —Ah sì! Lui è... Aspetta eh... Non mi viene ora il nome, ma mi ricordo che passavate giorno e notte insieme. Eravate molto amici. Cristiano si chiamava? O forse Christian? - si interrogò.
—Davvero? Non mi ricordo niente!? - domandò stranito.
—Lo avrai dimenticato, avevi solo sei anni.
—Oddio, guarda qua! - esclamò la donna, prendendo un'altra foto. —Tuo fratello Daniele era terribilmente geloso di Christian, perché passavi più tempo con lui. Guarda qua questo broncio!
—Wow. - rispose piano, non si ricordava davvero nulla.
—Chissà che fine ha fatto ora... - sussurrò pensierosa la donna.
—Era di qua?
—No, era del nord, di Milano... No, no, di Bergamo! - esclamò.
—Ah...
—Sì, era venuto qua in vacanza. Peccato che sia venuto una sola volta... - disse. —Il sugo! - esclamò prima di andare in cucina di corsa.
—Eppure c'è un qualcosa che-
—Hai detto qualcosa, tesoro?! - urlò la donna dalla cucina.
—No, niente. - rispose, girando la foto.
"Estate 2010"
Ne erano passate dall'estate del 2010 fino ad allora. Per iniziare aveva iniziato scuola, aveva scelto danza invece che altri sport più "maschili", suo fratello Saverio aveva portato a casa la sua nuova fidanzata e poi dopo un anno ci era andato a convivere. Era strano pensarci ora, anche perché Saverio stava per sposarsi con quella ragazza. La sua famiglia e quella della ragazza erano impegnati in mille preparativi.E dopo il 2010 era avvenuto uno dei fatti più brutti di tutta la sua vita: la perdita di sua nonna. Era stata dura affrontare il lutto, vedere sua madre piangere, fare i conti con l'assenza dell'anziana che lo aveva tanto amato... Sì, era stata terribilmente dura. Ma poi con il tempo la ferita si era rimarginata e quello che restava era lo splendido ricordo della donna ogni qualvolta stringeva il rosario che gli aveva regalato e che ora portava al collo.
"Eppure c'è qualcosa che mi attrae in questa foto, anche se non riesco a ricordare chi sia..." - pensó.
Mattia ci provava a ricordare quel bambino in quella fotografia, ma più si sforzava e più quello che trovava nella sua memoria era pari a zero. L'unica cosa che ricordava di quella foto era il peluche che sua nonna gli aveva regalato in quella occasione: un cane bianco. In quel periodo era in fissa con l'avere un animale domestico, ma i suoi non volevano e quindi la sua adorata nonnina aveva posto fine ai suoi capricci con quel bellissimo peluche bianco.
Chissà che ne era stato di quel bambino dai ricciolini mori... Dalla fotografia sembravano molto legati, erano praticamente l'uno sopra l'altro. Non riusciva a distogliere lo sguardo, neanche per deridere l'espressione gelosa e avvilita del fratellino, a quell'ora di 3/4 anni.
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Dall'altra parte dell'Italia, un ragazzino di 17 anni stava tornando a casa dall'allenamento di calcio. Era tutto sudato, poiché si era rifiutato di farsi la doccia in spogliatoio con tutti gli altri e suo padre lo stava riaccompagnando a casa, prima di andare a fare le spesa.—Sei sicuro di non voler venire con me, nano?
—No, non ci provare neanche. Mamma ha dato il compito a te.
—Su, andiamo, aiuta il tuo babbo.
—Nah, sono troppo stanco. Oggi, il mister ci ha fatto fare 20 giri di campo! - esclamò, sbuffando. —Ceh, che colpa ne abbiamo noi se lui è stato mollato da sua moglie?
—Problemi sentimentali, i peggiori.- disse Ivan, fermandosi a un semaforo rosso. —Guarda tua sorella, poverina.
—Poverina lei? Poverino Lorenzo! Lei lo stressa!
—Quel povero ragazzo ne sta passando davvero di ogni, glielo devo riconoscere.
—Prima avevo un amico figo e ora invece uno rammolito!
—È l'effetto di quando si ci innamora. - disse suo padre, forse ricordando com'era lui da giovane.
—Se questo è quello che si prova, allora preferisco non innamorarmi mai! Non voglio sembrare uno stupido!
—Ora dici così, ma fidati che quando l'amore busserà alla tua porta, non ce ne sarà per nessuno!
—Sì sì... - sbuffò. —A proposito ma questa estate andremo in vacanza dagli zii in Puglia?
—Sì, mangeremo taralli e orecchiette per settimane!
—Non sai fingere, papà! - esclamò ridendo. —E poi a me non dispiace... Lo zio Checco mi ha promesso una moto! E tu mi hai promesso di insegnarmi a portarla! - lo accusò con il dito.
—Tua madre uscirà di testa se ti vede su una moto. - disse con una smorfia preoccupata. —E poi ucciderà me!
—Una promessa è una promessa. - disse, rendendosi conto di essere già arrivato nel cortile sotto casa.
—No, io ti ho promesso di insegnarti a portare una moto quando avrai la barba. - disse, alzando le mani per difendersi. —E tu ancora non la hai.
—Ah no? Questa cos'è? - disse accarezzandosi il volto pulito.
—Quella è peluria superficiale!
—Questa sarà presto una barba! - esclamò indignato.
—Sì sì, scendi nano.
—Non finisce qui! - esclamò Christian, puntandogli il dito contro.
—Sì sì, lavati bene, mi raccomando. - disse il padre con burla, prima di partire spedito verso il supermercato.
Christian entró in casa con un sorriso, prima che le urla di sua madre per aver appena pulito a terra lo raggiungessero. Scappo su per le scale ridendo e sghignazzando, cercando di evitare la collera della donna. Entró nella sua camera e prese le cose per andare a lavarsi, prima di lasciare il telefono sulla scrivania, dove giacevano le foto più importanti.
Ce n'era una con la sua famiglia, una sul campo da calcio con i suoi compagni, una con sua sorella e le sue cagnoline, una solo con suo padre e una macchina fotografica vecchio stile e una sola con sua madre nella sua scuola di danza. E poi ce n'era una di una festa di compleanno, che non era neanche sua ma di un certo bambino dai ricci biondi come gli angeli, uno che non aveva mai dimenticato...
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Mandorle.
Fanfic"C'è un pacchetto di mandorle sulla porta, chi lo manda?" 🦋 Zenzonelli. 🦋 Short fic. 🦋 Fluff.